Le minacce arrivate da Trump di introdurre nuovi dazi all'Europa non hanno intimorito gli investitori europei, con i mercati azionari del Vecchio Continente capaci di chiudere le contrattazioni in generale rialzo.
In controtendenza Piazza Affari che, in scia alle vendite che hanno colpito il settore bancario, ha chiuso le contrattazioni in ribasso dello 0,55% in area 35.850 punti. Dal punto di vista operativo non cambia la view sul FTSE Mib che, solo con la ripresa dei 36 mila punti, dovrebbe riattivare il suo trend rialzista che avrebbe come prossimo obiettivo i 36.300 punti e a seguire i 36.500 punti. Al contrario segnali di debolezza si avrebbero solo con una discesa delle quotazioni sotto i primi sostegni di breve termine posti sui 35.500 punti.
Tra i titoli che nella giornata odierna a Piazza Affari hanno visto una volatilità in aumento troviamo TIM, dopo la decisione arrivata dalla Corte d'Appello di Roma su una disputa con la presidenza del Consiglio. Andiamo a vedere di cosa si tratta.
TIM: in arrivo dal Governo 1 mld di euro
A metà mattinata la Corte di Appello di Roma ha respinto la richiesta avanzata da parte della presidenza del Consiglio di sospendere il pagamento da circa 1 miliardo dovuto a TIM, per quanto riguarda la vicenda della restituzione del canone riferito al 1998. Un tentativo per arrivare a un accordo transattivo tra il Gruppo telefonico e il Governo era stato fissato per lo scorso 20 gennaio, ma non aveva portato a nessun risultato.
La stessa Corte d'Appello aveva precedentemente condannato la presidenza del Consiglio a pagare a Telecom la somma di poco più di 528 milioni di euro che, considerata la rivalutazione e gli interessi, è risultata pari a 995,25 milioni di euro. Va inoltre considerato che, per ogni anno di ritardo nel pagamento di questa somma, si producono interessi pari a 25 milioni di euro.
In attesa della pronuncia definitiva da parte della Cassazione, prevista tra almeno un paio d’anni, l'incasso miliardario potrebbe rappresentare una svolta per i conti del gruppo guidato da Pietro Labriola e riaprire la strada a quel dividendo, atteso nel piano industriale 2025-2027.
Ricordiamo che la disputa tra TIM e Governo è vecchia di oltre un quarto di secolo, quando fu introdotta una direttiva europea sulla liberalizzazione del mercato delle telecomunicazioni che stabiliva che dall'1 gennaio 1998 tutti gli operatori avrebbero dovuto avere pari condizioni di accesso al mercato, eliminando regimi concessori o privilegi esclusivi.
TIM sottolinea che già nel 2020 la Corte di Giustizia UE aveva stabilito che il sistema normativo comunitario non consentiva a una normativa nazionale di prorogare per il 1998 l’obbligo imposto a un’impresa di telecomunicazioni precedentemente concessionaria, come appunto TIM, di versare un canone calcolato in funzione del fatturato, ma permetteva soltanto la richiesta di pagamento dei costi amministrativi connessi al rilascio, alla gestione, al controllo e all’attuazione del regime di autorizzazioni generali e di licenze individuali.
Le notizie su TIM non finiscono qui in quando in queste ore dovrebbe esserci un Consiglio d’amministrazione per la vendita da 700 milioni di euro di Sparkle al duo Asterion-MEF. L’offerta complessiva, pari a 700 milioni di euro, scade il prossimo 27 gennaio, ma l’operazione potrebbe subire un lieve ritardo in quanto la cordata non avrebbe ancora perfezionato il finanziamento necessario, richiedendo così un leggero slittamento dei tempi.
Azioni TIM: analisi tecnica e strategie operative
Andiamo ora a vedere le attese per le azioni TIM nel breve e medio periodo. Con volumi pari alla media giornaliera mensile è stata una seduta volatile e in territorio negativo per il titolo, con le quotazioni che dopo essersi spinte fin verso gli 0,2675 euro hanno chiuso in ribasso dello 0,77% in area 0,2575 euro.
Dal punto di vista operativo una conferma dei prezzi sopra gli 0,25 euro, dove transita la trendline discendente che parte dai massimi di dicembre 2023 e congiunge i top di febbraio dello scorso anno, dovrebbe favorire una continuazione dell'ultima gamba rialzista partita nell'ultima parte dello scorso mese di dicembre, prima verso gli 0,27-0,275 euro, dove troviamo l'indicatore daily del Supertrend, e a seguire in direzione dei massimi degli ultimi mesi situati nei pressi degli 0,29 euro.
Al contrario la violazione degli 0,25 euro, dovrebbe riportare le vendite sulle azioni, con un primo target ribassista nei pressi degli 0,245-0,244 euro e successivamente verso gli 0,24-0,238 euro, minimi degli ultimi 45 giorni e dove verrebbe messa sotto pressione la media mobile di lungo periodo.
L'eventuale perdita di questi supporti dovrebbe far proseguire le vendite in direzione degli 0,235-0,233 euro. Fondamentale a quel punto diventerebbe la tenuta di questi forti supporti, per evitare un pericoloso indebolimento del quadro grafico che dovrebbe spingere i prezzi fin verso i minimi degli ultimi due mesi situati in area 0,225-0,224 euro.
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