La semestrale di BHP ha offerto molti spunti, a partire dall'annuncio di un dividendo record di 7,6 miliardi di dollari. Il più grande minatore del mondo del minerale di ferro ha chiuso 6 mesi molto difficili, dove l'azienda ha dovuto affrontare i colli di bottiglia derivanti dalla crisi di approvvigionamento, lavorando nel frattempo lavorato per una transizione verso basse emissioni di CO2.
A quest'ultimo proposito gli analisti si aspettano che la strategia societaria si indirizzi verso un'esposizione maggiore a metalli come nichel, rame e potassio, dopo che BHP ha annunciato l'intenzione di una partnership con Woodside Energy per dar vita a uno dei maggiori produttori di petrolio del pianeta.
L'Amministratore Delegato Mike Henry ha dichiarato al riguardo che l'obiettivo aziendale è quello di generare la metà dei ricavi proprio da questi metalli entro il 2030 e perciò BHP cercherà fusioni e acquisizioni con società operative nel settore, ma solo al momento giusto e al giusto prezzo. Nel frattempo Henry ha evidenziato un recente progetto per l'esplorazione del nichel in Tanzania.
BHP: i numeri del semestre
L'azienda australiana è stata la prima a pubblicare i dati del semestre tra i minatori, riferendo di un utile attribuibile agli azionisti nel semestre chiusosi al 31 dicembre 2021 di 9,44 miliardi di dollari, corrispondente a 1,86 dollari per azione e superiore nettamente ai 3,88 miliardi di dollari o 0,76 dollari per azione delle stesso periodo dell'anno precedente.
Il risultato operativo è stato di 14,85 miliardi di dollari, maggiore rispetto ai 9,89 miliardi di dollari del 2020. Il fatturato è stato di 30,5 miliardi di dollari, mentre nel secondo semestre 2020 era stato di 24,04 miliardi di dollari.
A questi numeri ha contribuito soprattutto il rally delle materie prime, dovuto al rallentamento delle restrizioni che ha incrementato il prezzo di vendita. La società ha anche annunciato un dividendo provvisorio di 1,50 dollari per azione, pari a complessivi 7,6 miliardi di dollari, comprendente anche un importo aggiuntivo di 2,7 miliardi di dollari al di sopra della politica di pagamento minimo.
Dal punto di vista finanziario, BHP ha ridotto l'indebitamento netto da 11,8 a 6,1 miliardi di dollari, annunciando un target che va d 5 a 15 miliardi di dollari, il che consente all'azienda di resistere alle oscillazioni del mercato e allo stesso tempo di premiare gli azionisti. Compreso l'ultimo dividendo, la società ha restituito in totale 22 miliardi di dollari nell'ultimo anno e mezzo agli investitori.
Un elemento chiave che andrà valutato con attenzione nei prossimi mesi sarà l'inflazione, con i minatori che saranno tutti esposti all'aumento dei prezzi del carburante, dei salari e delle tariffe di trasporto.
Henry ha dichiarato che le pressioni inflazionistiche probabilmente perdureranno per tutto il decennio, sebbene i vincoli relativi alla catena di approvvigionamento tenderanno a rallentare. Fino ad ora però BHP è stata in grado di contenere meglio i costi rispetto al resto del settore e questo implica un'espansione reale dei margini, ha chiosato il CEO aziendale.
BHP: le opinioni degli analisti sulla semestrale
Gli analisti salutano il semestre rilasciato da BHP con positività. Secondo Tyler Broda, analista di RBC Capital Markets, il gruppo ha pubblicato una semestrale molto forte, soprattutto dal punto di vista finanziario, con la riduzione del debito e la creazione di denaro per poter esplorare future operazioni di M&A e ritorni di cassa.
Christopher LaFemina, analista di Jefferies, ritiene che BHP ora deve fare le cose in grande con fusioni e acquisizioni, ma senza attendere troppo, altrimenti il prezzo che dovrà pagare sarà maggiore. Tanto ormai i potenziali obiettivi sono stati identificati dall'azienda e si tratta solo di renderli concreti, ha concluso l'esperto.