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elezioni USA sono ormai alle porte e c'è grande incertezza su chi sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti. I sondaggi non danno indicazioni chiare su quello che potrà essere il verdetto finale e la sensazione è che alla fine un candidato prevarrà sull'altro per una manciata di voti. Intanto però si sprecano le proiezioni su come verranno influenzati i vari settori dell'economia se alla Casa Bianca dovesse tornare
Donald Trump per un nuovo mandato oppure se la guida della principale potenza economia mondiale sarà assegnata a
Kamala Harris.
Elezioni USA: 5 settori chiave da considerare
Di seguito vediamo 5 settori chiave per l'economia americana che potrebbero subire scosse e in quale modalità a seconda di come sarà l'esito delle prossime elezioni USA.
Banche
Sulle grandi banche americane pende una spada di Damocle: i nuovi requisiti patrimoniali. Questi impongono di detenere più capitale per mantenere una maggiore solvibilità qualora si verificasse uno shock finanziario. Tali requisiti non sono ancora entrati in vigore, ma quando lo faranno ciò significherà che gli istituti di credito avranno meno liquidità da restituire agli azionisti tramite dividendi e buyback, oltre al fatto che i prestiti a famiglie e imprese finiranno per ridursi.
Gli analisti si aspettano che una vittoria di Harris accelererà il piano anticipato dalla Federal Reserve il mese scorso di un aumento del 9% dei requisiti patrimoniali delle grandi banche. Con Trump alla Casa Bianca tutto "verrebbe rimandato o ammorbidito in modo significativo", ha affermato Isaac Boltansky, Amministratore delegato di BTIG. "Trump propenderebbe anche per una minore regolamentazione del settore finanziario in una serie di altre aree", ha aggiunto l'esperto.
Assistenza sanitaria
Alla fine del prossimo anno i sussidi dell'Obamacare scadranno e il problema è se verranno o meno estesi. Se ciò non dovesse avvenire, grandi compagnie assicurative come Centene e UnitedHealth potrebbero dover fronteggiare un calo dei ricavi. Harris vuole estendere i sussidi, ma Trump non è dello stesso avviso e anzi punterebbe a sostituire l'Affordable Care Act, ha detto Larry Levitt, vicepresidente esecutivo di KFF, un gruppo di ricerca sulla politica sanitaria senza scopo di lucro.
Auto elettriche
Attualmente le auto elettriche godono di crediti di imposta federali per 7.500 dollari riguardo l'acquisto di nuovi veicoli e di 4.000 dollari con riferimento alle vetture usate. Harris ha promesso di mantenere i sussidi, ma Trump vorrebbe eliminarli. Da sempre il leader dei repubblicani si è scagliato contro le auto a batteria. Tuttavia, l'Amministratore delegato di Tesla, Elon Musk, sta finanziando la sua campagna elettorale e la posizione del tycoon potrebbe essere ammorbidita per non collidere con l'interesse di un alleato così prestigioso.
Secondo Sarah Bianchi, senior managing director di Evercore ISI, affinché i sussidi per l'energia pulita o gli incentivi ai consumatori vengano eliminati è necessaria una maggioranza repubblicana alla Camera e al Senato. Tuttavia, "il rischio maggiore è che Trump usi l'autorità del ramo esecutivo per limitarli attraverso modifiche normative", ha detto.
Commercio al dettaglio
Alcuni comparti del commercio al dettaglio tremano all'eventualità di una vittoria di Trump, per via dei dazi commerciali. Il tycoon ha promesso di applicare tariffe dal 10% al 20% su tutte le merci importate, che si elevano al 60% sui prodotti che arrivano dalla Cina. Secondo i dati riportati dall'American Apparel & Footwear Association, il 97% dell'abbigliamento venduto negli Stati Uniti è importato, con Pechino che rappresenta oltre un terzo del totale. Stesso discorso vale per il 98% delle calzature, di cui più della metà giunge dalla Cina.
La Consumer Technology Association rileva che oltre il 90% dell'elettronica di consumo è di provenienza straniera. Anche in questo caso è il Dragone a farla da padrone, esportando in USA il 79% dei laptop, il 78% degli smartphone e l'87% delle console per videogiochi. Gli importatori pagano le tariffe più alte, ma poi le trasferiscono ai rivenditori, i quali potrebbero vedere un calo delle vendite e dei margini di profitto nel caso in cui non riuscissero a loro volta a trasferire i maggiori costi ai consumatori finali.
Energia
Se una vittoria di Trump non farebbe esultare di gioia i produttori di auto elettriche, al contrario farebbe la felicità dei colossi del gas e petrolio. Il 78enne newyorkese ha promesso di riattivare le licenze per l'esportazione di gas naturale liquefatto messe in pausa dall'amministrazione Biden. Questo significherebbe un aumento delle vendite per i produttori di GNL statunitensi, secondo quanto riferito dall'Energy Information Administration.
Inoltre Trump ha intenzione di porre fine ai regolamenti dell'attuale inquilino alla Casa Bianca che limitano le emissioni di carbonio delle centrali elettriche a carbone e gas. Insomma, il candidato repubblicano cercherà di prolungare la vita dei combustibili fossili, anche a costo di mettere il bastone tra le ruote alla lotta al cambiamento climatico. Per questo, i produttori tradizionali di energia potrebbero registrare una nuova fase di profitti fiorenti.