In una giornata che avrà come market mover le decisioni che arriveranno in serata dalla Federal Reserve, in tema di tassi di interesse, i futures del Vecchio Continente impostati nei pressi della parità anticipano un inizio di seduta all'insegna della cautela sui listini azionari europei. Con il focus degli investitori rivolto anche alle trimestrali che stanno arivando dalle aziende statuntense ed europee, il FTSE Mib dovrebbe aprire le contrattazioni vicino ai 28.900 punti sopra i quali dovremmo avere nuovi allunghi fin verso la soglia dei 29.000 punti.
Su questi livelli è possibile una fase di consolidamento per il nostro mercato, prima di una nuova ripartenza verso i 29.250-29.300 punti e a seguire 29.500 punti. Al contrario segnali di debolezza si avrebbero solo con discese sotto i 28.000 punti, dove troviamo il Supertrend, con primi obiettivi i minimi delle ultime settimane situati in area 27.500 punti.
E a proposito di trimestrali tra i temi da seguire a Piazza Affari troviamo Unicredit, che prima dell'apertura delle contrattazioni ha comunicato i dati sia del primo semestre che del secondo trimestre. Andiamo a leggerli nello specifico.
Unicredit: utile netto primo semestre a 4,4 miliardi di euro
Anche nel secondo trimestre è proseguita la crescita record di Unicredit, che ha visto i conti battere le attese degli analisti grazie anche all'aumento dei tassi di interesse. In questo contesto la banca milanese ha registrato il migliore semestre di sempre con un utile netto che si è spinto a 4,4 miliardi di euro, in aumento del 91,5%, mentre nel periodo aprile-giugno si è attestato a 2,3 miliardi di euro, battendo le attese degli analisti che erano posti a 1,86 miliardi di euro. In quest'ultimo periodo volano i ricavi che mostrano una crescita del 24,4% a 5,9 miliardi di euro, sostenuti da un margine di interesse di 3,5 miliardi di euro che risulta in aumento del 41,3%.
Nel periodo aprile-giugno ottima è stata la creazione di valori per i propri azionisti con un Eps a 1,12 euro, in rialzo del 5,8% trimestre su trimestre e del 34,3% anno su anno, ed un valore tangibile per azione superiore ai 30 euro. Per quanto riguarda le rettifiche sui creditisi attestano nel secondo trimestre a 21 milioni di euro, risultando in calo del 75% trimestre su trimestre ed in aumento del 100% anno su anno. Nonostante le pressioni inflazionistiche sono risultati in calo i costi, con un rapporto costi/ricavi pari al 39%. In questo contesto il Cet1 ratio risulta tra i migliori nel settore attestandosi al 16,4% al netto di 1,5 miliardi di euro di dividendi che si sono avuti nei primi 6 mesi dell'anno in corso.
Grazie ai numeri pubblicati la banca guidata da Andrea Orcel ha alzato le guidance per quanto riguarda l'intero 2023. Nel dettaglio Unicredit si aspetta per fine anno un utile netto di almeno 7,25 miliardi di euro, rispetto ai precedenti 6,5 miliardi di euro. Inoltre si prevede di restituire ai propri azionisti almeno 6,5 miliardi di euro, rispetto ai precedenti 5,75 miliardi di euro, grazie al riacquisto di azioni e dividendi.
Nel corso della presentazione dei dati il suo amministratore delegato ha confermato che al momento non ci sono le condizioni per operazioni di M&A e quindi la banca proseguirà ad acquistare le sue azioni in modo aggressivo, in quanto rappresenta un investimento migliore. Andiamo ora a vedere cosa ci suggerisce il grafico del titolo nel breve e medio periodo.
Azioni Unicredit: analisi tecnica e strategie operative
Non si arresta il trend rialzista presente sul titolo UniCredit che, grazie sia ad un'ottima forza relativa presente sull'azione che al buyback in corso, ha chiuso la seduta di ieri in rialzo dello 0,5% a 22,49 euro andando in questo modo ad aggiornare i massimi degli ultimi 7 anni. Nel breve periodo per attese sono per una continuazione di quel movimento ascendente, partito un anno fa dagli 8,20 euro, che dovrebbe proseguire in direzione delle prossime resistenze situate sui 23 euro, livelli che non si vedevano sul titolo dal gennaio 2016.
Dal punto di vista operativo l'eventuale superamento di quest'ultime aree resistenziali andrebbe a rafforzare ulteriormente il movimento in corso con possibili nuovi apprezzamenti per l'azione verso i 24 euro e a seguire la soglia dei 25 euro. In questo contesto rialzista eventuali fasi correttive che dovessero riportare le quotazioni fin verso i forti supporti ed ex massimi del 20 aprile scorso situati vicino alla soglia dei 20 euro, potrebbero rappresentare delle occasioni di acquisto per chi non avesse il titolo in portafoglio.
Al contrario solo con la perdita di quest'ultimi livelli, nelle cui vicinanze troviamo sia la media mobile a 50 sedute che la trendline ascendente che parte dai minimi dello scorso mese di marzo, potrebbe aprire la strada ad una correzione più profonda che avrebbe come primo target i 19 euro e successivamene i minimi dello scorso mese di maggio posti in area 17,90 euro.
Dal punto di vista operativo l'eventuale violazione di questi supporti, farebbe proseguire la discesa prima verso i 17 euro ed in seguito verso la media mobile di lungo periodo che transita nei pressi dei 16,45-16,50 euro. Fondamentale a quel punto sarebbe la tenuta di questi sostegni, per evitare ulteriori deprezzamenti dei corsi che potrebbero proseguire verso i minimi dello scorso mese di marzo sulla soglia dei 15 euro.
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