BYD è in difficoltà e gli investitori stanno vendendo le azioni in Borsa. Dai massimi storici di maggio 2025, il titolo della più grande casa automobilistica cinese ha perso circa il 30%. Sembra una storia incredibile, dal momento che fino a poco tempo fa tutti volevano comprare il titolo di un'azienda in costante ascesa e che aveva conquistato la palma del più grande venditore mondiale di auto a nuova energia - elettriche e ibride plug-in - scansando dal trono un colosso come Tesla.
Da maggio però è successo qualcosa. Le vendite interne si sono ridotte e non sono state compensate dalla crescita delle consegne internazionali. La concorrenza nel mercato cinese di player come Geely Automobile Holdings, Zhejiang Leapmotor Technology e Xiaomi si è rivelata fatale. Di fronte a un crollo del 10% delle consegne tra maggio e agosto, BYD ha reagito scatenando una guerra dei prezzi, ma anche l'ira di Pechino.
Il governo infatti teme che uno scenario del genere spinga fuori dal mercato i competitor meno attrezzati, producendo licenziamenti e il calo dei consumi cinesi. Giocoforza, si è attivato con una stretta per frenare questa tendenza.
L'ultima trimestrale di BYD è stata però disastrosa, con l'utile netto crollato del 30% in quella che è risultata la prima contrazione trimestrale degli ultimi tre anni. Sulla base di quanto riportato da Reuters, BYD avrebbe ridotto l'obiettivo annuale delle vendite di auto da 5,5 a 4,6 milioni di unità, benché ciò non sia stato confermato pubblicamente dalla società.
Il problema per l'azienda è che con prezzi dei suoi modelli più bassi, i margini saranno inevitabilmente più ridotti. Almeno nel mercato interno. All'estero la situazione è migliore, per ora. Le auto BYD più economiche e ad alte prestazioni hanno conquistato i consumatori. Tuttavia, la situazione potrebbe cambiare, in quanto regioni come Europa e Messico si stanno attivando per arginare l'espansione dei marchi cinesi.
Azioni BYD: vendere o comprare?
BYD non ha mai affrontato un periodo così difficile negli ultimi cinque anni. Il rallentamento delle vendite estive e il giro di vite del governo per mettere un argine agli sconti sui prezzi non completano però il quadro dei problemi dell'azienda con sede a Shenzhen. I suoi modelli sono obsoleti in Cina, specialmente in un contesto in cui il Paese è andato in sovraccapacità produttiva nel settore auto.
Secondo i dati riportati da Gasgoo Automotive Research Institute, lo scorso anno i produttori cinesi hanno sfornato 27,5 milioni di auto, praticamente la metà rispetto alla loro capacità. Con una domanda quindi in calo, è importante un rinnovamento della gamma dei prodotti e su questo BYD è carente per il momento, il che preoccupa gli investitori.
Tuttavia, gli osservatori di mercato ritengono che nel 2026 la situazione è destinata a cambiare: l'azienda proporrà una serie di modelli nuovi in grado di fare da catalizzatore per le azioni. "Un aggiornamento tecnologico potenzialmente importante potrebbe accelerare la crescita delle vendite il prossimo anno", ha affermato oggi in una nota Yuqian Ding, analista di HSBC Holdings Plc.
Altre considerazioni possono infondere maggiore ottimismo nella scelta se investire o meno nelle azioni BYD. Ad esempio, i rivali dell'azienda sono in rapida crescita, ma è da notare che partono da una base inferiore. Inoltre, l'integrazione verticale delle attività di BYD lungo la catena del valore - con l'azienda che produce le batterie da utilizzare nelle sue auto - è un punto di forza da non trascurare nell'ambito della guerra dei prezzi.