Con il focus rivolto verso le elezioni presidenziali USA, i mercati azionari del Vecchio Continente hanno chiuso la seconda seduta della settimana in generale territorio positivo. In questo contesto stona la debolezza del FTSE Mib che, in scia alle vendite presenti su alcune Blue Chip, ha terminato le contrattazioni in ribasso dello 0,2% in area 34.500 punti.
Dal punto di vista operativo non cambia la view sul nostro indice che solo con la tenuta dei 34.500 punti, dovrebbe riprendere la strada dei rialzi con primi obiettivi le forti resistenze in area 35.000 punti. Al contrario la violazione dei 34.000 punti andrebbe ad indebolire il quadro grafico, con prossimi sostegni in area 33.800-33.750 punti e a seguire i 33.500-33.550 punti.
Tra i titoli che a Piazza Affari hanno registrato una delle peggiori performance troviamo Ferrari, con la società che nel corso della mattinata ha comunicato i dati del terzo trimestre. Andiamo a leggerli nel dettaglio.
Ferrari: +6,5% i ricavi nel 3° trimestre
Nel corso della giornata Ferrari ha comunicato di dati del terzo trimestre, che ancora una volta hanno visto risultati in crescita per il Gruppo, grazie a un forte mix di prodotti e a un maggiore contributo delle personalizzazioni. Tutto questo conferma le stime diffuse in occasione del Capital Markets Day del 2022, insieme all’eccezionale visibilità offerta dal portafoglio ordini, che copre gran parte del 2026.
Nello specifico nel corso degli ultimi tre mesi i ricavi netti hanno visto una crescita del 6,5% a 1,644 miliardi di euro, con consegne totali in aumento del 2% a 3.383 unità rispetto allo stesso periodo dell'anno passato.
Per quanto riguarda l'Ebit Adjusted si è attestato a 467 milioni, in crescita del 10,3% rispetto all’anno precedente, con un margine pari al 28,4% rispetto al 27,4% del 2023. In aumento anche l'Ebitda Adjusted pari a 638 milioni di euro, in aumento del 7,1% rispetto all’anno precedente, con un margine pari al 38,8% rispetto al 38,6%. In questo contesto l'utile netto è aumentato del 13% a 375 milioni di euro mentre l'utile per azione si è attestato a 2,08 euro.
Infine la generazione di free cash flow industriale è stato pari a 364 milioni di euro. Per quanto riguarda le aree geografiche tutte hanno mostrato una crescita, ad eccezione della Cina che ha registrato numeri in discesa. Da sottolineare che le consegne nel trimestre sono state trainate dalla Ferrari Purosangue, dalla Roma Spider e dalla 296 GTS.
Sui 9 mesi, le consegne si sono attestate sui livelli dello scorso anno a 10.427 unità, con ricavi in aumento dell'11% a 4,94 miliardi di euro. In rialzo del 14% è stato l'Ebit Adjusted a 1,42 miliardi di euro, con un margine in aumento di 70 pb al 28,7%. Nel corso dei 9 mesi in rialzo dell'11% è risultato l'Ebitda Adjusted a 1,92 miliardi di euro, con un margine che si attesta sugli stessi livelli del 2023 al 38,7%. L'utile netto si apprezza del 18% a 1,14 miliardi di euro, con un utile per azione in rialzo del 20% a 6,32 euro.
Nel corso della presentazione dei dati Ferrari ha confermato la guidance sul 2024 che dovrebbe vedere ricavi superiori ai 6,55 miliardi di euro, un utile per azione sopra i 7,9 euro, un Margine Ebit Adjusted al 27,5% ed un Margine Abitda Adjiusted al 38%. Forse questa è stata una delle motivazioni delle forti vendite odierne, in quanto il mercato si aspettava un ulteriore miglioramento dell'outlook sull'anno in corso.
Azioni Ferrari: analisi tecnica e strategie operative
Andiamo ora a vedere come si è comportata l'azione nella seduta odierna. Con volumi ampiamente superiori alla media giornaliera mensile è stata una giornata in deciso territorio negativo per il titolo Ferrari, con i prezzi che con un ribasso del 7% hanno chiuso le contrattazioni in area 407 euro.
Dal punto di vista operativo, fondamentale sarà la tenuta dei 400 euro, per evitare una fase correttiva più marcata, con un primo obiettivo situato sui 390 euro, dove troviamo la media mobile di lungo periodo, e successivamente i 375 euro, che rappresentano i minimi degli ultimi 8 mesi e dove verrebbe messa sotto pressione la trendline ascendente che parte dai minimi di dicembre del 2022. Nel caso in cui dovessimo assistere alla violazione di tali sostegni, si avrebbe un indebolimento del quadro grafico con possibili ulteriori correzioni fin verso i 340-345 euro, con target intermedi situati in area 365 euro.
Al contrario la ripresa dei 425 euro, dovrebbe porre le basi per un recupero delle quotazioni in direzione dei 440 euro e successivamente verso i 450-455 euro, che rappresentano i massimi di sempre. Nel caso in cui queste aree dovessero essere messe alla spalle, si avrebbe un rafforzamento della struttura grafica, aprendo di conseguenza la porta ad ulteriori allunghi in direzione dei 470-475 euro e a seguire verso la soglia psicologica dei 500 dollari.
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