Gli Stati Uniti stanno ridefinendo le regole sull’esportazione dei chip AI (Artificial Intelligence) verso la Cina, come parte di una strategia più ampia per limitare l’accesso di Pechino alle tecnologie avanzate e preservare il vantaggio competitivo americano nel settore dei semiconduttori. A dicembre 2025, l’amministrazione Trump ha annunciato che imporrà tariffe sulle importazioni di semiconduttori cinesi, con l’entrata in vigore prevista entro giugno 2027; il tasso specifico sarà reso noto almeno 30 giorni prima dell’attuazione.
Parallelamente, la politica statunitense sulle esportazioni di chip legati all'intelligenza artificiale verso le aziende cinesi è cambiata: dopo la sospensione di alcune restrizioni ad aprile 2025, il governo sta rivedendo le autorizzazioni per i chip Nvidia H200 e altre tecnologie, bilanciando le pressioni di sicurezza nazionale con la volontà di non escludere completamente il mercato cinese.
Nvidia ha registrato un aumento delle azioni dopo l’annuncio che inizierà a spedire processori H200 in Cina a partire da metà febbraio 2026, utilizzando scorte esistenti e con ordini futuri pianificati. Advance Micro Devices (AMD) sta seguendo una strada simile con i suoi chip MI308, anch’essi considerati per l’export. Nel frattempo, la Cina sta esplorando strade alternative, spingendo le aziende locali a rifornirsi presso soggetti nazionali in modo da affrancarsi dalla tecnologia statunitense.
Chip AI: quali impatti delle misure USA su Nvidia e AMD
Le ultime modifiche della politica americana, tuttavia, hanno riacceso il dibattito su quale impatto potranno avere le misure su Nvidia e AMD, tra i principali gruppi coinvolti. Secondo Simon Leopold, analista di Raymond James, non è facile valutarne gli effetti perché molti aspetti dovranno essere considerati in maniera dinamica. In uno scenario ottimista, l'esperto prevede che Nvidia generi ricavi incrementali tra i 7 e i 12,5 miliardi di dollari, con utili per azione tra 0,15 e 0,30 dollari nel 2026. Riguardo AMD, il potenziale è più debole, con una stima di entrate aggiuntive per circa 500-800 milioni di dollari ed EPS di circa 0,10-0,20 dollari.
"Restano dubbi sul fatto che il governo cinese permetterà o scoraggerà i suoi operatori cloud dall'acquistare GPU avanzate, così pure su come verrà contabilizzata la tariffa di licenza di esportazione del governo statunitense", ha scritto Leopold. Il governo americano richiede un pagamento del 15% sul valore della merce esportata, il che introduce complessità con riferimento a prezzi e contabilità, secondo Leopold.
Su Nvidia, l'analista sottolinea che la Cina rimane una parte relativamente piccola del business complessivo dei data center, in quanto la crescita è principalmente trainata dagli hyperscaler statunitensi come Amazon, Microsoft e Alphabet, oltre che da AI sovrana e clienti enterprise. "Continuiamo a considerare l'infrastruttura AI come un'opportunità da diversi migliaia di miliardi di dollari nel prossimo decennio, con Nvidia ben posizionata per sostenere una crescita leader nel settore, i margini e la quota dominante negli acceleratori di data center, e ribadiamo il nostro rating 'strong buy' sulle azioni", ha scritto.