In una giornata ricca di dati macroeconomici provenienti sia europei che americani, i mercati azionari del Vecchio Continente aprono le contrattazioni in generale ribasso. Da segnalare la sovraperformance relativa del DAX, con le quotazioni sulla sostanziale parità rispetto alla chiusura di ieri.
In questo contesto il FTSE Mib scambia nei pressi dei 42.450 punti, in calo dello 0,25% e a stretto contatto con le prime resistenze di breve periodo situate sui 42.500 punti. Dal punto di vista operativo sarà solo oltre questi livelli che si avrebbe una continuazione degli acquisti, prima in direzione dei 42.700-42.750 punti e a seguire la soglia dei 43 mila punti. Al contrario nuovi segnali di debolezza si avrebbero con il ritorno dell'indice italiano sotto l'area dei 42 mila punti e primi obiettivi sui 41.750-41.700 punti.
Tra i titoli da monitorare nella giornata odierna a Piazza Affari troviamo Eni, con il Cane a sei zampe che ha perfezionato la cessione del 30% nel progetto Baleine. Andiamo a scoprire i dettagli di questa operazione.
Eni: cede a Vitol il 30% nel progetto Baleine
In queste ore il gruppo guidato da Claudio Descalzi ha perfezionato la cessione a Vitol, di una quota del 30% nel progetto Baleine in Costa d'Avorio. Il progetto rappresenta il principale sviluppo offshore nel Paese africano. L'operazione è in linea con la strategia di Eni di massimizzare le attività upstream, anticipando la valorizzazione delle scoperte esplorative attraverso la riduzione di queste partecipazioni.
Nel dettaglio Baleine è il primo progetto del gruppo italiano nel Paese africano a emissioni zero e rappresenta un pilastro fondamentale per la Costa d'Avorio, non solo per soddisfare la domanda energetica interna ma anche per rafforzare il suo ruolo di hub energetico regionale per i Paesi confinanti.
Il giacimento è stato scoperto nel 2021 e la produzione è iniziata nel 2023. La produzione complessiva tra Fase 1 e 2 è di oltre 62.000 barili di petrolio e più di 75 milioni di piedi cubi di gas al giorno, ma è destinata a salire fino a 150.000 barili di petrolio e 200 milioni di piedi cubi al giorno con l’avvio della Fase 3. Con la cessione odierna Eni detiene ora il 47,25% del progetto, Vitol il 30% e il gruppo locale Petroci il 22,75%.
Azioni Eni: analisi tecnica e strategie operative
Andiamo ora a vedere quali sono le attese sulle azioni Eni nel breve e medio periodo. Con volumi superiori alla media giornaliera mensile è stata una seduta all'insegna degli acquisti per il titolo che, con un guadagno dell'1,82%, ha chiuso le contrattazioni a 15,11 euro.
Dal punto di vista operativo una conferma delle azioni sopra i 15 euro dovrebbe favorire una continuazione del trend rialzista. In questo caso i prossimi obiettivi sarebbero posti sui 15,20 euro, dove troviamo l'indicatore daily del Supertrend, e a seguire i top di periodo in area 15,40 euro.
Oltre questi livelli il titolo dovrebbe andare a mettere sotto pressione i massimi degli ultimi 6 anni situati sulla soglia dei 16 euro. Nel caso in cui anche questi ultimi livelli dovessero essere messi alle spalle, si avrebbe un ulteriore rafforzamento del quadro grafico, con prossimi target i top degli ultimi 7 anni situati sui 16,75-16,80 euro. Il superamento di tali aree resistenziali dovrebbe far proseguire gli acquisti fin verso i 17,50 euro, aree che il titolo non tocca da 10 anni.
Al contrario un ritorno delle quotazioni sotto i 14,50 euro, che rappresentano contemporaneamente i minimi degli ultimi due mesi e gli ex massimi dello scorso mese di marzo, dovrebbe aprire la strada a una fase discendente più marcata.
Input che potrebbe essere sfruttato con l'apertura di posizioni ribassiste. In questo caso si avrebbe un primo target sui 14 euro e successivamente i 13,70 euro, dove verrebbe messa sotto pressione la media mobile di lungo periodo.
Nel caso in cui anche questi supporti non dovessero arrestare la spinta ribassista, si assisterebbe a una continuazione della discesa verso i 13 euro e a seguire i 12,50-12,40 euro. La perdita di tali supporti dovrebbe far proseguire le vendite in direzione degli 11,66 euro, dove verrebbe chiuso il gap-up lasciato aperto lo scorso 14 aprile, con target intermedi situati sulla soglia dei 12 euro.
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