Il grande gestore di fondi Stanley Druckemiller ha puntato sulle azioni Chevron nel quarto trimestre 2021. Lo rileva il classico deposito normativo che i gestori devono effettuare presso la Securities and Exchange Commission 45 giorni dopo la fine di ogni trimestre. Dai documenti risulta che Druckemiller ha investito in 824.440 azioni della major petrolifera a prezzi compresi tra 100 e 117 dollari, che si sono registrati durante i 3 mesi chiusosi a dicembre.
Considerato che oggi il titolo Chevron quota a 134,26 dollari, come risulta dall'ultima chiusura di Wall Street, l'attuale gestore di Duquesne Family Office ha sicuramente fatto un bel guadagno. Questo è stato motivato dalla straordinaria crescita dei titoli energetici per effetto dell'impennata dei prezzi del petrolio. I periodi di inflazione sono significativi per tali tipologie di aziende, nel momento in cui queste ultime possono cavalcare i guadagni nelle quotazioni delle materie prime.
Chevron proviene da 6 mesi di rialzi nella Borsa di New York, durante i quali dai minimi di settembre le azioni sono aumentate di circa 40 dollari. In questo 2022 il titolo ha realizzato una performance appena sopra il 14%, portando al 45% il profitto negli ultimi 12 mesi.
Un andamento in controtendenza a quello degli indici americani che quest'anno viaggiano tutti in territorio negativo. Nell'ultima sessione di Borsa le azioni sono scese dello 0,73%, in scia alla correzione dei prezzi del petrolio, che hanno rallentato la loro corsa con il ritiro delle truppe russe al confine con l'Ucraina.
Chevron: vanno comprate le azioni in Borsa?
Bisogna comprare quindi le azioni Chevron? Il consenso non è unanime tra gli analisti sulle prospettive della società. Alcuni temono che i buoni risultati raggiunti finora necessitino di una pausa e pertanto preferiscono puntare magari su aziende più piccole ma che hanno ancora ampio spazio di crescita. Altri invece ritengono che chi desidera un titolo energetico a basso rischio, l'investimento in Chevron è tra i più sicuri del settore.
A favore però vi sono diversi catalizzatori che non possono essere trascurati. In primo luogo il bilancio è solido e difficilmente verrà messo a repentaglio dalle turbolenze di mercato. In secondo luogo la società sta premiando gli azionisti con dividenti e riacquisti di azioni. Il dividend yield oggi è al 4,2% e nel 2021 il gruppo di San Ramon ha speso 1,4 miliardi di dollari per buyback azionari.
Secondo molti quest'ultimo numero è destinato a essere 2 o 3 volte maggiore quest'anno. Un terzo elemento positivo è il costo basso del titolo, essendo che le azioni scambiano a 13 volte gli utili attesi del 2022, molto al di sotto delle 20 volte dell'indice S&P 500. Infine l'azienda si è mossa bene durante la pandemia, effettuando acquisizioni come la rivale Noble Energy a prezzi veramente scontati.
La prossima sfida di Chevron è quella che riguarda la transizione energetica, coniugando una maggiore efficienza nel produrre greggio e la necessità di abbandonarlo. Alcuni progressi fatti dall'azienda in settori come quello dei biocarburanti e della cattura del carbonio fanno ben sperare, creando le condizioni affinché il colosso energetico possa essere ancora grande protagonista nei prossimi anni.