Nell'ultimo mese le
azioni Apple sono cresciute di quasi il 9% a Wall Street, consacrando il colosso dell'iPhone come la seconda Big Tech più performante in Borsa dopo Tesla e nel ruolo di
società più capitalizzata del mondo.
Gli investitori stanno comprando il titolo nonostante alcuni venti contrari per il business dell'azienda. Innanzitutto,
preoccupa la Cina, dove Apple esercita una buona parte dell'attività. Pechino potrebbe attuare ritorsioni se il neo presidente eletto degli USA
Donald Trump terrà fede alla sua promessa di imporre dazi del 60% su tutti i prodotti cinesi che entrano negli Stati Uniti.
Le tariffe trumpiane rischiano di colpire i ricavi e i margini di Apple perché i principali fornitori dell'azienda sono cinesi. Giocoforza, Cupertino si troverebbe maggiori costi di input, che potrebbero far lievitare i prezzi e incidere sulla domanda. Nonostante Apple disponga di una grande capacità di determinazione dei prezzi, la domanda per i nuovi prodotti come l'iPhone 16 si sta rivelando tiepida e un inasprimento dei prezzi rischia di esacerbare la situazione.
Qui prende corpo un altro vento contrario, ossia il rallentamento dei ricavi: in cinque degli ultimi otto trimestri la società ha registrato una contrazione del fatturato. In particolar modo, ciò la mette in una posizione di svantaggio rispetto alle altre Big Tech che continuano a crescere.
Apple: ecco perché il mercato compra le azioni
A questo punto ci si chiede se le azioni AAPL vadano comprate in un contesto del genere. Secondo Andrew Choi, gestore di portafoglio di Parnassus Investments, è strano "che il titolo stia andando così bene nello stato in cui si trova e nell'attuale contesto geopolitico" e inoltre "è sorprendente che non sia stato più volatile, dato che si tratta di questioni esistenziali che coinvolgono una parte materiale dell'attività dell'azienda".
Mentre a giudizio di Richard Clode, gestore di portafoglio per il Global Technology Leaders Fund di Janus Henderson Investors, "l'auspicato aumento del ciclo di sostituzione dell'iPhone 16 non si è concretizzato, con le aspettative rimandate all'iPhone 17". Per questo, "il mercato, dopo essere stato troppo ribassista all'inizio di quest'anno, è probabilmente un po' troppo ottimista ora", ha aggiunto.
C'è anche la questione della valutazione del titolo, tutt'altro che economica. Attualmente le azioni Apple sono scambiate a quasi 33 volte gli utili previsti, cioè oltre il 50% in più rispetto alla media decennale.
Un grande investitore come Warren Buffett probabilmente anche per questo ha più che dimezzato la partecipazione in Apple del conglomerato finanziario Berkshire Hathaway. "È costosa, e non vedo come si possa sostenere che non lo sia, a meno che non si creda davvero che un superciclo negli iPhone AI (Artificial Intelligence, ndr) aumenterà davvero i ricavi e la crescita degli utili nei prossimi anni", ha affermato Greg Halter, direttore della ricerca per il Carnegie Investment Counsel, riferendosi al titolo Apple.
Tuttavia, se il mercato continua a comprare le azioni un motivo ci sarà. Halter osserva come l'azienda abbia alcune caratteristiche qualitative che attraggono gli investitori, tipo l'enorme free cash flow e la politica di riacquisto costante delle azioni.
Secondo alcuni, il punto di forza di Apple sta nel fatto che alla fine nella lotta per la supremazia sull'intelligenza artificiale, la società californiana sarà tra i vincitori. L'azienda non sta effettuando grandi spese sulla nuova tecnologia come fanno altre Big Tech, ma trarrà vantaggio dagli investimenti fatti da altri in quanto le principali piattaforme AI si appoggeranno all'ecosistema Apple. "Apple sarà il modo in cui l'intelligenza artificiale verrà portata a milioni di consumatori", ha detto Choi di Parnassus Investments. "È avvantaggiata dall'essere il tramite tra l'intelligenza artificiale e il consumatore".
Gli investitori sono anche ottimisti che l'Amministratore delegato
Tim Cook riuscirà ancora una volta a superare l'impatto delle maggiori tariffe imposte alla Cina, come aveva fatto durante la prima amministrazione Trump. Secondo gli analisti di Jefferies, nello scenario peggiore ci potrebbe essere un costo aggiuntivo di 256 dollari per iPhone.