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Vendite alla scoperto consentite grazie alla normalizzazione dei mercati azionari;
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Rimane in vigore la comunicazione all'ESMA in caso di vendite che superano lo 0,1% del capitale sociale;
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Dall'imposizione del divieto del 17 marzo, Piazza Affari è cresciuta del 18%
Finalmente si riparte. Buona parte delle restrizioni che erano state imposte per contenere la pandemia sono state rimosse al fine di dare slancio alle attività economiche, rimaste bloccate per due mesi. E anche sui mercati finanziari si sta lavorando a tutti i livelli per far gradualmente ritornare la situazione alla normalità. In questo contesto è notizia di questa mattina che la CONSOB ha deciso di sospendere il divieto di vendere allo scoperto e di incrementare le posizioni di short selling in essere. Lo stop allo short terminerà oggi alle 23:59, quindi nei fatti da domani si potrà riprendere a vendere allo scoperto. Si ricorda che il divieto, della durata di 3 mesi, era in vigore dal 17 marzo 2020, 5 giorni dopo la disastrosa conferenza stampa di Christine Lagarde che provocò lo storico crollo del 17% di Piazza Affari. Allora l'obiettivo era di evitare che la speculazione prendesse il sopravvento dopo che, proprio a seguito delle dichiarazioni del numero uno della BCE, vi fu un'accelerazione delle vendite fino al 50% della media di periodo. Ciò che ha spinto ora l'Autorità di vigilanza ad adottare questa misura è stata la riduzione della liquidità che si è avuta nei mercati in quest'ultimo periodo e l'avvio verso una normalizzazione dei mercati, come dimostra anche il calo della volatilità delle contrattazioni rispetto alla fase critica della piena emergenza. La decisione non è stata presa in totale autonomia ma dopo aver concertato con gli altri istituti di vigilanza di Austria, Belgio, Francia, Grecia e Spagna che hanno optato per la stessa linea. Nonché con l'ESMA, che comunque mantiene sempre l'obbligo di notificare, da parte degli operatori, l'assunzione di posizioni di vendita che superano lo 0,1% del capitale sociale (0,2% prima del provvedimento del 16 marzo). Ad ogni modo, l'istituto guidato da Paolo Savona sarà sempre vigile sull'andamento delle quotazioni e pronta ad intervenire, insieme con le altre autorità, qualora la situazione lo richiedesse.
Cosa significa questo per i mercati azionari?
Da quando è stato imposto il divieto il FTSE Mib ha sicuramente avuto una reazione positiva, passando da un minimo di 14.153 punti del giorno antecedente a 17.100 della quotazione attuale, con un massimo di periodo di 18.302 in data 30 aprile. Insomma una crescita ad oggi del 18%, più o meno come quella francese del CAC 40, meglio di quella spagnola dell'IBEX 35 (+12%) e in linea con l'indice EURO STOXX 50 (+19%). Peggiore la performance rispetto all'indice DAX (+24%), non solo probabilmente per una questione legata alla differenza dei fondamentali tra Italia e Germania, ma anche perché l'atrocità del virus è stata più rilevante nel nostro Paese e questo ha costretto le Autorità governative ad attuare provvedimenti di chiusura più ferree e immediate.
Imparagonabile la situazione in confronto agli indici di Borsa americani, con l' S&P 500 che ha viaggiato sopra il 25% dai minimi di marzo e il NASDAQ sopra il 27%. Questo nonostante il Covid-19 in USA si è manifestato con ancora maggiore violenza, come risulta dall'esorbitante numero di morti e di contagi. La differenza sostanziale è che la FED e il Governo a stelle e strisce hanno tempestivamente e incessantemente fornito i mercati di quella liquidità necessaria per sostenere le quotazioni evitando di farle precipitare nel baratro. Nella giornata di oggi Piazza Affari risulta ben intonata, con rialzi sopra l'1%, nonostante lo stacco dei dividendi di alcune grandi aziende. A spingere gli acquisti l'avvio della Fase 2 annunciata nel fine settimana dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.