A Wall Street l'indice
Nasdaq-100 continua a registrare performance eccezionali. Da inizio 2023, quando l'inflazione si stava dirigendo verso la fase discendente e gli investitori scontavano l'inizio del ciclo di tagli ai tassi di interesse da parte della
Federal Reserve, il benchmark che include i principali 100 titoli tecnologici ha praticamente raddoppiato il suo valore,
aggiungendo circa 14.000 miliardi di dollari di capitalizzazione. Una cifra impressionante che denota la straordinaria attrattiva che hanno le azioni legate alla tecnologia in questo momento storico.
A dare un enorme contributo al rally è stato il boom dell'intelligenza artificiale, sulla quale le Big Tech stanno investendo fior di miliardi di dollari. Tuttavia, le aziende maggiormente beneficiarie di questa spesa per ora sono quelle, come Nvidia, che forniscono prodotti (chip nella fattispecie) legati a tale tecnologia. Gli investitori però sono in attesa che anche società come Microsoft, Meta Platforms e Alphabet che hanno puntato sull'AI (Artificial Intelligence) vedano i ritorni in termini di crescita di ricavi e utili.
Intanto il mercato dà loro fiducia, restando incurante della minaccia che i rendimenti obbligazionari rappresentano per le azioni tecnologiche. Su Wall Street al momento c'è l'ombra dei dazi promessi dal neo presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Un'ombra che per ora gli investitori non vedono, ma che rischia di rivelarsi fatale. Se il tycoon darà seguito alle sue minacce, tutto il mondo sarà colpito da tariffe più aggressive per i beni esportati negli USA.
Questo implica il pericolo di un ritorno dell'inflazione e di tassi più alti da parte della Fed che portano a un incremento dei rendimenti. I titoli tecnologici sono tra quelli più sensibili ai tassi, perché le aziende investono molto nella crescita e sostengono gli investimenti attraverso il capitale finanziato. Di conseguenza, se il denaro diventa più costoso, prenderlo in prestito implicherà maggiori oneri che si riverseranno su utili e crescita.
Wall Street: il Nasdaq-100 crescerà ancora?
Tutti ragionamenti che vanno bene in teoria, ma poi nella pratica cosa succederà? Non sono pochi gli analisti che puntano ancora sul Nasdaq-100 nonostante la straordinaria crescita e lo spauracchio dei dazi. Tra di essi troviamo Rich Ross, responsabile dell'analisi tecnica di Evercore ISI. A suo giudizio, l'indice ha ancora spazio per salire di quota aggiornando nuovi massimi storici. "La tecnologia rimane in una posizione eccezionale per continuare a guidare questo mercato al rialzo", ha affermato. Riguardo i timori degli alti rendimenti obbligazionari, Ross ritiene che "una volta che le acque si saranno calmate, si tornerà a quelle forti tendenze secolari, ai grandi cumuli di liquidità e ai grandi fossati offerti dalle Big Tech".
L'esperto osserva come tra i titoli tecnologici, i semiconduttori stiano raggiungendo nuovi massimi rispetto al software, suggerendo che il mercato si sta indirizzando nuovamente verso aziende come Nvidia che hanno alimentato il rally per oltre due anni. Ad avvalorare questa tesi ci sono i dati raccolti da Bloomberg, che evidenziano come il VanEck Semiconductor ETF - che detiene titoli di chip quali Nvidia, Applied Materials e Advanced Micro Devices - abbia sovraperformato l'iShares Expanded Tech-Software Sector ETF in cinque delle ultime sei settimane.
A sostegno del trend rialzista del Nasdaq-100 vi è anche un aspetto tecnico. Fino a ieri, il benchmark è si è posizionato al di sopra della media mobile a 200 giorni per la 467 esima sessione consecutiva, segnando la seconda striscia più lunga dal lancio dell'indice circa quattro decenni fa. John Kolovos, responsabile della strategia tecnica di Macro Risk Advisors, sta monitorando il più grande ETF che replica il Nasdaq-100, l'Invesco QQQ Trust. Attualmente il fondo quota intorno ai 530 dollari e lo strategist vede supporti tecnici tra 485 e 495 dollari. A suo avviso, qualsiasi pullback sopra queste soglie rappresenta un'opportunità di acquisto sui minimi.
La prossima settimana sarà un banco di prova importante per le Big Tech, perché buona parte di esse rilascerà i risultati trimestrali. Apple, Microsoft, Amazon, Tesla e Meta Platforms saranno chiamate in causa prima della fine del mese. Alphabet scenderà in campo a inizio febbraio, mentre per Nvidia bisognerà aspettare a quasi la fine del prossimo mese.