Dan Ives: le 4 tech europee da comprare | Investire.biz

Dan Ives: le 4 tech europee da comprare

30 dic 2025 - 10:00

L’Europa vive un “momento della verità” sulla tecnologia: Dan Ives individua quattro nomi da tenere sotto controllo: SAP, ASML, Klarna e Spotify

Nei mercati europei serpeggia una stanchezza che ha ormai superato la fase del mugugno: investitori e fondatori guardano Oltreoceano, e sempre più spesso scelgono gli Stati Uniti per dare compimento alle proprie ambizioni in Borsa. È il sintomo di una critica diventata ricorrente: l’Europa fatica a “nutrire” aziende tecnologiche capaci di scalare, attrarre capitali e competere con i colossi globali.

Dan Ives, responsabile globale della ricerca tecnologica di Wedbush Securities, la definisce una fase di verifica decisiva, un vero “gut check moment”, un "momento della verità", per capire se il continente possa ancora credere nel ruolo di hub dell’innovazione.

Ives racconta un clima che incontra di frequente nei suoi viaggi: “viaggio molto in Europa e c’è una frustrazione crescente, perché gli investitori vedono cosa succede nel mondo e dicono: ‘e noi?’”. E tuttavia, dentro questo quadro di pressione competitiva e di aspettative deluse, l’analista non archivia l’Europa come un caso perso.

Al contrario, individua quattro titoli tecnologici europei da monitorare con attenzione: il gigante del software SAP, il leader delle macchine per chip ASML, la regina del “buy now pay later” Klarna e la piattaforma di streaming Spotify. Quattro storie diverse, unite da una stessa tensione: dimostrare che, anche in un mercato giudicato più severo e meno propenso a premiare la crescita, esistono asset capaci di offrire ancora performance e narrativa.

 

 

SAP e ASML: l’AI come leva, tra software e semiconduttori

Partiamo da SAP. Il 2025 non è stato gentile con il titolo, in rosso di oltre 11 punti percentuali da inizio anno. Ma la lettura degli analisti è meno cupa del grafico. Secondo il consenso raccolto da LSEG, il target price medio è a 286,42 euro, che implica un potenziale rialzo di oltre il 37%. 

Bank of America, in una nota pubblicata a inizio mese, ha inserito SAP tra le sue “25 azioni per il 2026”, aspettandosi che il prossimo anno porti conferme su due fronti cruciali: “ci aspettiamo che il 2026 veda SAP confermare la trazione della sua offerta AI, sostenendo lo slancio commerciale, e al contempo offrendo ulteriore efficienza operativa”. Anche Dan Ives sottolinea il cambio di passo: “Alcune delle cose che SAP sta facendo sono ovviamente impressionanti”.

Se SAP rappresenta l’Europa del software enterprise che cerca un secondo motore nella corsa all’AI, ASML incarna l’Europa dell’infrastruttura critica. Il gruppo olandese produce macchine di fotolitografia complesse, decisive per fabbricare i chip più avanzati: un anello della catena che oggi, con l’esplosione della domanda legata all’intelligenza artificiale, vale quasi più della narrativa stessa.

In questo caso il mercato sta premiando il titolo, in rialzo di oltre il 30% nel 2025. Eppure, secondo LSEG, il target price medio si attesta a 972,44 euro, pari a un upside di circa l'8%.

Bank of America, con l’analista Didier Scemama, ha definito ASML la sua prima scelta nel settore semiconduttori e uno dei migliori pick per il 2026, con un’ipotesi chiave: margini lordi in espansione nel 2027. Nella lettura di Dan Ives, il punto resta strategico: “ASML è un attore centrale in termini di AI”.

 

 

Klarna e Spotify: volatilità e pricing power nella nuova Europa consumer

La terza scommessa è Klarna, caso emblematico anche per la geografia dei capitali: la società “buy now pay later” ha scelto New York e, dalla quotazione al NYSE in settembre, il titolo ha perso oltre il 20%. Ma l’interesse degli analisti non si è raffreddato.

Sempre secondo i dati LSEG, il target price medio è a 45,63 dollari, cioè un premio di oltreil 40% rispetto ai livelli attuali. Un elemento ha pesato nel sentiment: in novembre Klarna ha superato le attese di Wall Street sui ricavi del terzo trimestre, nel suo primo report di utili da società quotata.

In quell’occasione, l’azienda ha indicato un sostegno importante dalla crescita negli Stati Uniti, a conferma che la partita - per molte tech europee - si gioca ormai su scala transatlantica.

Infine Spotify, uno dei pochi nomi consumer-tech europei capaci di mantenere una narrativa di crescita e, al tempo stesso, di mostrare segnali di maturazione economica: il titolo da gennaio è salito di circa il 30% . La società ha presentato risultati del terzo trimestre solidi, oltre le previsioni di Wall Street, e in novembre ha comunicato ricavi totali in aumento del 12% anno su anno.

Per LSEG, il target price medio è a 754,87 dollari, pari a un upside del 30%. Nel dibattito sul 2026 entra anche il tema del potere di prezzo: secondo gli esperti di Deutsche Bank, Spotify potrebbe aumentare il costo degli abbonamenti nel 2026, con un effetto potenziale del +5% sui ricavi.

 

 

 

 

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