I titoli legati alla catena di approvvigionamento delle terre rare negli Stati Uniti hanno registrato forti rialzi ieri, mentre gli investitori valutano l’impatto delle restrizioni cinesi sulle esportazioni e le iniziative governative per rafforzare la produzione domestica. Vediamo cosa succede.
USA-Australia: accordo sulle terre rare da 8,5 miliardi di dollari
Il presidente Trump e il primo ministro australiano Anthony Albanese hanno firmato un accordo da 8,5 miliardi di dollari per finanziare joint venture e creare una catena di approvvigionamento di minerali critici e terre rare indipendente dalla Cina.
La mossa segue il nuovo quadro normativo cinese, che richiede ora l’approvazione di Pechino per esportare terre rare e l’indicazione del loro utilizzo. La mossa cinese ha quindi accelerato la spinta internazionale a diversificare le catene di approvvigionamento e ridurre la dipendenza dai minerali strategici prodotti in Cina.
Parallelamente, il segretario al Tesoro Scott Bessent ha annunciato l’intenzione di fissare prezzi minimi per diversi settori, comprese le terre rare, per contrastare manipolazioni di mercato. Secondo il governo australiano e la Casa Bianca, nei prossimi sei mesi ciascun Paese investirà circa 1 miliardo di dollari per progetti immediatamente attivi, con ulteriori finanziamenti attraverso la Export-Import Bank USA che potrebbero portare a un investimento totale fino a 5 miliardi.
Titoli legate alle terre rare in spolvero in Borsa
Il settore ha reagito con rialzi significativi: NioCorp ha guadagnato quasi il 20%, USA Rare Earth il 14%, Energy Fuels il 7%, Perpetua Resources oltre il 7% e MP Materials più del 2%. Anche il canadese Lithium Americas ha segnato un +3%.
In Australia, i titoli dei principali produttori di minerali critici e terre rare hanno registrato forti incrementi dopo l’accordo: Lynas Rare Earths +4,7%, Iluka Resources +9%, Pilbara Minerals +5%, VHM +30%, Northern Minerals +16% e Latrobe Magnesium +47%. Alcoa, coinvolta in un progetto di recupero e raffinazione del gallio, è salita del 10% dopo essere stata indicata come uno dei progetti prioritari sotto il deal.