Azioni Ferrari: le compriamo dopo il crollo in Borsa? | Investire.biz

Azioni Ferrari: le compriamo dopo il crollo in Borsa?

21 ott 2025 - 15:10

Azioni Ferrari crollano (-15%). Il mercato non ha capito la geniale mossa di Vigna. L'analisi con Forecaster svela perché è un'occasione da non perdere

Il mondo della finanza ha trattenuto il fiato. Il 9 ottobre 2025, durante l'attesissimo Capital Markets Day di Maranello, il management di Ferrari ha svelato il piano strategico per il futuro, con un orizzonte fino al 2030. La reazione dei mercati? Brutale. Un crollo del 15% in una sola seduta, che ha portato il titolo a perdere oltre il 33% dai suoi massimi storici.

Molti investitori, spaventati, hanno liquidato le loro posizioni. Ma se questa reazione istintiva fosse basata su un colossale malinteso? Se dietro a numeri apparentemente deludenti si nascondesse in realtà una strategia magistrale per proteggere l'anima e il futuro del marchio più iconico al mondo? Analizziamo a fondo cosa è successo e perché questo crollo potrebbe rappresentare una delle più grandi opportunità degli ultimi anni per gli investitori a lungo termine.

 

 

Cosa è successo davvero al Capital Markets Day?

Il punto focale che ha scatenato il panico è stato l'obiettivo finanziario presentato: raggiungere ricavi netti per 9 miliardi di euro entro il 2030. A un primo sguardo, per chi non conosce a fondo la filosofia Ferrari, il dato può sembrare deludente. Andando a verificare nella sezione Fundamentals del Forecaster, vediamo che i ricavi attuali si attestano già intorno ai 6,68 miliardi di euro. La reazione degli investitori più speculativi è stata immediata: "Cavolo, ma ne facciamo già quasi 7, 9 miliardi in 5 anni non è poi chissà quanta roba".

Hanno visto una crescita modesta e hanno venduto, temendo una stagnazione. Eppure, proprio in questa scelta risiede la genialità del CEO Benedetto Vigna e del suo team. Quelli che hanno venduto in preda al panico, con ogni probabilità, non hanno colto la vera essenza della comunicazione del management, un messaggio che va ben oltre un semplice numero su un foglio di calcolo.

 

Fonte: Forecaster.biz

 

La visione di Vigna: bilanciare profitto e passione

Il management di Ferrari ha preso una decisione coraggiosa e consapevole: bilanciare le aspettative degli investitori con quelle, molto più cruciali, degli appassionati. Gli investitori che hanno liquidato le loro azioni non hanno capito un principio fondamentale: senza gli appassionati, il marchio Ferrari non vale nulla. Altro che 9 miliardi di fatturato.

La strategia presentata è un tributo diretto alla visione del fondatore, Enzo Ferrari, che si riassume in una frase leggendaria:

"Vendere sempre una macchina in meno rispetto alla domanda."

Questa perla di saggezza degli anni '60 non è solo uno slogan, ma il pilastro su cui si fonda l'esclusività e il valore del marchio. Mantenere la scarsità per accrescere il desiderio e, di conseguenza, il valore percepito. Vigna ha scelto di preservare questo DNA, rifiutando la via facile di una crescita esponenziale che avrebbe, nel lungo periodo, "svenduto" l'anima della Rossa.

 

Fonte: ChatGPT

 

Il rischio di diventare "Porsche": l'esclusività come valore assoluto

Per capire la posta in gioco, basta guardare cosa è successo a un concorrente come Porsche, un'analisi facilmente confrontabile usando la sezione Ranking del Forecaster. Negli scorsi anni, Porsche ha fatto esattamente quello che gli investitori più avidi avrebbero voluto da Ferrari: ha spinto sull'acceleratore della produzione, arrivando a fatturati stratosferici da 40 miliardi di euro.

Il risultato? Un'erosione dell'esclusività. Porsche ha perso parte di quella magia, diventando un marchio più accessibile e perdendo il suo status di sogno irraggiungibile, specialmente con alcune scelte discutibili sull'elettrico. Oggi, per acquistare una Ferrari nuova, l'attesa è di almeno due anni. Questa attesa non è un difetto, ma un elemento chiave della strategia. Vigna, con la sua mossa, ha evitato che la Ferrari venisse "banalizzata", salvaguardandone lo status di icona.

 

Fonte: Forecaster.biz

 

Prevedere il crollo: un'analisi basata sui dati, non sulla pancia

Come è stato possibile anticipare un crollo così violento? Non per una "sensazione" o un sogno premonitore, ma grazie a un'analisi fredda e razionale, supportata dagli strumenti del Forecaster.

La sezione Projections, una vera e propria "macchina del tempo" per analisti, ha giocato un ruolo cruciale. Da settimane, le proiezioni erano costantemente ribassiste. Inserendo una data passata, come il 3 o l'8 ottobre, la previsione rimaneva negativa. Lo strumento, infatti, aveva identificato un pattern di mercato spaventosamente simile a un precedente storico ben preciso: giugno 2018.

In quel periodo, le condizioni di salute di Sergio Marchionne si aggravarono, portando poi alla sua tragica scomparsa e a un conseguente crollo del titolo. Vedere che il Forecaster continuava a segnalare "Luca, guarda che in passato, quando i prezzi si sono mossi così, il titolo è venuto giù di brutto", è stato il primo, fortissimo campanello d'allarme.

A questo si è aggiunta l'analisi della stagionalità. Proprio in corrispondenza del Capital Market Day, la stagionalità storica indicava un potenziale cambio di trend, da ribassista a rialzista. Quando la correlazione tra l'andamento del prezzo e la sua stagionalità storica è molto bassa, come lo era per Ferrari in quei giorni, spesso un cambio di direzione è imminente e violento. La combinazione di questi due elementi forniti dal Forecaster ha reso la vendita una scelta basata sulle probabilità, non sull'emotività.

 

Fonte: Forecaster.biz
Fonte: Forecaster.biz

 

Da vendere a comprare: perché il crollo di Ferrari è un'opportunità d'oro

Ora, però, lo scenario è completamente ribaltato. Il panico ha creato un'opportunità straordinaria. L'approccio corretto a mio parere non è "resistere in attesa di un rimbalzo", ma sperare che il pessimismo continui per poter accumulare a prezzi ancora più bassi un'azienda eccezionale. Perché Ferrari, oggi, è un'occasione imperdibile? La risposta, ancora una volta, è nei dati del Forecaster.

  1. Analisi Fondamentale: Dando uno sguardo alla sezione Fundamentals, i numeri parlano da soli. Un profit margin del 28,9% e un ROE (Return on Equity) del 43% dipingono il quadro di una macchina da soldi incredibilmente efficiente. Il rapporto debito/equity a 0,91 conferma una solidità finanziaria a prova di bomba. Il Forecaster calcola che, a questi prezzi, il titolo Ferrari è sottovalutato del 44,85%. Esiste una chiara divergenza: l'utile per azione, che continua a salire (il fatturato TTM è già a 6,96 miliardi), e il prezzo del titolo, che è crollato.

  2. Analisi Tecnica: Il "tachimetro" della sezione Overbought/Oversold è inequivocabile: siamo in pieno Panic Selling. Storicamente, queste sono le zone in cui si fanno gli acquisti migliori. Inoltre, l'indicatore Advanced DPO, che sui massimi storici era diventato rosso segnalando pericolo, è ora tornato saldamente in zona di acquisto.

 

Fonte: Forecaster.biz
Fonte: Forecaster.biz

 

Conclusione: Vigna, un eroe incompreso che ha salvato l'anima della Ferrari

In questo momento, comprare azioni Ferrari non è un'operazione di trading speculativo. È come avere la possibilità di acquistare un attico in centro a Milano al prezzo di un monolocale in periferia. Potrebbe scendere ancora un po'? Forse. Ma a questi prezzi, il margine di sicurezza è talmente ampio che il rischio a lungo termine è drasticamente ridotto.

Dobbiamo fare una statua a Benedetto Vigna. Ha protetto l'azienda dalle "cavallette", quegli investitori miopi che avrebbero sacrificato un'eredità centenaria per qualche trimestre di profitti extra. Ha riaffermato che Ferrari è un equilibrio perfetto tra azionisti e appassionati, e che i secondi sono la linfa vitale dei primi.

Il mercato, prima o poi, si renderà conto del suo errore. Riconoscerà che 9 miliardi di fatturato, ottenuti mantenendo un'aura di esclusività e margini di profitto stellari, valgono molto di più di 40 miliardi realizzati svendendo il proprio marchio. E quando succederà, chi ha avuto il coraggio di comprare durante il panico verrà ampiamente ripagato. Caro Vigna, avanti tutta. Gli investitori veri, quelli che credono nel valore e non solo nel prezzo, sono con te.

 

 

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