Le azioni Baidu scendono nelle contrattazioni pre-market di Wall Street con perdite intorno al 2,5%, dopo che la
Securities and Exchange Commission ha inserito il motore di ricerca cinese tra le
società che potrebbero essere delistate da Wall Street.
L'Autorità di regolamentazione finanziaria americana ha aggiornato la lista di coloro che rischiano la rimozione dalla Borsa statunitense se non si adeguano alle regole contabili USA per 3 anni consecutivi. Una cosa che in questo momento è vietata dalla legge cinese.
Il numero delle ADR cinesi che ora sono in pericolo è arrivato a 10, con altre 5 che si aggiungono alle altrettante messe in black list il 10 marzo. Le new entry comprendono oltre Baidu anche: la piattaforma di intermediazione online Futu Holdings, il fornitore di attrezzature per l'acquacoltura Nocera, l'azienda biofarmaceutica Casi Pharmaceuticals, la piattaforma di streaming video iQIYI.
Baidu: la reazione alla decisione della SEC
La risposta di Baidu alla decisione della SEC si è avuta nella giornata di oggi attraverso un comunicato, nel quale collega l'azione dell'Autorithy USA alla presentazione della relazione annuale dell'azienda sul modulo 20-F per l'anno fiscale terminato il 31 dicembre 2021.
Nel comunicato si legge che la SEC determina come la società abbia utilizzato un revisore dei conti il cui documento di lavoro non potrà essere visionato completamente dal Consiglio di sorveglianza della contabilità delle società pubbliche.
Ad ogni modo, aggiunge Baidu, l'azienda ha esplorato possibili soluzioni e continuerà a rispettare leggi e regolamenti in Cina e negli Stati Uniti, cercando di mantenere la quotazione sia nella Borsa di Hong Kong che in quella americana.
USA-Cina: continua la tensione
La situazione attinente agli audit contabili continua a mantenersi tesa tra Washington e Pechino.
La SEC non abbassa la guardia, nonostante le Autorità cinesi sembravano aver riposto nel cassetto il guanto di sfida quel 18 marzo di quest'anno, quando hanno espresso l'intenzione di
voler collaborare con le Autorità statunitensi per evitare il delisting da parte delle proprie aziende nazionali. Quella presa di posizione aveva
rilanciato le quotazioni in Borsa della ADR cinesi, martoriate da un anno e mezzo di pressioni regolamentari mai viste.
I gestori dei fondi però stanno continuando a smantellare le posizioni nelle società cinesi a Wall Street per trasferirle a Hong Kong, posto sempre che si tratti di azioni con doppia quotazione. Nei casi in cui i titoli cinesi sono solamente quotati nella Borsa americana, molti fondi stanno aspettando una ripresa più consistente delle quotazioni per liquidare gli investimenti senza perdite o con un passivo più limitato, in modo da cautelarsi se dovesse configurarsi una soluzione estrema.
La SEC infatti ha messo sotto osservazione circa 270 ADR e anche grossi nomi come Alibaba, Tencent e NIO potrebbero essere a rischio in linea teorica. La cosa non avverrebbe nell'immediato, perché le società avranno 3 anni di tempo per adeguarsi prima che scatti il delisting. Molto però dipende da come a livello diplomatico si risolve la questione tra Cina e Stati Uniti.
Ci sarà davvero una collaborazione di Pechino oppure siamo di fronte a una di quelle promesse destinate a cadere nel vuoto? Tutto probabilmente rientra in una questione di tattica geopolitica, da cui la guerra Russia-Ucraina non è estranea, quantomeno per gli effetti che potrà determinare sulle alleanze strategiche.