Il piano di Citigroup di ritirarsi dalla Russia potrebbe essere complicato perché la banca americana rischia una perdita di 4 miliardi di dollari con le sanzioni al Paese imposte dall'Occidente. L'istituto finanziario aveva rivelato recentemente un'esposizione di 9,8 miliardi di dollari alla fine del 2021, il che denotava una maggiore vulnerabilità in confronto ad altre grandi banche d'affari.
Tale esposizione comprende la sua succursale russa e i depositi presso la Banca di Russia, che ha subito pesanti misure restrittive dagli Alleati, come il congelamento di 630 miliardi di dollari di riserve all'estero. Mark Mason, capo dell'ufficio finanziario di Citi ha riferito che, se si dovesse verificare uno scenario di forte stress, poco meno della metà dei 9,8 miliardi di dollari potrebbero finire persi, sebbene abbia puntualizzato che molto dipende dall'evoluzione del conflitto Russia-Ucraina e che alla fine il danno potrebbe essere anche significativamente inferiore.
Citigroup: il piano aziendale di Fraser
Da quando l'Amministratore Delegato di Citi, Jane Fraser, ha annunciato la volontà della banca di cedere la gran parte degli asset internazionali poco redditizi nella primavera dello scorso anno, vi è stato un tentativo di fuoriuscire da certi mercati, il che ha generato 2 miliardi di dollari di svalutazioni. La banca al dettaglio russa però non è rientrata tra le vendite, nonostante i tentativi di Citi.
Adesso il gruppo finanziario deve affrontare il passivo, ridefinendo nuovi obiettivi aziendali dal punto di vista della redditività con un programma di ristrutturazione. Questo con ogni probabilità confinerà Citigroup in coda ad altre grandi banche di Wall Street, subendo uno svantaggio competitivo notevole. Citi ha affermato che punta nei prossimi anni a un ritorno sul capitale comune tangibile tra l'11% e il 12%, mentre Morgan Stanley arriverà al 20%, JP Morgan al 17% e Goldman Sachs tra il 15% e il 17%.
Fraser è pienamente consapevole di questo, così come lo è per il fatto di non aver appagato le aspettative degli investitori. Per tale ragione il CEO aziendale si è posto come obiettivo prioritario quello di riscostruire la credibilità della banca nel medio-lungo termine.
Allo scopo, ha sottolineato che occorrono anni per mettersi in linea con i colleghi di Wall Street in quanto ciò richiede investimenti nelle 5 linee di business di Citi e negli aggiornamenti tecnologici, anche per soddisfare le richieste da parte delle Autorità di regolamentazione.
Le 5 attività riguardano i servizi di tesoreria e commercio, la gestione patrimoniale globale, i servizi bancari aziendali e commerciali, i mercati e i servizi bancari personali statunitensi. Su queste l'azienda si concentrerà dopo aver completato la ristrutturazione.
Quanto al discorso tecnologico, Fraser ne sottolinea l'importanza perché negli anni la redditività della banca è stata messa sotto pressione proprio a causa delle spese affrontate per le sue carenze che non è riuscita a correggere. Nel 2022 sono previsti costi operativi in aumento fino al 6%, con la spesa normativa che raddoppierà a 3,5 miliardi di dollari e gli investimenti nella sua unità di tesoreria e servizi commerciali che cresceranno.
Citigroup: vanno comprate le azioni in Borsa?
Il gap di redditività rispetto alle grandi banche d'affari USA ha lasciato le azioni di Citigroup indietro, con gli investitori delusi dalle promesse del management di colmare tale divario negli anni senza che poi venissero mantenute.
Quest'anno il titolo in Borsa è in calo dell'8,5%, nonostante il settore bancario abbia beneficiato dalle aspettative di rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve. Mentre se si estende l'orizzonte temporale agli ultimi 12 mesi la perdita è stata del 13,5%.
Secondo Barclays, Citi è l'unico titolo a essere scambiato al di sotto del suo valore contabile tangibile, costantemente inferiore rispetto alla media delle altre banche d'affari. Susan Katze, analista di Credit Suisse, invece ha abbassato le stime sugli utili di Citigroup per quest'anno, in considerazione della minore probabilità di avviare un piano di riacquisto di azioni per via delle esposizioni russe.