Il piano “Awakening the lion” per Generali di Francesco Gaetano Caltagirone, alternativo a quello proposto a dicembre scorso dall’attuale AD Philippe Donnet, punta a massimizzare la disponibilità liquida fino a 7 miliardi di euro da destinare ad acquisizioni, anche con un uso efficiente della leva finanziaria.
Lo si legge nella nota di presentazione del piano, che verrà illustrato da Claudio Costamagna e Luciano Cirinà, candidati da Caltagirone rispettivamente per i ruoli di presidente e AD nella lista con cui l’imprenditore romano punta a superare all’assemblea di fine aprile quella del Cda attuale appoggiata da Mediobanca e che ripropone Donnet come CEO.
Il Gruppo Caltagirone si è fatto promotore di una lista per il rinnovo del Cda di Generali Assicurazioni “con un nuovo candidato CEO e un nuovo presidente del consiglio di amministrazione e per realizzare un programma strategico molto più ambizioso rispetto al piano presentato dalla società”. È quanto si legge sul sito www.awakeningthelion.com, lanciato in occasione della presentazione del piano alternativo a quello dell'attuale AD Donnet.
Generali, piano Caltagirone prevede utili a 4,2 miliardi nel 2024
Il sito fornisce poi alcuni spunti sui motivi per i quali il piano va supportato. Innanzitutto "questa è un’importante opportunità per ottenere la discontinuità gestionale di cui Generali ha grande bisogno: il gruppo sta perdendo posizionamento competitivo negli ultimi anni, con il risultato di avere perso 8 mld di euro di capitalizzazione tra il 2005 e il 2021 l'ultimo piano presentato non inverte in alcun modo la rotta e ha una ambizione di crescita troppo modesta”.
Il programma, che in caso di vittoria verrà trasformato “entro sei mesi in un piano industriale dal consiglio di amministrazione”, promette un utile di circa 4,2 miliardi nel 2024, “con EPS CAGR 2021-2024 stimato superiore al 14% attraverso interventi di carattere organico e non organico” (superiore all’11% quello organico).
Nel piano presentato da Donnet a dicembre erano previsti fino a 3 miliardi disponibili per acquisizioni e un CAGR dell’EPS del 6-8%. Tra gli altri obiettivi del piano Caltagirone c’è una generazione di cassa cumulata disponibile per circa 9,5-10,5 miliardi nel periodo 2022-2024 e circa 1,5–1,6 miliardi di investimenti in trasformazione digitale e tecnologica.
Il piano prevede anche tagli di costi annui fino a circa 0,6 miliardi, con un obiettivo cost/income del 55%. Il piano Caltagirone conferma i dividendi già previsti dalla compagnia nel piano Donnet per il triennio 2022-24 e il piano di buyback. Tra le iniziative di governance, il programma mira alla “tolleranza zero” sui conflitti di interesse e un ribilanciamento dei poteri dell’AD.
Infine una responsabilità diretta dell’azionista proponente rispetto al successo della lista: “l’investimento economico dell’azionista è direttamente proporzionale ai propri diritti di voto”, si legge nella nota. Caltagirone, che è il primo nome della sua nella lista per il rinnovo del Consiglio, ha investito quasi 3 miliardi in Generali e secondo le ultime comunicazioni ufficiali ha una quota dell’8% circa.
Generali: i punti chiave del piano “Awakening the Lion” di Caltagirone
Vediamo ora in sintesi i punti principali del piano “Awakening the Lion” presentato dalla lista del gruppo Caltagirone per il rilancio della compagnia. Il piano “Lifetime Partner 24” non cambia rotta al declino della compagnia: tra il 2005 ed il 2021 Generali ha perso più di 8 miliardi di capitalizzazione, in controtendenza rispetto a Zurich, Axa e Allianz. Da inizio 2016, primo anno della gestione Donnet, a fine 2021, l’EPS CAGR adjusted di Generali è stato inferiore al 6%. La media di Axa, Zurich e Allianz è stata superiore al 7,5%.
Il piano “Lifetime Partner 24” non si focalizza sulle principali debolezze della compagnia: concentrazione sul business Vita in un contesto di tassi di interesse ancora bassi, limitata componente di masse di gestione da terzi nelle attività di asset management, portafoglio geografico molto frammentato e scarsa presenza in Asia, mancato contributo delle attività in Italia alla crescita del risultato operativo degli ultimi 4 anni, investimenti in M&A inferiori rispetto ai concorrenti e concentrati in operazioni di piccola taglia.
La governance attuale impedisce la crescita della compagnia e la massima creazione di valore per tutti gli azionisti: significativa influenza del principale azionista, avente un conflitto di interesse su taluni business del Gruppo e accentramento nel tempo di eccessivi poteri in capo al CEO.
Con il piano “Awakening the Lion” Caltagirone intende attivare 5 linee di intervento (più una) per tornare ad essere leader. Il piano, come accennato precedentemente, prevede: utili a circa 4,2 miliardi di Euro nel 2024, con EPS CAGR 2021-2024 stimato superiore al 14% attraverso interventi di carattere organico e non organico (EPS CAGR ‘21-‘24 organico >11%), generazione di cassa cumulata disponibile per circa 9,5 – 10,5 miliardi di euro nel periodo 2022-2024,
Previsti inoltre circa 1,5 – 1,6 miliardi di Euro di investimenti in trasformazione digitale e tecnologica, riduzione dei costi annui fino a circa 0,6 miliardi di euro, cost/income del 55%, volontà di massimizzazione della disponibilità di cassa potenzialmente disponibile per attività di M&A fino a circa 7 miliardi di euro grazie anche a utilizzo efficiente della leva, conferma dei dividendi previsti dall’Investor Day del 15 dicembre per il triennio ’22 – ’24, nonché conferma del riacquisto azioni.
“Awakening the Lion” si basa su una ista di candidati altamente indipendente e competente e sull’inserimento della governance delle migliori pratiche di mercato. L’85% dei Consiglieri in Lista, incluso il Presidente, è indipendente
Il piano prevede tolleranza zero sui conflitti di interesse tramite una revisione stringente delle procedure per le Operazioni con Parti Correlate e la presidenza del Comitato OPC ad un Lead Independent Director, ribilanciamento dei poteri del CEO, responsabilità diretta dell’azionista proponente rispetto al successo della lista: l’investimento economico dell’azionista è direttamente proporzionale ai propri diritti di voto.
Il programma, redatto “outside in” e unicamente sulla base di dati e informazioni pubblicamente disponibili, sarà trasformato entro 6 mesi in un Piano Industriale dal Cda che verrà eletto dall’Assemblea degli Azionisti che si terrà il prossimo 29 aprile, ove la Lista di Candidati presentata da VM 2006 S.r.l. risulti la più votata.
Generali, “Awakening the Lion”: le linee di intervento strategico
Il piano “Awakening the Lion” intende rilanciare effettivamente il Leone attraverso 5 linee di intervento strategico (più una):
Razionalizzazione della presenza geografica: focus sui mercati che assicurano crescita e redditività a medio e lungo termine. Revisione approfondita della presenza geografica finalizzata a liberare risorse da reinvestire in crescita organica (e non) in mercati ad alto potenziale connotati da forte attrattività finanziaria. Consolidamento della leadership in Italia, Francia e Germania, crescita nell’est Europa, Cina e India e sviluppo della presenza in USA soprattutto in ambito asset management.
Efficientamento dei costi centrali e amministrativi: attivazione immediata di un crash program basato sulla semplificazione della struttura di holding, sulla semplificazione della struttura organizzativa, sull’efficientamento delle funzioni “non-business”, sul consolidamento dei processi IT e sulla fidelizzazione dei talenti. L’obiettivo è di portare il rapporto Cost/Income ratio dall’attuale 64% circa a circa il 55% facendo di Generali un benchmark nella gestione dei costi.
Miglioramento delle performance operative nei singoli Paesi: rinnovata ambizione di crescita del risultato operativo principalmente nei mercati maturi in cui Generali opera, anche tramite un piano di forte incentivazione del management sui risultati. Concentrazione degli sforzi manageriali principalmente su tre linee di business specifiche al fine di ridurre la dipendenza dal business Vita: (i) diventare la prima scelta per Small & MidCo, settore in rapida crescita e forte marginalità, (ii) avviare un programma di sviluppo di un “Ecosistema Unico Integrato per la Salute” che rafforzi e uniformi la strategia della Compagnia sull’Health e infine (iii) forte accelerazione sull’asset management tramite il superamento della strategia multi-boutique e lo sviluppo di una Central Factory e tramite un programma di insourcing dei talenti. Il piano su questo punto è completato da un programma di digitalizzazione delle attività degli agenti da sviluppare in concerto con la forza vendita.
Tech e Data Analytics: investimento complessivo nel triennio di 1,5 – 1,6 miliardi di Euro in investimenti tecnologici per creare nuove opportunità di crescita e di risparmio sui costi preparando la Compagnia a fronteggiare le esigenze e le abitudini delle nuove generazioni (di clienti, dipendenti e agenti). Generali deve liberarsi dalla concentrazione su pochi grandi fornitori, far crescere in house una generazione di developers e data scientists e recuperare il ritardo accumulato nel campo dell’Insurtech.
M&A: focus su operazioni di M&A in grado di accompagnare la trasformazione e la crescita aziendale anche attraverso l’uso efficiente della leva finanziaria ed evitando la moltiplicazione dei dossier. La nuova strategia si baserà su un limitato numero di operazioni di maggiori dimensioni in ambito Danni e in aree geografiche di interesse, nell’asset e nel wealth management, nel Fintech e nell’Insurtech. La nuova strategia beneficerà della volontà di massimizzare la disponibilità di cassa potenzialmente disponibile per attività di M&A fino a 7 miliardi di Euro che deriveranno da: aumento dei ricavi rispetto al Lifetime Partner 24, utilizzo dei potenziali proventi della razionalizzazione geografica e ricorso, se necessario, alla leva finanziaria.
Approccio differenziante sull’ESG: Generali deve ambire ad essere protagonista dei processi che mirano a costruire una società più sostenibile. Tre le linee di azione su cui intervenire immediatamente: (i) attivare investimenti in ESG data infrastructure, (ii) supportare la forza vendita con competenze specializzate per settore sui rischi ESG che possa sostenere l’attività per clienti B2B nell’adozione delle migliori pratiche ESG, (iii) introdurre prodotti assicurativi sostenibili e raddoppiare l’impegno a favore di iniziative sociali e a sostegno delle comunità nelle quali la Compagnia opera.