Wall Street oggi riposa per festività e gli operatori di mercato sfruttano il break per le dovute riflessioni. Quest'anno
i protagonisti assoluti della Borsa americana sono i titoli tecnologici, dopo il disastro del 2022. La
Federal Reserve ha dato la spinta al rally allentando la morsa sui tassi d'interesse per combattere l'inflazione e l'hype intorno all'intelligenza artificiale ha contribuito a far cambiare marcia.
Da Nvidia a Apple, a Tesla, a Microsoft, a Google e ad Amazon, hanno tutte attirato gli investitori che, in un contesto in cui si profila una recessione, trovano nelle Big Tech anche un porto sicuro verso cui depositare i propri soldi. Da inizio 2023, il NASDAQ è cresciuto del 31%, praticamente il doppio rispetto alla performance dell'S&P 500 che si è attestata intorno al 15%.
Rally azioni tech: una bolla pronta a scoppiare?
Il rally delle azioni tech sembra quasi indistruttibile in questo periodo, al punto da ignorare i messaggi che sono arrivati dalla Fed nell'ultima riunione di questo mese. La Banca centrale americana ha ribadito che il lavoro per abbattere l'inflazione non è finito e che quindi sono possibili altri aumenti dei tassi d'interesse, dopo la pausa di giugno. Gli analisti prevedono una o forse due strette ancora e poi il mantenimento di tassi alti presumibilmente fino alla fine dell'anno.
Un messaggio del genere probabilmente lo scorso anno avrebbe provocato scosse sui mercati. Il mercato sta scontando ben altro, ossia che la Fed abbia terminato il ciclo rialzista e nel terzo o al massimo quarto trimestre comincerà a tagliare il costo del denaro. "Il mercato sta fondamentalmente dicendo: 'Non ti crediamo'", ha dichiarato Brad Conger, vice chief investment officer di Hirtle Callaghan, società d'investimento statunitense.
Ma come stanno realmente le cose? È possibile che il rally delle azioni tech si sgonfi ai prossimi rialzi dei tassi e soprattutto se l'inflazione dovesse rialzare la testa? In passato molte bolle sono esplose proprio quando alcuni motivi dominanti hanno preso il sopravvento e
portato a galla le molte contraddizioni del mercato. Alcune indicazioni importanti arriveranno questa settimana con la testimonianza del governatore della Fed,
Jerome Powell, davanti al Congresso USA nei giorni di mercoledì e giovedì.
"Non ho ancora visto un ciclo tecnologico nella mia carriera in cui la corsa iniziale non sia più piena di hype e speranza rispetto alle prospettive a lungo termine", ha dichiarato Jason Pride, responsabile della strategia di investimento e della ricerca presso Glenmede, una società di gestione patrimoniale con sede a Philadelphia.
Secondo Mike Loewengart, responsabile della costruzione del portafoglio modello per l'ufficio investimenti globali di Morgan Stanley, molto dipenderà dal fatto che l'innovazione tecnologica dettata dall'intelligenza artificiale si tradurrà o meno in "attività e guadagni durevoli". In questo contesto, sarà importante vedere se le valutazioni aumentate quest'anno delle azioni tecnologiche siano all'altezza delle aspettative degli azionisti.
Dan Ives, analista senior di ricerca azionaria presso Wedbush Securities, al contrario,
scaccia le ipotesi che quello dei titoli tech sia un rally simile alla bolla delle dot-com di oltre 20 anni fa. "Non lo considero il 1999. Sento che c'è una migliore possibilità di giocare nella NBA rispetto alla Fed che alza altre due volte, e non sono un buon giocatore di basket", ha detto.