La stagione delle trimestrali per le grandi banche europee prende il via oggi con la banca francese BNP Paribas che pubblicherà i risultati. La serie di dati arriva in un contesto di grande incertezza, in cui è in corso una guerra commerciale che potrebbe determinare uno stress nell'economia, con risvolti negativi per tutto il mondo finanziario.
Alcuni indici che replicano le condizioni di mercato del credito europeo mostrano segnali di allarme. Ad esempio, lo spread dei credit default swap a cinque anni sull'indice iTRAXX Europe Crossover, che riflette il costo dell'assicurazione contro il rischio di insolvenza per 75 delle società sub-investment grade più scambiate, è in salita.
Questa settimana ha preso posizione il
Fondo Monetario Internazionale, che ha lanciato appelli alle banche affinché si assicurino la
liquidità sufficiente per resistere a potenziali crolli del credito e ai rischi geopolitici.
L'ente guidato da Kristalina Georgieva ha anche espresso preoccupazioni circa la sicurezza dei bilanci degli istituti di credito. In un clima più teso rispetto a qualche tempo fa, allorché le banche europee hanno mostrato una buona resilienza, emergono dubbi che questo trimestre possa risultare stellare.
Banche europee: cosa attendersi dalle trimestrali
Investitori e analisti si aspettano che la crescita dei ricavi sia più lenta, il che potrebbe avere delle implicazioni per i dividendi, i programmi di buyback e gli accantonamenti per le perdite sui prestiti. Oltre alle entrate, ci sono anche preoccupazioni in merito alla qualità del credito.
La scorsa settimana, Moody's Ratings ha pubblicato un rapporto in cui ha previsto un aumento del tasso di default globale alla fine del 2025 dal 2,5% al 3,1% nello scenario base. Ipotizzando la prospettiva più pessimistica, la cifra arriva al 6%.
Gaurav Arora, responsabile dell'analisi della concorrenza globale presso Coalition Greenwich, ha affermato che "un'impennata della domanda dei clienti per il ribilanciamento del portafoglio probabilmente guiderà le vendite e i ricavi da trading in tutto il settore, ma la crescita dei ricavi da transaction banking, consulenza e sottoscrizione sarebbe più contenuta".
Gli analisti di KBW prevedono "la calma prima della tempesta", in quanto stimano che "un mix di crescita più lenta dei prestiti, tassi in calo, accantonamenti in aumento e commissioni ridotte ridurrebbe gli utili delle banche d'investimento europee di circa il 20%".
Più ottimista, invece, è William Howlett, analista finanziario di Quilter Cheviot, secondo cui "le banche europee potranno continuare a macinare sovraperformance relative, in particolare date le valutazioni scontate". Questo contesto "tende a favorire le banche di qualità superiore, che normalmente generano una redditività più elevata misurata in base al rendimento del patrimonio netto tangibile", ha aggiunto.