Wall Street ha aperto la nuova settimana segnando ancora un record storico. Il mercato statunitense è fiducioso che sui dazi venga raggiunto un accordo prima del 1° agosto che scongiuri una guerra commerciale dannosa per gli Stati Uniti e i suoi partner commerciali.
Gli investitori sono anche ottimisti sulle trimestrali delle aziende americane, che fino ad ora hanno dato responsi soddisfacenti. Le aspettative sono tutte rivolte per le Big Tech, le quali pubblicheranno i loro rapporti dalla prossima settimana. Particolare attenzione sarà rivolta alle spese per l'intelligenza artificiale, che ormai rappresenta il punto di riferimento principale per determinare i ricavi e gli utili futuri delle grandi aziende tecnologiche.
Azioni Wall Street: il rally ha perso slancio
Il rally dell'indice S&P 500, tuttavia, ha perso slancio. Da 18 sedute non si registra un movimento superiore all'1% in entrambe le direzioni. È probabile che la gran parte degli operatori di mercato attenda la riunione di fine mese della
Federal Reserve per capire l'indirizzo di politica monetaria nei prossimi mesi e aspetti maggiori indicazioni dalle trimestrali.
Ma, come suggerisce Matt Miley, strategist di Miller Tabak, è altrettanto probabile che la banda di oscillazioni ristretta dei movimenti azionari sia un segnale di stanchezza nel mercato in un contesto in cui gli investitori si aspettavano un maggiore ampiezza di mercato (un numero più elevato di aziende avrebbero dovuto partecipare al rally), al di là dei soliti titoli tecnologici. Dal momento che ciò non è avvenuto, "gli investitori tendono a tirarsi indietro", ha sottolineato Miley.
C'è anche un altro segnale di raffreddamento, osservato da Dan Greenhaus, capo strategist di Solus Alternative Asset Management. L'esperto mette in evidenza il fatto che la quota dei membri dell'S&P 500 che viaggiano al di sopra delle loro medie mobili a 20 o 50 giorni ultimamente è diminuita, un'indicazione che il rally potrebbe perdere energia.
Wall Street: ogni ribasso un occasione di acquisto?
Dopo la grande corsa di Wall Street dai minimi di aprile, quando il presidente Usa Donald Trump ha annunciato per la prima volta i dazi reciproci, c'è quindi da attendersi un ritracciamento? Secondo Michael Wilson, capo strategist azionario di Morgan Stanley, è possibile che le azioni statunitensi debbano affrontare turbolenze nel terzo trimestre. Tuttavia, a suo avviso, "i cali sono da considerare un'opportunità di acquisto".
La grande banca americana ha una visione rialzista per i prossimi 12 mesi, con l'indice S&P 500 che potrebbe arrivare a 7.200 punti. Wilson ritiene che ci siano alcuni catalizzatori per la prosecuzione del rally, quali il forte slancio degli utili, la leva operativa positiva e i risparmi fiscali per le società.
L'esperto comunque ribadisce come nel breve termine esistano dei rischi. Uno è il rendimento dei titoli di Stato. Recentemente lo "yield" dei Treasury a 10 anni è tornato a testare il 4,5%, una soglia che Wilson ritiene molto sensibile per i titoli azionari. "Un superamento di questo livello potrebbe portare a una sottoperformance delle aree più sensibili ai tassi e di qualità inferiore come le small cap e i titoli con maggiore leva finanziaria", ha osservato.
A ciò si aggiunge "il potenziale impatto dei costi di input legati ai dazi che potrebbero iniziare a riflettersi sui conti economici delle aziende, con possibili pressioni sui margini o rinnovate preoccupazioni inflazionistiche". Infine, Wilson fa un riferimento storico per avvertire di un fattore stagionale di rischio.
Solitamente il periodo da metà luglio ad agosto non è ideale per gli investitori, facendo affidamento agli ultimi "100 anni di storia" della Borsa americana. Ad ogni modo, a suo giudizio, tutti questi rischi devono essere considerati "come temporanei e probabilmente in grado di portare solo a un modesto consolidamento dei prezzi".