Non si arresta il trend positivo sui mercati azionari del Vecchio Continente che, con il focus sempre rivolto alle decisioni che verranno prese dalle banche centrali in tema di taglio dei tassi, chiudono la terza seduta della settimana in generale rialzo.
In questo contesto il FTSE Mib termina e contrattazioni nei pressi dei 34.750 punti, oltre i quali dovremmo avere ulteriori allunghi fin verso la soglia dei 35mila punti. Al contrario segnali di debolezza per il nostro mercato si avrebbero solo con il ritorno dei prezzi sotto i 33.000 punti e primi target posti nei pressi dei 32.500 punti.
Tra i temi interessanti della seduta odierna a Piazza Affari troviamo Poste Italiane, dopo le dichiarazioni arrivati dal Ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti. Andiamo a vedere le ultime novità in merito.
Poste Italiane: il Governo potrebbe scendere al 51%
Nel corso di un'audizione in Parlamento il Ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, in scia alla vendita del 12,5% di Banca MPS, ha anche parlato della situazione presente su Poste Italiane, altro asset che il Governo dovrebbe cedere per abbassare il proprio debito. Nel caso in cui la quota dovesse essere ceduta, questa potrebbe valere quasi 4,4 miliardi di euro. Nello specifico la vendita della quota dovrebbe avvenire in più tappe e durante la prima fase lo Stato potrebbe mantenere il 51% del capitale della società guidata da Del Fante.
Ricordiamo che il Mef ha al momento in mano il 29,26% del capitale, che sommato al 35% in possesso a Cassa Depositi e Prestiti porta il totale a superare il 64%. Non dimentichiamo che lo Statuto di Poste prevede che nessun soggetto diverso dal Mef, o da enti o soggetti controllati da questo, puossa detenere una quota superiore al 5% del capitale della società.
Con riferimento poi agli effetti sui livelli occupazionali, il ministro ha ricordato che il piano industriale presentato lo scorso 20 marzo dalla società non contempla alcun impatto negativo sugli stessi e che sarà cura del Governo monitorare le decisioni aziendali al fine di garantirne la salvaguardia.
In questo contesto conferme alle parole arrivate dal Ministro dell'Economia provengono dall'amministratore delegato di Poste, il quale ha sottolineato come la vendita da parte del Mef non solo non cambierebbe il Piano presentato dall'azienda ma che non ci saranno ricadute sia sulle chiusure di uffici postali che su eventuali acquisizioni. Nei mesi passati i rumors davano lo Stato pronto a vendere parte del capitale della società, proprio dopo la presentazione del nuovo Piano industriale.
Azioni Poste Italiane: analisi tecnica e strategie operative
Andiamo ora a vedere come si è comportata l'azione nella seduta in corso. Con volumi in decisa contrazione è stata una giornata all'insegna della cautela per il titolo Poste Italiane, che ha chiuso le contrattazioni sotto le prime resistenze poste in area 11,60 euro. Dal punto di vista operativo il recupero delle ultime giornate sta cercando di mettere in un angolo quella fase correttiva che aveva contrassegnato l'azione sul finire della scorsa ottava e che aveva allontanato i prezzi dai massimi di sempre posti in area 11,90 euro.
Nel breve termine una conferma oltre gli 11,60 euro, dove troviamo la media mobile di brevissimo periodo, dovrebbe far proseguire gli acquisti prima in direzione degli 11,70-11,75 euro e successivamente verso gli 11,90 euro, dove verrebbero messi sotto pressione i massimi di sempre. Nel caso in cui queste aree resistenziali dovessero essere lasciati alle spalle, si avrebbe un deciso rafforzamento della struttura grafica, con possibili ulteriori allunghi in direzione dei 12,25-12,30 e a seguire i 12,50 euro.
Al contrario la perdita degli 11,40 euro, minimi della scorsa ottava e livello dove transita l'indicatore daily del Supertrend, farebbe riprendere le prese di beneficio che avrebbero come primo obiettivo la soglia degli 11 euro. Nel caso in cui tali supporti non riuscissero ad arrestare la fase correttiva, non sarebbe sorprendente vedere una prosecuzione delle vendite in direzione dei 10,65 euro, dove abbiamo la media mobile a 50 giorni, ed in seguito gli ex massimi del 2023 posti nei pressi dei 10,50 euro. Importate nel caso si realizzasse questa view sarebbe la tenuta di questi sostegni, onde evitare un pericoloso indebolimento del quadro grafico che avrebbe come prossimo obiettivo ribassista i 10,3 euro, dove troviamo la trendline ascendente che parte dai minimi dello scorso mese di ottobre.
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