La corsa della Cina all’autosufficienza nei semiconduttori per l’intelligenza artificiale sta accelerando. Complice il persistere delle restrizioni USA sull’export dei chip più avanzati di Nvidia, capitali domestici e supporto politico stanno alimentando la crescita di un ecosistema locale di produttori di chip AI, sempre più affollato e ambizioso.
Washington continua a vietare a Pechino l’accesso ai processori Nvidia più potenti, nonostante un parziale allentamento delle restrizioni su alcune versioni meno avanzate. Parallelamente, Pechino punta a ridurre la dipendenza da tecnologie estere, incentivando lo sviluppo di una filiera domestica dei semiconduttori.
Secondo gli analisti, la Cina ha ancora colli di bottiglia rilevanti, in particolare nell’accesso ai macchinari più sofisticati per la produzione dei chip. Tuttavia, in altri segmenti della catena del valore, come le memorie e l’integrazione di sistemi, i progressi sono stati rapidi (Svolta nella guerra dei Chip: la Cina completa il prototipo segreto). Le recenti IPO di MetaX e Moore Threads, accolte da rialzi esplosivi sui mercati cinesi, sono solo l’ultimo segnale dell’entusiasmo degli investitori per le alternative nazionali ai processori Nvidia.
Sebbene nessuna azienda cinese abbia ancora raggiunto il livello tecnologico dei chip più avanzati del colosso USA, i progressi sono significativi e il divario si sta riducendo, soprattutto grazie a strategie alternative e a un forte sostegno interno. Vediamo quindi quali sono le realtà cinesi principali rivali del colosso guidato da Jensen Huang.
Huawei: la sfida passa dai cluster
Huawei è il nome più temuto da Nvidia sul mercato cinese. Il gruppo sviluppa la serie di chip Ascend e prevede di lanciare la prossima generazione, Ascend 950, nel 2026. Pur non essendo competitivi “chip contro chip” con le soluzioni Nvidia, i processori Huawei vengono utilizzati in grandi cluster, collegando un numero maggiore di chip per ottenere prestazioni elevate. Questa architettura, basata su interconnessioni ad alta velocità, consente di aggirare in parte la mancanza di chip di fascia estrema e sfrutta i punti di forza attuali dell’industria cinese.
Baidu: il modello full-stack con Kunlun
Baidu, il principale motore di ricerca cinese, è un altro attore chiave. Attraverso la controllata Kunlunxin, il gruppo ha presentato una roadmap quinquennale per i propri chip AI, con nuovi processori attesi nel 2026 e 2027.
La strategia di Baidu è quella del “full-stack”: chip proprietari, server, data center, modelli e applicazioni AI. Gli analisti considerano i chip Kunlun tra i meglio posizionati per intercettare la domanda dei grandi hyperscaler cinesi, sempre più orientati a fornitori locali.
Alibaba: chip su misura per il cloud
Anche Alibaba investe nei semiconduttori da diversi anni. Il colosso dell’e-commerce e del cloud sta sviluppando chip di intelligenza artificiale focalizzati in particolare sull’inference, cioè sull’esecuzione dei modelli già addestrati.
Secondo diversi osservatori, il miglioramento delle prestazioni dei chip proprietari di Alibaba ha già contribuito alla crescita dei ricavi della divisione cloud, rafforzando la competitività del gruppo in un mercato sempre più strategico.
Cambricon: il caso di maggiore successo finanziario
Cambricon è spesso indicata come il candidato più credibile a diventare un campione nazionale nei chip acceleratori per l’AI. Fondata nel 2016, la società ha registrato risultati finanziari record nel 2025, con ricavi in crescita di oltre il 4.000% su base annua e il ritorno a una solida redditività.
Secondo diversi investitori istituzionali, Cambricon potrebbe affermarsi come un’alternativa “sufficientemente valida” ai chip Nvidia declassati disponibili in Cina, soprattutto per applicazioni di training e inference su larga scala.
I nuovi protagonisti: MetaX, Moore Threads e altri
Accanto ai grandi gruppi tecnologici, stanno emergendo nuove realtà. MetaX, fondata da un ex dirigente Advanced Micro Devices (AMD), ha raccolto circa 600 milioni di dollari con l’IPO e sviluppa GPU per carichi AI avanzati.
Moore Threads, nata da un ex manager di Nvidia China e spesso soprannominata la “Nvidia cinese”, è pronta a presentare una nuova architettura GPU dedicata ad AI training e inference. Completano il quadro aziende come Enflame, focalizzata su chip per data center AI, e Biren Technology, che sviluppa GPU ad alte prestazioni ed è prossima alla quotazione in Borsa.