Quest'anno le azioni europee sono rimaste indietro rispetto a Wall Street perché una serie di venti contrari hanno penalizzato i listini del Vecchio Continente. Gli utili delle aziende sono stati in molti casi deludenti, segnando un preoccupante calo della domanda. Il settore del lusso, fino a qualche tempo fa fiore all'occhiello delle Borse europee, ha risentito della contrazione della spesa dei consumatori cinesi. Di conseguenza, giganti come LVMH e Dior hanno pagato dazio.
L'Europa è stata colpita anche dalla crisi dell'automotive, che soffre più che mai il difficile passaggio all'elettrico. Le case automobilistiche hanno registrato un drammatico calo delle vendite con conseguente chiusura di stabilimenti e licenziamenti. Stellantis è un esempio emblematico, ma Volkswagen, Mercedes-Benz e BMW non se la passano meglio.
Tra l'altro, gli investitori sono preoccupati per le strette sulle emissioni imposte da Bruxelles a partire dal 2025 che metteranno ulteriori pressioni alle aziende. A far paura è anche la concorrenza cinese, mentre i dazi imposti a Pechino dall'Europa a novembre potrebbero ritorcersi contro se il Dragone attuerà una rappresaglia. In particolare sarebbero colpite le case tedesche, particolarmente esposte al mercato del Dragone.
Sullo sfondo aleggia minacciosa la figura del neo presidente eletto degli Stati Uniti,
Donald Trump, che ha promesso di imporre
tariffe su tutte le merci che entrano nel territorio americano. Se l'Europa non verrà risparmiata, ciò potrebbe inferire un colpo letale a molte aziende in ogni settore.
Infine, le azioni europee sono state condizionate dalle crisi politiche in Germania e Francia, con i governi delle principali locomotive europee che sono caduti e lo spauracchio di nuove elezioni che si terranno il prossimo anno.
Azioni europee: perché comprare adesso
"Gli investitori sono troppo ribassisti sulle azioni europee". È questo il giudizio attuale degli strategist di Citigroup, secondo cui c'è spazio per una crescita di quasi il 10% nel 2025. Il team guidato da Beata Manthey prevede che lo Stoxx Europe 600 salirà a 570 punti alla fine dell'anno venturo, rispetto ai 521 punti di inizio settimana.
I motivi sono da attribuire "alla solida crescita globale, ai tassi di interesse più bassi delle Banche centrali e al miglioramento delle prospettive degli utili per le aziende", hanno affermato gli esperti della banca statunitense. Questo nonostante "la minaccia dei dazi commerciali di Trump rimanga", hanno aggiunto.
Alla luce di tutto ciò, per gli investitori adesso potrebbe essere un'occasione propizia per entrare a mercato. Gli strategist considerano questo "il momento giusto per esporsi nuovamente alle azioni europee il prossimo anno", in quanto "il posizionamento ribassista ha raggiunto gli estremi, il momentum negativo degli utili è in flessione e un contesto macro di tagli dei tassi e una crescita economica globale costante potrebbero sostenere la rotazione verso i mercati ciclici ".
Le stime di Citigroup sull'indice Stoxx Europe 600 sono tra le più alte, seconde solo a quelle di Deutsche Bank: gli esperti della banca tedesca stimano il benchmark a 590 punti alla fine del 2025.