Il produttore di chip per l’intelligenza artificiale Cerebras Systems ha annunciato venerdì di aver ritirato i piani per un’offerta pubblica iniziale (IPO), pochi giorni dopo aver raccolto oltre 1 miliardo di dollari in un round di finanziamento privato.
In un documento depositato presso la U.S. Securities and Exchange Commission (SEC), l’azienda ha dichiarato di non avere intenzione di procedere con l’offerta “in questo momento”, senza specificarne i motivi. Un portavoce ha precisato a CNBC che Cerebras intende comunque quotarsi in Borsa appena possibile.
Cerebras: cambio di strategia dopo un anno di attesa
Cerebras aveva presentato domanda di IPO poco più di un anno fa, mentre cercava di sfidare Nvidia nel settore dei processori dedicati ai modelli di IA generativa. I documenti di allora rivelavano una forte dipendenza da un unico cliente, la società emiratina G42, sostenuta da Microsoft, che è anche tra gli investitori dell’azienda.
Nel prospetto, Cerebras aveva inoltre notificato volontariamente al Comitato per gli Investimenti Esteri negli Stati Uniti (CFIUS) la vendita di azioni a G42, ottenendo poi l’autorizzazione a marzo. Da allora, l’azienda ha cambiato approccio commerciale, spostando l’attenzione dalla vendita diretta dei propri sistemi all’offerta di servizi cloud che consentono l’accesso ai modelli di AI basati sui suoi chip.
Cerebras ritira IPO: una decisione in un contesto di forte competizione
Il ritiro dell’IPO arriva mentre altre società tecnologiche stanno accelerando gli investimenti in infrastrutture per supportare la domanda crescente di capacità di calcolo. Questa settimana CoreWeave ha annunciato un accordo da 14,2 miliardi di dollari con Meta, mentre OpenAI ha confermato un impegno di 300 miliardi di dollari in servizi cloud da Oracle.
Cerebras, da parte sua, ha raccolto 1,1 miliardi di dollari martedì scorso, raggiungendo una valutazione di 8,1 miliardi di dollari. Il CEO Andrew Feldman ha spiegato che la decisione non riflette una preferenza per i finanziamenti privati, ma la necessità di mantenere flessibilità e disporre del capitale necessario per cogliere le opportunità offerte dal boom dell’intelligenza artificiale.
“Abbiamo davanti enormi opportunità, e non vogliamo che vadano perse per mancanza di capitale”, ha dichiarato Feldman a CNBC. Un portavoce ha infine aggiunto che il prospetto originario era ormai superato, alla luce dei rapidi sviluppi nel settore AI. Il recente shutdown del governo USA non avrebbe avuto alcun ruolo nella decisione.