I mercati azionari cinesi hanno vissuto finora un 2021 molto travagliato. La repressione delle Autorità di Pechino ha mandato al tappeto grossi colossi come Alibaba e Tencent, ma non è solo il settore tecnologico ad aver sofferto. Il pugno duro del Governo si è esteso all'educational, all'intrattenimento e soprattutto al settore immobiliare.
In quest'ultimo caso la crisi di Evergrande ha contribuito a far degenerare la situazione, costringendo le Autorithy a fare un passo indietro. Ricordiamo che il grande obiettivo di prosperità comune voluto da Xi Jinping comportava mettere un freno all'incremento continuo del prezzo delle case per permettere alla gente comune di poter accedere all'acquisto. Il disastro debitorio dello sviluppatore immobiliare ha scavato una voragine in tutto il settore, imponendo allo Stato di allentare la presa.
La crisi energetica è stata poi il colpo di grazia, costringendo varie imprese energetiche a interrompere l'attività produttiva a causa dell'aumento forsennato del prezzo delle materie prime e alcune addirittura a chiudere battenti.
Cina: il 2022 un anno politico, rimbalzo in vista?
Tutto questo ha allontanato gli investitori dai mercati continentali facendo crollare le quotazioni azionarie. La Cina infatti è diventata il più grande mercato asiatico in cui la maggioranza dei fondi ha un sottopeso sulle azioni. Di conseguenza ora i titoli sono scambiati molto a sconto e dall'estero cominciano ad affiorare segnali di interesse. Dopo il mese di luglio, gli afflussi netti verso le Borse cinesi hanno superato i 4 miliardi di dollari e la tendenza potrebbe continuare soprattutto a partire dal prossimo anno.
Nel 2022 infatti vi sarà il 20esimo Congresso del Partito Comunista cinese, in cui probabilmente Xi Jinping otterrà il terzo mandato. Normalmente nell'anno politico il Governo non gradisce che ci sia molta volatilità sui mercati, quindi è ragionevole pensare che quantomeno ci possa essere un rimbalzo tecnico da parte di quei titoli maggiormente bistrattati durante l'anno in corso.
Cina: analisti cautamente ottimisti sulle azioni
Superato lo shock normativo, gli analisti hanno iniziato a essere positivi sulle azioni negli ultimi tempi. HSBC sta consigliando ai clienti di comprare e finora ha ricevuto una buona risposta da parte del pubblico. La banca d'affari londinese ha affermato che le società quotate nelle Borse cinesi si siano avvicinate al punto più basso e che adesso sono pronte a ripartire una volta che i controlli normativi sono stati attuati.
Anche gli strategist di Goldman Sachs hanno una view nel complesso positiva sui mercati cinesi, individuando 50 titoli che possono sfuggire alla campagna di prosperità comune del Governo. Per l'istituto finanziario americano nel portafoglio vanno inserite aziende che operano nei settori delle energie rinnovabili, della manifattura e delle infrastrutture. Andrebbero invece evitate quelle società come le immobiliari e dell'istruzione che ancora stanno vivendo molte pressioni.
Nomura è dell'idea che gli investitori debbano ricostruire le posizioni sottopesate in Cina, dal momento che i segnali negativi si stanno via via attenuando dopo le rigorose restrizioni settoriali che hanno cancellato oltre 1.000 miliardi di valore da metà febbraio. Altre banche d'affari come Credit Suisse e Fidelity invitano invece a una certa cautela, sostenendo che le misure di inasprimento potrebbero non essere finite e quindi che sia troppo presto per tornare a puntare sulla Cina.