Le Big Tech di Wall Street stanno acquistando immobili commerciali. Lo confermano alcuni dati che rilevano come dall'inizio della pandemia i colossi americani hanno investito parecchi miliardi per edifici, magazzini e quant'altro possa essere funzionale alla propria attività. S&P Global Market Intelligence ad esempio rileva che oggi le società quotate nella Borsa americana possiedono un controvalore di 1.640 miliardi di terreni e fabbricati, il dato più alto degli ultimi 10 anni e in crescita del 38% rispetto allo scorso decennio.
La carta vincente delle grandi aziende tecnologiche oggi è la liquidità, che possono sfruttare acquisendo la proprietà piuttosto che pagare locazioni onerose che vanno a incidere sul risultato aziendale. Ovviamente c'è un rovescio della medaglia, rappresentato dal rischio che gli immobili perdano di valore a seguito di una crisi del settore.
Big Tech: 3 ragioni dietro l'acquisto degli immobili
Ma perché le Big Tech hanno acquistato una grande quantità di immobili proprio durante il periodo pandemico, a differenza di molte altre aziende che aspettavano una discesa dei prezzi ancora più consistente per lanciarsi sul mercato? Le ragioni possono essere fondamentalmente 3.
In primo luogo società come Amazon, Facebook e Google hanno ottenuto ampi guadagni da quando il Covid-19 è entrato nella vita quotidiana di ogni persona. I blocchi e le quarantene che hanno costretto i negozi fisici a chiudere e la gente a rimanere in casa hanno dirottato l'attenzione verso il commercio e l'intrattenimento online. Di conseguenza le aziende tech hanno accumulato denaro che hanno deciso di impiegare nel mattone.
Amazon ad esempio ha acquistato il grande magazzino Lord & Taylor a Manhattan sborsando 978 milioni di dollari lo scorso anno, mentre Facebook ha investito 368 milioni di dollari per il campus di uffici a Bellevue, nello Stato di Washington. Oggi nel complesso la liquidità delle società quotate a Wall Street ammonta a 2.700 miliardi di dollari, in aumento del 90% rispetto all'ultimo quarto del 2011.
Un secondo fattore che ha determinato il grande interesse verso gli immobili riguarda i tassi d'interesse bassi. Investire il denaro accumulato in titoli di Stato o obbligazioni poco rischiose non rende molto, tanto vale mettere i propri soldi in assets come i beni immobiliari che comunque presentano rendimenti più soddisfacenti, con un livello di rischio abbastanza contenuto.
Infine va considerato un terzo aspetto, concernente i prezzi degli immobili commerciali. Rispetto a un anno e mezzo fa le quotazioni degli uffici sono diminuite in città come Manhattan, San Francisco e Chicago. Pertanto le Big Tech hanno trovato più conveniente investire denaro adesso, in un mercato peraltro in crescita.
Immobili: chi sono le Big Tech che hanno investito di più
Google è uno dei più grandi proprietari di immobili commerciali negli Stati Uniti, forte di ben 135,9 miliardi di dollari cash che deteneva nel secondo trimestre del 2021. Nel patrimonio del motore di ricerca online più grande del mondo si contano a partire dal 2020 quasi 50 miliardi di dollari investiti in terreni ed edifici, praticamente 10 volte la cifra di 10 anni fa.
Proprio la scorsa settimana, il colosso guidato da Sundar Pichai ha annunciato l'acquisto di un edificio per uffici a Manhattan del valore di 2,1 miliardi di dollari. Amazon possiede terreni ed edifici per 57,3 miliardi di dollari e, fatta eccezione per Walmart, supera qualsiasi altra società pubblica americana.