Le azioni europee sono tornate a stare dietro a quelle americane, come del resto avviene sistematicamente da decenni. Il primo trimestre di quest'anno aveva illuso gli investitori nel Vecchio Continente, che avevano puntato sul fatto che i piani di spesa fino a 1.000 miliardi di euro della Germania avrebbero sostenuto il rally delle azioni europee. Queste infatti avevano fatto meglio di Wall Street, che nel frattempo pagava le tensioni relative ai dazi del presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Lo scenario però si è ribaltato, sia per gli accordi tariffari che gli Stati Uniti hanno trovato con i partners commerciali, sia per il boom dell'intelligenza artificiale che ha fatto tornare l'entusiasmo alla Borsa americana. In aggiunta a tutto ciò c'è il fatto che la
Federal Reserve ha ripreso il ciclo dei tagli ai tassi di interesse che aveva interrotto dopo l'ultima sforbiciata a dicembre 2024, mentre la Banca centrale europea potrebbe aver terminato la serie dopo ben otto riduzioni.
Sulle performance dell'Europa pesano anche le tensioni geopolitiche, con le speranze di una fine della guerra in Ucraina in breve tempo che sono sempre minori.
Azioni europee: cosa fanno i gestori dei fondi?
In un'intervista rilasciata a Bloomberg, Sharon Bell e Christian Mueller-Glissman, strategist di Goldman Sachs, hanno affermato che il ritardo dell'Europa è motivo di preoccupazione per gli asset manager, specialmente in un periodo in cui l'intelligenza artificiale sta spopolando e stimola le azioni americane e la Cina sta rinascendo con una performance positiva sui mercati emergenti.
"L'Europa è passata in fondo alla lista della spesa perché ci sono così tante altre regioni che stanno mostrando uno slancio migliore", ha detto Mueller-Glissmann. Bell invece ha affermato che "tutti sono piuttosto scettici sul fatto che l'Europa spenderà i soldi come promesso". In particolare la Germania ha messo in piedi un programma di spesa gigantesco per le infrastrutture, oltre che per la difesa, il che dovrebbe aumentare la produzione.
Tuttavia, c'è chi sospetta che parte di questo denaro possa essere usato in maniera diversa sul bilancio piuttosto che per alimentare ulteriori investimenti. Di conseguenza, rimane il dubbio su quanto effettivamente lo stimolo si tradurrà in guadagni aziendali. Bell prevede che gli utili societari cresceranno del 4% nel 2026 e del 6% nel 2027 grazie al miglioramento dell'economia, mentre lo Stoxx 600 salirà di circa il 5% nei prossimi 12 mesi. "Se l'Europa manterrà i tre quarti delle sue promesse, direi che il mercato andrà molto bene", ha detto. Il collega però sottolinea che benché le persone riconoscano il sostegno fiscale, "non sono disposte a pagare per lo scenario rialzista".
Anche un recente sondaggio di Bank of America riporta aspetti non del tutto esaltanti sulle azioni europee. Lo studio, ad esempio, rileva che l'allocazione dei gestori dei fondi sull'equity della regione è scesa a settembre. Tuttavia, nessun intervistato del sondaggio si aspetta cali superiori al 5%.