I trader delle opzioni non inseguono più le Big Tech a Wall Street. Si tratta di un inversione di rotta che ha del sorprendente se si considera che per anni gli investitori hanno visto le grandi aziende tecnologiche dominare la scena come segno della supremazia degli Stati Uniti in campo economico e in particolare in quello dell'intelligenza artificiale.
L'arrivo di
DeepSeek ha cambiato le carte in tavola. La startup cinese ha introdotto un modello AI (Artificial Intelligence) rivoluzionario, basato su una quantità di chip Nvidia molto più bassa rispetto a quella utilizzata dalle Big Tech americane. Questo significa costi di gran lunga inferiori, pur mantenendo le stesse prestazioni.
La conseguenza diretta di quanto avvenuto si può riassumere in due aspetti: la Cina non è tagliata fuori dalla grande tecnologia come avrebbero voluto gli USA; la leadership degli Stati Uniti sul fronte dell'intelligenza artificiale viene messa seriamente in discussione. Tutto ciò si è riverberato inesorabilmente sui mercati finanziari, con gli investitori che ora si coprono attraverso le opzioni con sottostanti i titoli tecnologici. Secondo i dati Bloomberg, i premi dei derivati sono aumentati nella seconda metà di febbraio per la maggior parte delle Magnifiche Sette, mentre la scorsa settimana la volatilità implicita ha raggiunto il massimo dal mese di settembre.
Si tratta insomma di un'inversione di tendenza clamorosa rispetto a quando il costo delle opzioni put era quasi scomparso durante il periodo post-pandemico. "Queste inclinazioni sono state pesantemente ponderate verso il lato della call negli ultimi due anni", ha affermato Joe Mazzola, capo strategist del trading e dei derivati presso Charles Schwab Corp. "Ora i titoli che hanno premiato gli investitori sono quelli che stanno subendo di più".
Big Tech: cosa aspettarsi questa settimana
Le azioni delle Big Tech sono attese da una prova importante questa settimana, non solo per le questioni strette riguardanti l'AI e l'entrata in vigore dei dazi statunitensi su Messico, Canada e Cina (per quest'ultima ci sarà il raddoppio della tariffa dal 10% al 20%). Il mercato guarderà anche ad alcuni dati macroeconomici cruciali in ottica Federal Reserve. Oggi saranno pubblicati i risultati dell'attività delle fabbriche negli Stati Uniti, mercoledì sarà la volta delle letture sul settore dei servizi, mentre venerdì la temperatura si alzerà con i dati sul mercato del lavoro.
Tutte queste informazioni verranno analizzate dalla Fed per tracciare un percorso sui tassi di interesse quest'anno, a partire dalla riunione del 18-19 marzo. Il costo del denaro ha un'incidenza molto forte sui titoli tecnologici, perché un livello alto mantiene elevati i costi di finanziamento delle società e frena gli investitori negli acquisti delle azioni.
C'è da dire comunque che il nervosismo del mercato non si è limitato alle Big Tech, ma si è esteso a tutto l'indice S&P 500 lo scorso mese. Se si esclude l'ultima seduta rialzista di venerdì scorso, il VIX - l'indice di volatilità Cboe - ha raggiunto il picco da dicembre. "L'aumento del VIX degli ultimi giorni è stato tale che ha lasciato il volume implicito dell'S&P 500 particolarmente costoso", ha scritto in una nota Rocky Fishman, fondatore della società di analisi dei derivati Asym 500.