In attesa di sapere ufficialmente la decisione della FED sul fronte dei tassi di interesse e soprattutto in attesa di ascoltare cosa dirà Jerome Powell al termine della due giorni del FOMC, i mercati azionari aprono la seduta in leggero territorio negativo.
In vista dell'incontro tra Donald Trumo e Xi Jimping che potrebbe culminare in un accordo commerciale tra le due superpotenze, il sentiment degli operatori in avvio di seduta non è riscaldato nemmeno dalle costruttive indicazioni giunte dalle numerose trimestrali pubblicate prima dell'apertura delle contrattazioni.
In questo contesto il FTSE Mib si conferma sopra l'importante soglia dei 43 mila punti, oltre i quali dovremmo assistere a una continuazione degli acquisti verso i 43.250 punti e a seguire in direzione dei top degli ultimi 18 anni in area 43.500-43.550 punti. Al contrario nuovi segnali di debolezza per l'indice italiano si avrebbero solo con il ritorno dei corsi sotto i 42 mila punti.
Tra i titoli da monitorare sui listini europei troviamo UBS, con la banca svizzera che prima dell'apertura delle contrattazioni ha diffuso i dati del terzo trimestre 2025. Dati solidi e che potrebbero dare slancio in Borsa al titolo. Andiamo a leggere in profondità i conti.
UBS: utile trimestrale in aumento del 74%
In queste ore il colosso bancario elvetico ha comunicato i dati del terzo trimestre, che sono stati contrassegnati da una decisa riduzione dei costi e da una robusta crescita che ha interessato tutte le divisioni. Nello specifico il periodo luglio-settembre 2025 si è chiuso con un utile a 2,48 miliardi di dollari, in aumento del 74% rispetto allo stesso periodo del 2024 e ampiamente sopra le attese che erano poste a 1,15 miliardi di dollari. In crescita del 3% sono stati i ricavi che si sono attestati a 12,76 miliardi di dollari.
Nel dettaglio la divisione Global Wealth Management ha visto i ricavi crescere del 7%, mentre l’Investment Bank ha ottenuto il miglior terzo trimestre di sempre, con un incremento del 23% dei ricavi grazie a una forte performance sia nelle aree Global Banking che Global Markets.
Con le spese che sono diminuite del 4% a 9,83 miliardi di dollari, in aumento del 47% a 2,83 miliardi di dollari è risultato l'utile prima delle imposte. Per quanto riguarda il rapporto costi/ricavi si è attestato al 77%.
Nel corso della presentazione dei dati la banca guidata da Sergio Ermotti ha sottolineato di aver acquistato nel corso del trimestre 1,1 miliardi di dollari delle proprie azioni, mentre negli ultimi tre mesi del 2025 sono previsti acquisti per 900 milioni di dollari, avvicinandosi in questo modo all'obiettivo dei 3 miliardi di dollari nel corso del 2025.
Grazie a nuovi afflussi vicini ai 38 miliardi di dollari nel settore del wealth management e di 18 miliardi di dollari nella gestione patrimoniale, il patrimonio investito si è avvicinato ai 7 mila miliardi di dollari.
Buone notizie per gli azionisti che dovrebbero vedere il dividendo crescere di quasi il 10%. UBS ha inoltre sottolineato che non sarà necessario effettuare degli accantonamenti per quanto riguarda i bond AT1 di Credit Suisse, che sono stati azzerati prima che la banca acquistasse nel 2023 l'ex rivale.
Infine solida rimane la struttura patrimoniale della banca, con un Cet1 ratio al 13,5%, un coefficiente patrimoniale del 14,8% e un indice di leva CET1 del 4,6%, oltre i target strategici comunicati dall'istituto svizzero.
Azioni UBS: analisi tecnica e strategie operative
Andiamo ora a vedere cosa attenderci sulle azioni UBS nel breve e medio periodo. È stata una seduta in leggero rialzo quella di ieri per il titolo UBS che, con un guadagno dello 0,6%, ha chiuso le contrattazioni a 30,92 franchi.
Se l'impostazione di medio periodo rimane al ribasso, in scia a quella fase correttiva partita dai top toccati lo scorso mese di settembre sui 33,7 franchi, nel breve fondamentale sarà una conferma dei corsi oltre i 31 franchi.
Sopra questi livelli dovrebbe proseguire il rimbalzo partito la scorsa ottava, con un primo obiettivo i 31,5 franchi, dove transita la trendline ascendente che parte dai minimi dello scorso mese di aprile e congiunge quelli di giugno, e a seguire i 31,9 franchi.
Nel caso in cui queste aree dovessero essere messe alle spalle, si assisterebbe a una prosecuzione del trend verso i 33 franchi e successivamente in direzione dei top degli ultimi 18 anni in area 33,7 franchi. Il superamento di questi ultimi livelli dovrebbe rafforzare la struttura grafica del titolo con prossimi target sui 35,5-36 franchi.
Al contrario una discesa dotto i 30 franchi, minimi degli ultimi 3 mesi, dovrebbe far proseguire il trend di medio periodo discendente. In questo caso dovremmo avere un primo obiettivo sui 29,4 franchi e a seguire la soglia dei 29 franchi.
Nel caso in cui anche questi livelli dovessero essere persi, si assisterebbe a una prosecuzione delle vendite verso i 28,8 franchi e successivamente i 28 franchi. Dal punto di vista operativo la violazione di tali sostegni dovrebbe indebolire ulteriormente la struttura grafica del titolo, con possibili discese fin verso i 26 franchi con target intermedi nei pressi dei 25 franchi.
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