La corsa del prezzo del petrolio non si arresta. In questi giorni il combustibile fossile ha superato quota 80 dollari al barile, livello più alto raggiunto negli ultimi 3 anni. La ripresa delle attività economiche dopo le chiusure generate dal Covid-19 ha fatto esplodere la domanda, polverizzando le scorte nei magazzini e facendo rilevare una carenza di offerta preoccupante.
Le prospettive per la stagione invernale, che si preannuncia essere particolarmente fredda, non sono molto rassicuranti. Di conseguenza salgono le attese che nei prossimi mesi vedremo un disequilibrio nel mercato della domanda e dell'offerta, con effetti rialzisti sulle quotazioni del greggio.
Goldman Sachs: la crisi energetica favorisce società del settore
Recentemente Goldman Sachs ha aggiornato le sue previsioni sul prezzo dell'oro nero, visto ora a 90 dollari al barile entro la fine dell'anno. Inoltre ha pubblicato un'analisi sui riflessi che tale contesto avrà sulle grandi società del settore petrolifero. La banca d'affari americana è convinta che all'orizzonte si affacci un'era determinata da un'offerta di materie prime più limitata e da valutazioni strutturalmente più alte.
Questo indubbiamente porterebbe a una sovraperformance delle società energetiche nei prossimi 12 mesi. Il terzo trimestre che si sta per concludere dovrebbe rilasciare utili per azioni che gli analisti della Banca vedono in media del 12% sopra il consensus per il 2021 e del 42% sopra le stime degli analisti per il 2022.
Se si dovesse configurare uno scenario di tale forma, le prospettive per gli azionisti saranno più che rosee, sia in termini di buyback che di dividendi. Nel primo caso le previsioni sono per programmi che comporteranno un ritorno dal 2% al 7% per l'anno prossimo. Nel secondo caso si prevede un rendimento medio delle cedole per il 2022 del 5,1%.
Goldman Sachs: 3 ragioni per comprare azioni Big Oil
Quindi bisognerà comprare le azioni delle società energetiche in Borsa? Per Goldman Sachs sì. La crescita delle azioni sui mercati sarà in media del 38%, per la casa d'affari americana. E saranno 3 le ragioni fondamentali a suffragio di questa tesi.
La prima consiste nei prezzi delle materie prime che si manterranno a livelli molto sostenuti, alimentando in questo modo la crescita degli utili delle società del settore. La seconda fa riferimento alla generazione del free cash flow da parte delle compagnie petrolifere dopo anni di forte indebitamento. Questo darà alla possibilità alle aziende di avviare programmi di riacquisto di azioni proprie e di aumento dei dividendi, fattori premianti per chi possiede il titolo.
La terza e ultima motivazione riguarda il processo di transizione energetica. Big Oil si è posto come obiettivo quello di ridurre le emissioni di CO2 di oltre il 20% entro il decennio. Per questo ha iniziato a investire intensamente in attività green valorizzandole in maniera particolare negli ultimi tempi.
Goldman Sachs: quali azioni energetiche comprare
La banca d'affari statunitense ha anche un portafoglio di azioni predilette su cui gli investitori potrebbero concentrare la propria attenzione. Innanzitutto British Petroleum, che garantirà un rendimento del 5,1% in dividendi e del 7,4% in buyback. Goldman ha aumentato il target price per il titolo BP da 500 a 540 euro.
Poi vi è TotalEnergies, che distribuirà cedole con un dividend yield del 6,7% ed effettuerà riacquisti di azioni aumentando il rendimento del 2,2%. L'obiettivo di prezzo in tal caso passa da 55 a 60 euro. Una terza azione su cui puntare è ENI, il cui rendimento azionario sarà spartito tra dividendi per il 7,9% e buyback per il 2,1%. Per la holding italiana Goldman ha fissato un target di 14,5 euro, ritoccandolo dal precedente livello di 13,5 euro.