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L'ONU rileva un legame stretto tra pandemia e inquinamento atmosferico e lancia un allarme;
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I Paesi di tutto il mondo stanziano sempre più fondi per l'economia ecosostenibile;
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Molte società quotate hanno moltiplicato l'impiego delle risorse nell'economia verde e presentano delle prospettive di investimento interessanti.
Il futuro sarà verde. Ne sono sempre di più convinte le istituzioni nazionali e sovranazionali che hanno in qualche modo indirizzato il prossimo scenario economico-politico mondiale. Oggi si celebra la 46esima edizione della giornata mondiale dell'ambiente dove si parlerà di cambiamenti climatici e di biodiversità.
A fare da sfondo al tema non può che esserci la vicenda che ha trasformato il contesto economico-sociale di questi mesi, ossia la pandemia da Coronavirus. C'è un legame stretto tra l'inquinamento atmosferico, il cambiamento climatico e il Covid-19? Non ha dubbi il segretario generale dell'ONU, António Guterres: la corruzione degli equilibri naturali favorisce lo sviluppo di patogeni che proliferano in ambienti inquinati e si trasmettono nel 75% dei casi dagli animali all'uomo, come del resto è avvenuto per altre epidemie come la Sars, l'Ebola e la Mers. A supporto di tale correlazione vi è uno studio da parte della comunità scientifica, condotto dall'Università di Harvard insieme con la Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) che dimostra quanto il numero dei morti sia legato alle emissioni inquinanti.
Tutti gli Stati del Mondo uniti per un'economia più verde
Il tema è però legato a doppio filo all'economia. L'ONU dichiara che più del 50% del PIL mondiale (44 mila miliardi di dollari) è in qualche modo dipendente dalle risorse naturali come l'agricoltura e la pesca. Per questo tutti i Paesi del Mondo hanno sottoscritto il Sustainable Development Goals (SDG) che comprende i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, riconoscendo una corrispondenza biunivoca tra la salute dell'uomo e l'equilibrio dei sistemi naturali. La sfida per il futuro è stata lanciata da tempo, però la pandemia in corso ha accelerato il processo di sensibilizzazione dei diversi Stati, i quali hanno messo sul piatto ingenti risorse per dare una sterzata definitiva al sistema.
Il Next Generation EU rappresenta un passo molto importante: l'Europa impiegherà fondi per il Green Deal magnificato da Ursula Von der Leyen e applicherà tasse e penalizzazioni nei confronti delle aziende fautori di emissioni CO2. All'interno dell'UE i singoli Paesi si sono mossi in questa direzione. La Germania investirà 50 miliardi per l'economia sostenibile e le energie rinnovabili, attraverso soprattutto il lancio dei punti di ricarica per le auto elettriche. Nel passaggio dalla combustione fossile all'elettricità la Francia ha già presentato un piano di 8 miliardi tramite incentivi e bonus a imprese e consumatori. Anche oltreoceano molte aziende americane stanno investendo sempre di più sulla green economy nonostante la contrapposizione di Trump, mentre in Cina vi è un'attenzione particolare al verde nel grande progetto quindicennale China Standard 2035.
Le opportunità in Borsa nelle azioni "green"
Quali sono nei mercati azionari le aziende quotate che hanno investito nel settore della green economy e che possono essere particolarmente interessanti per un investitore? A Wall Street sono numerose le società che hanno impiegato enormi capitali sulle energie rinnovabili. Una di queste è NextEra Energy che oggi è tra le aziende che produce più energia solare nel pianeta, con una capacità solare che corrisponde all'11% del fabbisogno complessivo degli Stati Uniti. La società genera ricavi annui in media di circa 17 miliardi di dollari e paga un dividendo agli azionisti del 2,6%. Nel tempo la quotazione del titolo azionario è cresciuta costantemente al NYSE, quintuplicando il valore negli ultimi 10 anni.
Un'altra società che ha moltiplicato il proprio valore azionario al NYSE è Waste Management Inc, società impegnata nel riciclo dei rifiuti e nella loro termovalorizzazione. Dal 2010 ad oggi il titolo in Borsa è passato da circa 35 dollari a quasi 110 dollari attuali e la società ha aumentato il dividendo ogni anno per 15 anni consecutivi, con un tasso medio di crescita di circa il 6% annuo negli ultimi 5 anni. Il punto di forza dell'azienda sta nel fatto di avere un business a basso rischio, particolarmente resiliente di fronte a crisi economiche violente come è stata questa legata al Coronavirus.
In Italia ENI ha accresciuto negli anni l'impegno verso modelli di business che comprendono lo sviluppo delle green power. Dalla sua ha una lunga esperienza nel Research&Development consolidata da collaborazioni pluriennali con Università di prestigio come il Politecnico di Milano e di Torino. Negli ultimi tempi il titolo ENI ha subito a Piazza Affari il contraccolpo dello shock del petrolio che l'ha portato a raggiungere un minimo di 6,26 euro. Da allora però ha inanellato una serie di rialzi fino a una quotazione odierna di 9,37 euro (+50% dai minimi!). Il prezzo comunque è ben lontano dalla media degli ultimi 20 anni, prima dello scoppio della pandemia, ragion per cui potrebbe essere anche un'occasione ghiotta per comprare a sconto.
Molto interessante è il piano post Covid di Snam Rete Gas. Il leader del metano investirà nell'idrogeno come fonte di alimentazione dei treni e al riguardo ha recentemente stipulato un accordo con il gruppo francese Alstom. Il patto prevede che l'azienda di San Giuliano Milanese si occuperà della produzione, del trasporto e dello stoccaggio dell'idrogeno, mentre la società di infrastrutture di Saint-Ouen metterà a disposizioni i treni e tutto il servizio di manutenzione degli stessi. Ai microfoni di InvestV, non più di tre settimane fa l'EVP Strategy & IR di Snam, Camilla Palladino, aveva parlato del grande progetto dell'azienda nel campo dell'idrogeno, denominato Snam Tech, del valore di 1,4 miliardi di euro. Ma ha sottolineato come questo settore fosse già una realtà in ottica futura in alcuni Paesi come l'Australia che ha già stanziato 200 milioni di dollari in iniziative che riguardano l'idrogeno. Inoltre entro il 2030 gli investimenti europei potrebbero arrivare, secondo l'esperta, a 30 miliardi di euro.