Intel investirà 4,6 miliardi di dollari per la costruzione di un impianto di assemblaggio e test di semiconduttori a Wroclaw, vicino a Breslavia, in Polonia. In sostanza, lo stabilimento dovrebbe ricevere wafer completati dalle fabbriche, per il taglio in singoli chip e l'assemblamento in prodotti finali, prima del test per verificare le prestazioni e la qualità.
"Con questo investimento oggi, e altri nell'UE, siamo entusiasti di svolgere un punto critico per la costruzione di queste catene di approvvigionamento più resilienti", ha detto l'amministratore delegato Pat Gelsinger in una conferenza stampa che annunciava l'investimento in Polonia.
In realtà, il progetto di Intel è solo l'ultimo in un contesto dove la grande azienda americana possiede già un impianto di produzione di wafer in Irlanda e prevede di costruire un importante complesso di semiconduttori nella Germania orientale.
Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ha espresso grande entusiasmo per il ruolo che eserciterà la Polonia nella catena di fornitura globale di chip. Del resto, Intel ha il più grande centro di ricerca e sviluppo europeo a Danzica, città portuale sulla costa baltica della Polonia, in cui il colosso USA impiega una forza lavoro di 4 mila unità.
Non è ancora dato di sapere quanto Intel riceverà dal governo polacco in termini di sussidi per sostenere la costruzione dell'impianto. Tuttavia, la società di Santa Clara ha affermato che ci saranno "incentivi appropriati per garantire la competitività delle operazioni a livello globale". Le azioni Intel salgono dell'1,4% nelle contrattazioni pre-market di Wall Street.
Intel: e ora i sussidi dalla Germania
L'annuncio di Intel sopraggiunge mentre si fanno serrate le trattative tra la società e il governo tedesco per l'aumento dei sussidi per l'impianto di Magdeburgo. Attualmente la Germania si è impegnata per 6,8 miliardi di euro di sostegno pubblico, ma il produttore di chip sostiene che questo denaro è insufficiente considerati l'inflazione e i maggiori costi energetici. Per questo, ora Intel chiede altri 4 miliardi di incentivi, con il costo stimato del complesso industriale che è lievitato da 17 a 30 miliardi di euro.
Il Ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner ha dichiarato che soldi disponibili in bilancio non ce ne sono, ma alla fine alcune indiscrezioni riportano che il governo potrebbe cedere alle richieste di Intel, vista la posta in palio.
C'è da dire che i chip su cui Intel è specializzata non sono la soluzione migliore per la grande industria automobilistica tedesca e questo potrebbe determinare alcune resistenze di Berlino, visto che si tratta di utilizzare il denaro dei contribuenti. Ad ogni modo, sono previsti incontri imminenti tra i vertici dell'azienda californiana e i rappresentanti del governo per trovare una quadra.
Intel: cosa significano gli investimenti in Europa
Il desiderio di fondo dell'Europa è quello di sganciarsi dalla dipendenza asiatica, dopo quanto accaduto subito dopo la pandemia allorché una carenza di semiconduttori ha devastato molte importanti industrie del Vecchio Continente.
Ad aprile l'UE ha approvato il Chips Act da 43 miliardi di euro, proprio per cercare di aumentare la produzione interna. Gli investimenti di grandi società come Intel rientrano quindi a pieno titolo in questa nuova visione dell'Unione Europea per creare una catena del valore.
Dal canto suo, Intel ha come obiettivo quello di riportare l'azienda ai vertici mondiali dell'industria dei chip, dopo che il gigante taiwanese Taiwan Semiconductor Manufacturing ha fatto terra bruciata dietro di sé. In questo momento, Intel concentra la maggior parte della sua produzione in Asia. Gli investimenti in Europa potrebbero essere un passaggio importante per i suoi traguardi di lungo termine.