Le azioni indiane hanno ripreso a salire nelle ultime settimane, dopo aver toccato il fondo il 7 aprile a causa dell'escalation delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. Da allora, l'indice Nifty 50 ha guadagnato circa 10 punti percentuali.
Negli ultimi anni, la Borsa indiana è stata tra le più performanti del mondo, chiudendo in verde per otto anni consecutivi. L'entusiasmo degli investitori è stato motivato dalla straordinaria crescita dell'economia indiana sotto la guida di Narendra Modi. Il presidente pluri-mandatario dell'India ha preso delle scelte di politica economica coraggiose, votate agli investimenti nelle infrastrutture e allo sviluppo del Paese. Questo ha trasmesso fiducia al mercato in merito alla crescita delle aziende indiane.
Tuttavia, dopo il picco storico raggiunto il 26 settembre, le azioni indiane si sono sgonfiate. Quindi, il declino è arrivato prima che il presidente degli Stati Uniti
Donald Trump venisse eletto e innescasse poi la guerra dei dazi. I motivi sono quindi più da ricercare all'interno del Paese, tipo le valutazioni troppo elevate delle azioni e gli utili delle aziende che nel frattempo si sono deteriorati.
Azioni indiane: cosa aspettarsi ora?
L'ultimo rally delle azioni indiane potrebbe far pensare che il peggio è passato. Secondo gli analisti di ICICI Securities, la resilienza del mercato è stata determinata dal sostegno incrollabile degli investitori nazionali attraverso il loro Piani d'investimento sistemici che hanno compensato i prelievi degli investitori stranieri. Nel mese di aprile, gli afflussi nazionali sono ammontati a 3 miliardi di dollari, a fronte di deflussi esteri di 3,2 miliardi di dollari. Questo "fa ben sperare per la stabilità del mercato, supponendo che le vendite estere si intensifichino", ha affermato Vinod Karki, strategist azionario di ICICI.
Oltre il discorso dei flussi, la banca indiana sottolinea altri fattori favorevoli. Tra questi la redditività che "ha toccato il fondo" per le società del settore minerario e chimico, il che porta gli analisti a "un minor numero di declassamenti degli utili". Negli ultimi due anni, il consensus ha costantemente abbassato le aspettative degli utili per azione per il 2025, il che significa un aumento della probabilità di sorprese positive per il mercato nella pubblicazione delle trimestrali.
Karki inoltre mette in luce un altro catalizzatore potenziale per le azioni, ovvero la risoluzione delle attuali tensioni commerciali. "A differenza della crisi finanziaria globale o della pandemia, l'attuale crisi potrebbe essere risolta dai politici", ha affermato Karki. Quindi, "interventi umani per evitare una grave crisi globale sono ancora possibili", ha aggiunto.
Altri esperti di mercato sono ottimisti sul futuro delle azioni indiane. Venugopal Garre, strategist di Bernstein, ritiene che "l'India non è turbata dalla guerra commerciale nel breve periodo, mentre potrebbe emergere come beneficiaria nel lungo periodo se un accordo commerciale si materializzasse". C'è però chi preferisce restare prudente. Ad esempio, Goldman Sachs ha affermato che probabilmente "l'attività di investimento rimarrà contenuta a causa delle incertezze politiche reciproche relative ai dazi USA".