ENI ha presentato i conti relativi al primo trimestre 2025 mostrando una
certa solidità a livello economico-finanziario. L'utile netto rettificato è calato di oltre 10 punti percentuali, ma la discesa è stata inferiore rispetto a quanto si aspettavano gli analisti. Il colosso energetico italiano ha confermato la politica di distribuzione agli azionisti che dovrebbe essere approvata nel corso dell'assemblea di maggio.
"I solidi risultati del primo trimestre sono il frutto della costante esecuzione della nostra strategia, nonostante l’incerto contesto macroeconomico", ha dichiarato l'amministratore delegato di ENI, Claudio Descalzi.
"Manteniamo la disciplina finanziaria e la determinazione nel fare leva sui nostri vantaggi competitivi basati sull’esplorazione, sulle tecnologie proprietarie e sugli innovativi modelli di business, per eseguire la trasformazione e generare valore per i nostri azionisti. Gli straordinari successi esplorativi aprono nuove opportunità di mercato e di ritorni".
Le azioni ENI salgono di oltre 2 punti percentuali nei primi scambi dopo l'apertura delle contrattazioni alla
Borsa di Milano.
ENI: i risultati del primo trimestre
Nei primi tre mesi dell'anno in corso, ENI ha realizzato ricavi della gestione caratteristica per 22,57 miliardi di euro, in calo dell'1,61% rispetto ai 22,94 miliardi di euro dello stesso periodo del 2024. Andando per segmento di business si ha quanto segue.
La divisione Exploration & Production ha subito un regresso del fatturato di 3,33 punti percentuali a 13,06 miliardi di euro. La sezione Global Gas & LNG Portfolio e Power ha avuto una crescita dell'8,54% a 5,59 miliardi di euro.
L'unità Enilive e Plenitude è scesa dello 0,94% a 8,47 miliardi di euro. Il segmento Refining e Chimica è crollato di 13,05 punti percentuali a 4,93 miliardi di euro. Mentre il reparto Corporate e altre attività ha ottenuto un aumento del 6,82% a 0,47 miliardi di euro. Nel calcolo complessivo bisogna considerare anche elisioni di consolidamento per -9,96 miliardi di euro.
L'utile operativo dell'azienda è ammontato a 2,33 miliardi di euro (10,32% del fatturato), in calo del 12,73% rispetto ai 2,67 miliardi di euro del trimestre di marzo dello scorso anno. L'utile netto adjusted di 1,41 miliardi di euro ha segnato un crollo del 10,76% rispetto a profitti netti per 1,58 miliardi di euro del primo quarto 2024. Tuttavia, il risultato è stato migliore delle stime del consensus di 1,15 miliardi di euro.
Dividendi e buyback
Il Consiglio di amministrazione di ENI ha deliberato la quarta tranche del dividendo 2024 pari a 0,25 euro per azione in pagamento il 21 maggio 2025. Inoltre, il prossimo 14 maggio, l'Assemblea degli azionisti sarà chiamata ad approvare la cedola 2025 di 1,05 miliardi di euro che, ai prezzi delle azioni di 12,40 euro dell'ultima chiusura a Piazza Affari, comporta un rendimento dell'8,47%. L'Assise dovrà anche autorizzare il rinnovo del programma di acquisto di azioni proprie per 1,5 miliardi di euro.
Outlook 2025
In risposta ai rischi macroeconomici e alle incertezze sui dazi commerciali, la società prevede investimenti lordi per il 2025 sotto 8,5 miliardi di euro. Le stime sono state riviste rispetto a una previsione iniziale di 9 miliardi di euro. Al netto delle dismissioni, gli investimenti sono attesi inferiori ai 6 miliardi di euro, rispetto a una stima iniziale tra 6,5 e 7 miliardi di euro.
L'azienda si attende un cash flow rettificato dalle operazioni di 11 miliardi di euro, assumendo un prezzo del petrolio Brent a 65 dollari al barile, del gas a 40 euro a megawattora al TTF (Title Transfer Facility) di Amsterdam, e un tasso di cambio EUR/USD di 1,10. ENI prevede anche un rapporto di indebitamento che si colloca tra 0,15 e 0,2.