Wall Street ha festeggiato il taglio da mezzo punto percentuale messo in campo dalla Federal Reserve: giovedì il Nasdaq ha realizzato la migliore performance giornaliera (+2,51%) in oltre un mese mentre Dow Jones e S&P 500 hanno aggiornato i massimi storici a 42.160,91 ed a 5.733,57 punti. L'ottimismo degli investitori è derivato dal fatto che la mossa della Banca centrale americana potrebbe scacciare l'incubo di una recessione, dopo i brutti dati sul mercato del lavoro di luglio ed agosto. Questo perché c'è la convinzione che nei prossimi mesi la Fed continuerà il suo approccio aggressivo di allentamento.
L'istituto monetario comunque ha rassicurato il mercato sullo stato di salute dell'economia americana. Se queste rassicurazioni si avvereranno, secondo molti è probabile che l'andamento di Wall Street segua quanto espresso dalla storia. Al riguardo, un'analisi di Evercore ISI riporta come l'indice S&P 500 abbia guadagnato in media il 18% all'anno dopo il primo taglio dei tassi in un ciclo di allentamento dal 1970 a oggi.
Wall Street: per BofA c'è rischio bolla
L'euforia a volte però si scontra con i numeri reali. Negli ultimi mesi le valutazioni azionarie sono aumentate molto proprio sulle aspettative di un maggior accomodamento monetario e ora l'S&P 500 viene scambiato a oltre 21 volte gli utili a termine, ben oltre la sua media di lungo periodo di 15,7 volte. Questo significa che le azioni americane sono destinate a ritracciare? Non per forza, se le stime sugli utili vengono adeguate. Ad ogni modo, i multipli alti sono sempre una spia che è importante tenere in considerazione.
Secondo Michael Hartnett, strategist di Bank of America, esiste il rischio di una bolla nei mercati azionari in quanto le aspettative sono troppo ottimiste sui futuri tagli della Fed e sulla crescita degli utili (+18% per l'S&P 500 entro la fine del prossimo anno). Tale ottimismo sta costringendo gli investitori a "inseguire il rally", ha sottolineato l'esperto, che già in precedenza aveva avvertito di una bolla dei titoli tecnologici in mezzo alla frenesia dell'intelligenza artificiale. Per questo motivo, Hartnett consiglia di rimanere fuori dalle azioni americane e di puntare su oro e obbligazioni. In ambito azionario, al più si potrebbe virare sui titoli internazionali, che "sono più economici e iniziano a sovraperformare le azioni statunitensi", ha aggiunto.
Anche Société Générale in una nota ha lanciato l'allarme osservando come il rapporto prezzo/valore contabile e il rapporto prezzo/vendite mostrino che le azioni sono ben al di sopra delle loro medie storiche. "I livelli attuali possono essere riassunti in una parola: costosi", hanno detto.
Non sono dello stesso avviso gli analisti di UBS Global Wealth Management, che hanno suggerito come storicamente i mercati azionari abbiano fatto buone performance nei periodi di tagli ai tassi di interesse da parte della Fed mentre l'economia USA non era in recessione. "Ci aspettiamo che questa volta non faccia eccezione", hanno chiosato.