Le azioni legate all'oro e ai chip sono state le grandi protagoniste quest'anno sui mercati. L'oro ha messo in atto un rally superlativo, arrivando a un massimo storico di 3.923 dollari l'oncia il 2 ottobre (future con consegna dicembre). Da inizio 2025, il metallo giallo ha aumentato di circa il 45% il suo valore di mercato, mettendosi sulla buona strada per la migliore performance annuale dal 1979.
La febbre dell'oro è stata generata dalla corsa degli investitori agli acquisti del bene rifugio per eccellenza dinanzi alle tensioni di natura geopolitica e alle aspettative di rallentamento dell'economia americana. Una grossa spinta al rally è stata data anche dalle Banche centrali, che negli ultimi anni hanno fatto incetta di oro tra le loro riserve in concomitanza con il declino del dollaro USA.
Recentemente, la ripresa del ciclo di tagli ai tassi di interesse da parte della Federal Reserve ha rappresentato un altro catalizzatore per il metallo prezioso. Questo perché l'oro che è un asset non redditizio e quindi presenta un minor costo opportunità dalla sua detenzione con rendimenti sul mercato più bassi.
Le azioni dei chip sono state stimolate dalla grande attenzione degli investitori per i semiconduttori, specialmente quelli legati all'intelligenza artificiale. Il boom della nuova tecnologia ha fatto impennare la domanda dei processori di prima fascia per alimentare i modelli AI (Artificial Intelligence) generativa e i data center che devono contenere una quantità enorme di dati generati proprio dall'intelligenza artificiale.
Azioni oro vs azioni chip: chi vince?
Per quanto le azioni dei chip abbiano realizzato guadagni ben al di sopra di quelli del mercato, non sono riuscite a tenere il passo delle azioni legate all'oro. L'indice MSCI che racchiude le principali azioni mondiali del metallo è balzato di circa 135 punti percentuali quest'anno, sovraperformando nettamente lo stesso indice riferito alle aziende globali di semiconduttori, in rialzo del 40%. Si tratta del più grande divario di sempre.
Tra le principali società aurifere, si segnala la performance di
Newmont e
Agnico Eagle Mines, che hanno praticamente raddoppiato la loro capitalizzazione. Il minatore
Fresnillo, quotato a Londra, ha addirittura quadruplicato il suo valore, risultando di gran lunga il miglior performer dell'indice
FTSE 100. Alla Borsa di Hong Kong,
Zijin Mining Group Co. ha visto le sue azioni aumentare di oltre il 130%, facendo meglio del gigante cinese Alibaba Group Holding, che è stata la più performante società tecnologica in Cina nel 2025.
"L'oro e i minatori d'oro sono una delle mie scelte tematiche medie più rialziste", ha detto Anna Wu, strategist degli investimenti cross-asset presso Van Eck Associates Corp. a Sydney. "L'oro ha un appeal come bene rifugio, mentre i minatori d'oro sono destinati a beneficiare dell'espansione dei margini e del re-rating delle valutazioni".
Multipli a favore del metallo
Questa sovraperformance delle azioni di oro rispetto a quelle dei chip è destinata a continuare? Osservando i multipli, ci sono buone possibilità perché ciò accada. L'indice MSCI delle società estrattive viene scambiato a 13 volte gli utili previsti, di poco al di sotto la media quinquennale. Lo stesso non può dirsi per il benchmark dei chip, che è negoziato a 29 volte i guadagni a termine, molto al di sopra della media a cinque anni.
"Anche dopo un movimento quasi verticale del metallo giallo, i multipli dei miner sembrano poco impegnativi perché gli utili sono stati più veloci dei prezzi", ha detto Charu Chanana, Chief investment strategist di Saxo Markets a Singapore. "Se l'oro rimane vicino al territorio record, i flussi di cassa sosterranno ancora margini elevati".