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Cattolica Assicurazioni: IVASS chiede nuovo piano e presidente

15 gen 2021 - 11:30

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Governance e controllo dei rischi sotto la lente. Consob chiede alla società assicurativa di integrare la comunicazione fornita al mercato. I dettagli

Cattolica Assicurazioni è sotto la lente degli investitori a Piazza Affari, ma non solo. A seguito della propria ispezione IVASS, l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, ha chiesto al gruppo veronese "il pronto avvio, sin dalla trasformazione della forma giuridica in spa, di un profondo ricambio dei componenti del consiglio di amministrazione che coinvolga in particolare il presidente e gli altri esponenti a cui sono ascrivibili le criticità risultanti dal rapporto ispettivo" e "la redazione di un piano di rimedio che riporti in dettaglio tutte le azioni da intraprendere per rimuovere le criticità evidenziate dai rilievi formulati, rafforzare il sistema di governo societario e ricondurre la condotta di Cattolica e del gruppo alla sana e prudente gestione". E' quanto sottolinea una nota della compagnia veronese, diffusa nella tarda serata di ieri su richiesta della Consob.

Il piano dovrà essere approvato dal Cda ed essere sottoposto a Ivass entro 60 giorni: al proposito Cattolica ipotizza che il ricambio del Consiglio di amministrazione possa avvenire in un'assemblea da convocarsi immediatamente dopo l'efficacia della trasformazione in spa, prevista il 1° aprile.

Al presidente Paolo Bedoni, l'Autorità contesta il non avere svolto "adeguatamente il proprio compito di garante del buon funzionamento del cda ponendo in essere condotte - anche in contrasto con lo statuto societario - che ne hanno alterato il processo di formazione delle decisioni e che, per la loro opacità, hanno pregiudicato il diritto degli amministratori all'assunzione di decisioni informate".

 

Le contestazioni dell’IVASS

IVASS ha rilevato carenze, riferibili a situazioni relative soprattutto agli anni  2018/19 ed antecedenti, ed ai primi mesi del 2020, circa il sistema di governance societario e di gestione dei rischi. Secondo l’Autorità, il Cda non ha improntato la propria azione circa i vari rischi a canoni di cautela e prudenza con conseguente  pregiudizio potenziale per la solvibilità del Gruppo e la necessità di  rafforzamento dei mezzi propri.

Più in particolare, l’Autorità rileva che il Consiglio di Amministrazione dell’Emittente ha trascurato di garantire la necessaria coerenza tra i rischi assunti dall’impresa e il suo fabbisogno di solvibilità globale e l’adeguatezza anche prospettica dei fondi propri.

Inoltre, ha mostrato una insufficiente capacità di risposta all’evoluzione sfavorevole dello scenario. È risultata limitata la capacità dell’Organo di valutare compiutamente i profili di rischio/rendimento relativi a talune rilevanti decisioni di business aventi ad oggetto i canali di vendita.

In particolare, è evidenziata l’operazione di bancassurance con Banco BPM, sottoscritta nel 2018. Inoltre, IVASS ha rilevato che i risultati  negativi di questa join venture non sono stati dibattuti all’interno del Consiglio. Vengono anche citati altri investimenti molto meno rilevanti, effettuati a partire dal 2012, riguardanti soprattutto le società non assicurative del Gruppo. 

 

Le richieste dell’Istituto di vigilanza

IVASS ha richiesto, ai sensi dell’art. 188, comma 3-bis del Codice delle Assicurazioni Private, che l’Emittente ponga in essere le attività di seguito indicate: 

  • l’attuazione di un rafforzamento del sistema di governo societario che  dovrà essere realizzato nei termini e nei contenuti previsti per il piano di rimedio; 
  • la revisione della politica di remunerazione, adottando soluzioni  operative atte a garantire, in particolare, una più appropriata  correlazione tra la remunerazione e i premi corrisposti, da un lato, e la  dimensione aziendale e del gruppo, e ciò in correlazione all’esigenza  di riconsiderare le decisioni relative ai premi ai dirigenti;  
  • non si dia corso, indipendentemente dal loro valore ad eventuali  operazioni di apporto di liquidità, sotto qualsiasi forma, alle società  controllate non assicurative, e di investimento nel Fondo Ca’ Tron H Campus senza il previo parere favorevole del Comitato per il governo  societario, la sostenibilità e la generazione del valore; 
  • la vendita delle azioni proprie acquisite a seguito dell’esercizio del diritto di recesso e pari a complessive 20.720.350 nel termine massimo della chiusura dell’esercizio 2021;
  • L’Istituto si aspetta un rapido completamento del rafforzamento patrimoniale mediante il collocamento della seconda tranche dell’aumento di capitale per euro 200 milioni; 
  • il pronto avvio, sin dalla trasformazione della forma giuridica in società  per azioni, di un profondo ricambio dei componenti del Consiglio di  Amministrazione, che coinvolga in particolare il presidente e gli altri  esponenti a cui sono ascrivibili le criticità risultanti dal rapporto ispettivo di IVASS e che favorisca l’ingresso di amministratori di standing adeguato a dimensioni e complessità operative del Gruppo Cattolica; in particolare, il Consiglio di Amministrazione e i suoi componenti si  dovranno adoperare, sin da subito, per consentire di realizzare detto ricambio entro tempi il più possibile contenuti, coerenti con la  conclusione del processo di trasformazione in atto;
  • la redazione di un piano di rimedio che riporti in dettaglio tutte le azioni da intraprendere per rimuovere le criticità evidenziate dai rilievi  formulati da IVASS, rafforzare il sistema di governo societario e  ricondurre la condotta di Cattolica e del Gruppo alla sana e prudente  gestione. Tale piano dovrà essere approvato dal Consiglio di  Amministrazione, essere sottoposto ad IVASS entro 60 giorni e indicare  le tempistiche previste per la relativa realizzazione.

 

Cattolica Assicurazioni: analisi tecnica e strategie operative

Al momento della scrittura, le azioni Cattolica Assicurazioni cedono poco più dell’1% a Piazza Affari, attestandosi a 4,22 euro. La struttura tecnica parla chiaro: da giugno i corsi del titolo assicurativo rimangono all’interno dell’ampio trading range che vede come parte superiore l’area resistenziale posta a 5,26 euro e quella inferiore delimitata dai supporti in area 4 e 3,30 euro.

Nel breve termine il trend è evidentemente ribassista, con i corsi che hanno mantenuto una costante direzionalità discendente dai top registrati a 5,26 il 25 novembre scorso. A peggiorare il quadro tecnico, a favore delle forze ribassiste, anche la violazione della trendline supportiva che conta il minimo del 1° giugno con quello del 29 ottobre, effettuata con il ribasso di ieri. Strategie long potrebbero essere valutate in area 4 euro, solo se si dovessero verificare segnali di forza. Una rottura di questo livello potrebbe invece trasportare il titolo sui minimi di ottobre in area 3,30 euro.

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