Buzzi esce dall'Ucraina, azioni da comprare o vendere a Piazza Affari? | Investire.biz

Buzzi esce dall'Ucraina, azioni da comprare o vendere a Piazza Affari?

15 ott 2024 - 09:00

15 ott 2024 - 09:28

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Prosegue il recupero del titolo Buzzi, con i prezzi che cercano di portarsi sui top degli ultimi due mesi. Quali i prossimi target sopra questi livelli?

I futures del Vecchio Continente impostati sopra la parità anticipano un inizio di seduta in leggero territorio positivo per i mercati azionari europei in una giornata che sarà contrassegnata dall'indice Zew tedesco e dal ritorno delle trimestrali americane. In questo contesto il FTSE Mib dovrebbe aprire le contrattazioni confermandosi oltre i 34.650 punti.

Dal punto di vista operativo le attese sono di una continuazione degli acquisti prima verso i 34.750-34.800 punti e successivamente in direzione dei 35.000 punti. Al contrario una discesa delle quotazioni sotto i 33.500 punti, dovrebbe favorire il ritorno delle vendite con un primo obiettivo i 33.300-33.250 punti e successivamente i forti supporti situati sui 33.000 punti.

Tra i titoli da seguire nella giornata odierna a Piazza Affari troviamo Buzzi, che nella giornata di ieri ha completato la vendita dei suoi asset in Ucraina. Andiamo a vedere i dettagli dell'operazione.

 

 

Buzzi: vende asset in Ucraina per 100 milioni di euro

Nella giornata di ieri Buzzi ha comunicato di aver completato il closing dell'operazione di cessione dei propri asset presenti in Ucraina a CRH. Il prezzo di vendita, il cui accordo era stato firmato nello scorso mese di giugno, ammonta a 100 milioni di euro. Nello specifico l'azienda italiana gestiva in Ucraina due cementerie a ciclo completo e due terminal per la distribuzione di cemento, oltre a impianti di calcestruzzo preconfezionato in tre città. Ricordiamo che il contributo degli asset presenti nel Paese era inferiore all'1% del proprio Ebitda. Nel dettaglio il fatturato dell'intero esercizio 2023 degli asset in questione si è attestato a 85,6 milioni di euro, con un margine operativo lordo pari a 5,6 milioni di euro.

Dopo l'operazione il focus del Gruppo si sposta ora in Brasile, dove nelle settimane passate è stata completata l'acquisizione, da Grupo Ricardo Brennand del 50% di NCPAR, la joint venture paritetica attraverso cui Buzzi opera nel Paese fin dal 2018. Il corrispettivo è stato di quasi 300 milioni di euro, utilizzando la liquidità a propria disposizione. Grazie a questa operazione Buzzi detiene ora il controllo di NCPAR al 100%. Quest'ultima gestisce cinque cementerie a ciclo completo e due centri di macinazione, con una capacità produttiva complessiva di circa 7,2 milioni di tonnellate all'anno.

 

 

Azioni Buzzi: analisi tecnica e strategie operative

Andiamo ora a vedere le attese sul titolo per le prossime sedute. Con volumi in contrazione rispetto alla media giornaliera mensile, è stata una seduta in territorio positivo quella di ieri per il titolo Buzzi che ha chiuso le contrattazioni a 35,86 euro. Nel breve periodo le attese sono di una prosecuzone degli acquisti che dovrebbero spingere le quotazioni in direzione dei massimi degli ultimi due mesi in area 36,85-36,95 euro.

Dal punto di vista operativo il superamento di queste aree resistenziali andrebbe a rafforzare quel movimento rialzista innescatosi nello scorso mese di agorto e che avrebbe come prossimi obiettivi i 37,50 euro e successivamente i 38,60 euro. Nel caso in cui il titolo riuscisse a lasciarsi alle spalle questi ultimi livelli, aumenterebbero le possibilità per l'azione di andare a mettere sotto pressione i massimi annuali situati sulla soglia dei 40 euro.

Al contrario la perdita dei 34,50 euro, minimi delle ultime settimane e nelle cui vicinanze troviamo sia la media mobile di lungo periodo che l'indicatore daily del Supertrend, aprirebbero la strada ad una fase correttiva. In questo caso avremmo un possibile test sui minimi dello scorso mese di settembre in area 33,50 euro ed in seguito il bottom degli ultimi 7 mesi in area 31,50 euro, toccati lo scorso 5 agosto. Fondamentale diventerebbe la tenuta di tali supporti per evitare un pericoloso indebolimento del quadro grafico, il quale aprirebbe la strada ad una continuazione della discesa fin verso i 30,25 euro, con target intermedi situati sui 31-30,90 euro.

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