La guerra tecnologia e sulla riservatezza dei dati tra USA e Cina non si è mai assopita e ora si arricchisce di un altro capitolo che riguarda due big tech come Apple e Google. La Federal Communications Commission degli Stati Uniti infatti ha chiesto ai due giganti tecnologici di rimuovere TikTok, la popolare app cinese di video brevi di proprietà di ByteDance, dai loro app store. La motivazione riguarda i problemi di sicurezza dei dati.
Uno dei commissari della FCC, Brendan Carr, ha inviato una lettera ad Apple e Google, con la quale indicava che TikTok non è una solo una semplice app per condividere video divertenti, ma un "sofisticato strumento di sorveglianza che raccoglie una grande quantità di dati personali e sensibili". "TikTok raccoglie tutto, dalle cronologie di ricerca e navigazione ai modelli di battitura e agli identificatori biometrici, comprese le impronte facciali e le impronte vocali", sostiene il Commissario.
Nella missiva viene precisato che se le due aziende americane non rimuovono l'app, hanno tempo fino all'8 luglio per fornire le motivazioni, dove spiegano perché "l'accesso surrettizio ai dati privati e sensibili degli utenti statunitensi da parte di persone che si trovano a Pechino, insieme al modello di rappresentazioni e comportamenti fuorvianti di TikTok, non viola nessuna delle politiche del loro app store".
TikTok: tutto è visto in Cina
La lettera inviata da Carr fa anche riferimento a un rapporto del 17 giugno di BuzzFeed News, dove vengono riportate alcune dichiarazioni dei dipendenti di TikTok. Queste riferivano che gli ingegneri in Cina hanno avuto accesso ai dati degli utenti statunitensi tra settembre 2021 e gennaio 2022. Dalle registrazioni audio trapelate da diverse riunioni emergeva come tale accesso fosse maggiore di quanto precedentemente noto. Ad esempio, in un incontro un direttore di TikTok ha indicato un ingegnere di ByteDance come "un amministratore principale che ha accesso a tutto". In un'altra situazione invece un lavoratore del dipartimento Trust and Safety di TikTok avrebbe affermato che "tutto è visto in Cina".
Nel rapporto bomba di BuzzFeed News vi era la dichiarazione di un portavoce di TikTok, che affermava che la piattaforma è tra le più esaminate sotto il profilo della sicurezza e che il compito dell'azienda è quello di rimuovere qualsiasi dubbio quanto ai dati degli utenti americani. Per questa ragione, sono stati assunti gli esperti in modo da "convalidare gli standard di sicurezza e coinvolgere terze parti affidabili e indipendenti per testare le difese". Lo stesso giorno dell'uscita del rapporto, TikTok ha annunciato l'instradamento del traffico degli utenti statunitensi a Oracle Cloud Infrastructure, spostando i dati privati dai propri data center in USA e Singapore ai server cloud Oracle negli Stati Uniti.
TikTok: i piani di Donald Trump
TikTok non è la prima volta che è al centro della spinosa questione della riservatezza dei dati tra USA e Cina. Nel 2020 l'allora Presidente alla Casa Bianca
Donald Trump firmò un ordine esecutivo, con il quale chiedeva alla società cinese proprietaria della piattaforma, ByteDance, di
vendere quote di TikTok, altrimenti sarebbe stata bannata dagli Stati Uniti. Anche due anni fa si rivendicavano motivazioni che avessero a che fare con la sicurezza nazionale. Con l'avvicendamento alla Presidenza degli Stati Uniti e l'ingresso di
Joe Biden,
i piani per forzare la vendita sono svaniti, ma ora la situazione è tornata rovente e potrebbe avere sviluppi notevoli. Apple e Google non hanno ancora rilasciato commenti sulla questione.