Le azioni Tech USA salgono ininterrottamente da cinque mesi e l'indice Nasdaq 100 aggiorna costantemente i suoi massimi storici. Nel contempo, l'indicatore di volatilità attesa del benchmark è rimasto praticamente invariato, segno che gli investitori hanno davvero poca intenzione di posizionarsi al ribasso.
L'ottimismo è basato su alcuni elementi, tra cui i riscontri che le società stanno avendo sui numeri di bilancio dagli investimenti relativi all'intelligenza artificiale, nonché le aspettative che la Federal Reserve abbassi i tassi di interesse a partire dalla prossima riunione (
Riunioni Fed: calendario delle date dei meeting del FOMC 2025). Costi di finanziamento più bassi sono una manna per le aziende tecnologiche poiché danno la possibilità di sostenere gli investimenti sull'innovazione e lo sviluppo delle tecnologie sopportando oneri minori.
Azioni Tech USA: le opzioni per proteggersi dai cali
L'esposizione crescente delle azioni Tech USA tuttavia comporta un rischio di coda, per cui
i trader hanno necessità di proteggersi. Un segnale in questa direzione arriva dal mercato delle opzioni, con gli investitori che stanno
aumentando gli acquisti delle put. In particolare, il costo della copertura contro un calo del 10% dell'Invesco QQQ Trust ETF - il più importante fondo negoziato in Borsa che replica il
Nasdaq 100 - è salito ai massimi del 2022 con riferimento al prossimo mese rispetto al premio delle opzioni su un rally del 10%.
Il rapporto put-to-call dell'ETF è stato al massimo dell'8% nei dati recenti, ha riportato Nomura Holdings. Il rischio di "un evento di coda sta spingendo l'asimmetria put-to-call ancora più in alto in un momento in cui la domanda di opzioni call rimane relativamente contenuta", ha affermato Charli McElligott, strategist della società finanziaria giapponese.
Secondo Greg Boutle, responsabile della strategia azionaria e dei derivati statunitensi di BNP Paribas, "il mercato è ai massimi, la volatilità è ai minimi, quindi ci sono molte argomentazioni facili da fare sul perché ci si dovrebbe coprire".
A suo avviso, la situazione attuale nei mercati azionari è come quella del 2019, "quando una forte corsa nei primi sei mesi dell'anno ha lasciato il posto a sacche di debolezza nella seconda metà del semestre, subito dopo che la Fed ha ridotto i tassi". Per questa ragione, l'esperto raccomanda ai clienti di proteggersi contro un calo del 5% dell'S&P 500 e, nel contempo, di vendere opzioni contro un calo profondo, più difficile da concretizzarsi.
Big Tech: cosa comprare e vendere
Nell'ambito delle azioni statunitensi, la spinta delle Big Tech è ancora molto forte in questo momento. L'ultima trimestrale da sogno di Oracle, con prospettive entusiasmanti per l'intelligenza artificiale, ha mandato in orbita le azioni della società di software a Wall Street, che con un balzo di quasi il 36% ieri hanno registrato il più grande progresso giornaliero dal 1992.
Il punto è ora quali azioni delle grandi aziende che hanno finora guidato il rally a Wall Street sono da comprare considerando le elevate valutazioni e quali eventualmente vendere.
Secondo D.A. Davidson, un'azienda da inserire in portafoglio è Nvidia, le cui azioni sono state promosse da "neutral" a "buy" con prezzo obiettivo passato da 195 a 210 dollari (177 nell'ultima chiusura). "La nostra visione sempre più ottimistica della crescita della domanda di calcolo per l'AI (Artificial Intelligence, ndr) supera la nostra lista di preoccupazioni riguardo a Nvidia", ha dichiarato l’analista Gil Luria in una nota.
La società di investimento invece boccia le azioni Apple, di cui mantiene il target a 250 dollari (226,79 dollari attuali) ma che declassa da "buy" a "neutral". A suo avviso, "i recenti annunci di prodotti e la strategia AI dell’azienda non hanno fornito l’innovazione necessaria per guidare un importante ciclo di aggiornamento".
Morgan Stanley ha intanto nominato Amazon come nuova top pick, dichiarando in una nota che la spinta del colosso di Seattle verso il mercato dei prodotti alimentari freschi da 600 miliardi di dollari potrebbe "sbloccare una crescita durevolmente più rapida". La banca di investimento americana sottolinea che "ogni 1% di quota di mercato conquistata equivale a un rialzo dell'1,2% del volume lordo delle merci negli Stati Uniti".