Sono gli ultimi ruggiti di Donald Trump ma si fanno sentire. Il Presidente uscente alla Casa Bianca ha firmato l'ordine di inserire anche Xiaomi nella lista nera delle società cinesi incriminate di avere rapporti militari con l'esercito pechinese.
Le azioni del terzo produttore al Mondo di smartphone dopo Samsung e Huawei, sono così crollate ad Hong Kong arrivando a perdere fino al 13% del loro valore. A fine seduta il calo è stato del 10,26%. Quindi adesso chi ha acquistato le azioni dell'azienda cinese ha tempo fino all'11 novembre per liberarsene.
L'affondo di Trump ha lasciato attoniti gli investitori in quanto finora il tycoon si era accanito contro società che avevano un legame evidente con i militari cinesi e il cui valore era strategico per la crescita del settore tecnologico del Dragone.
A più riprese invece Xiaomi aveva dichiarato che non è nè di proprietà, nè in qualche modo controllata dalle Autorità del Paese. Inoltre ha annunciato che intraprenderà delle azioni per proteggere i suoi interessi.
Xiaomi: i danni della black list di Trump
Se Alibaba, Tencent e Baidu sono riuscite a scamparla dalla "legge del taglione" USA, Xiaomi quindi non ce l'ha fatta. La società con sede a Pechino nel terzo trimestre del 2020 ha addirittura superato le vendite di smarthone di Apple, conquistando sempre più quote di mercato.
Da quando è stata fondata, Xiaomi si è espansa superando i confini della Cina e arrivando soprattutto in Europa e in India. Il punto di forza della sua produzione sta nel design del prodotto, con versioni sempre più eleganti che attirano gli acquirenti.
In Borsa le azioni del produttore cinese sono entrate a far parte del benchmark Hang Seng Index di Hong Kong a settembre 2020 e hanno raggiunto i massimi storici la scorsa settimana a 35,90 dollari, cosa che è valso a Xiaomi il traguardo di una capitalizzazione superiore ai 100 miliardi di dollari.
Il provvedimento di Trump ora l'ha riportata al di sotto di quel livello e causato danni importanti ai principali azionisti. Ad esempio il co-fondatore dell'azienda Lei Jun ha perso circa 3,6 miliardi di dollari, mentre il Vice Presidente Lin Bin ha visto la sua ricchezza diminuire di 1,7 miliardi di dollari.
Xiaomi: le azioni sono da comprare?
Quale sarà in futuro l'impatto della mossa del Dipartimento della Difesa per il titolo Xiaomi? I cali in Borsa potrebbero anche continuare nei prossimi mesi, qualora il divieto non venga revocato e le azioni saranno rimosse dai listini americani.
Gli analisti però minimizzano la questione. Secondo Vanessa Martinez, partner di Lerner Group, società statunitense di consulenza e gestione finanziaria, quello di Trump è l'ultimo colpo di coda, ma per Joe Biden questa non sarà una priorità. Per questo secondo l'esperta, il provvedimento sarà revocato prima di novembre. Con questo, consiglia di comprare le azioni Xiaomi sulla debolezza.
La visione di Martinez è suffragata dal giudizio di Kevin Chen, Vice Presidente di China Merchants Securitues. A suo parere, i cali azionari del produttore cinese di smartphone potrebbero essere limitati nel tempo, poiché in questo momento gli investitori si stanno facendo guidare più dalle emozioni che dalla ragione. Alla lunga i fondamentali dell'azienda sarebbero destinati a emergere.