Comprare le azioni europee con l'euro in calo sul dollaro potrebbe essere un errore. A sostenerlo sono gli strategist di
Goldman Sachs, secondo cui un cambio
EUR/USD più debole se da un lato favorisce la competitività delle aziende del Vecchio Continente, dall'altro allontana gli investitori internazionali.
Meno di un terzo dei ricavi generati dalle aziende europee comprese nell'indice Euro Stoxx 50 avviene nell'area euro: questo significa che il business si basa molto sulle esportazioni e gli Stati Uniti rappresentano una delle principali destinazioni. Il problema nasce nel momento in cui il presidente USA
Donald Trump applicherà dazi all'Europa.
In tal caso, i prodotti europei diventerebbero più cari perdendo il vantaggio competitivo, sottolineano gli strategist di Goldman. Nel contempo, cambiare dollari per euro in modo da acquistare le azioni europee, non sarebbe una buona idea con una valuta unica in progressivo calo visto che qualsiasi rialzo delle azioni sarebbe almeno in parte compensato da un indebolimento del cambio.
"Probabilmente, questo rappresenta un cuscinetto per l'Europa (il vantaggio competitivo della debolezza dell'euro, ndr), ma empiricamente troviamo che l'azionario europeo è correlato positivamente all'euro", hanno scritto gli esperti della banca americana. "L'indebolimento dell'euro normalmente si accompagna a un aumento del premio per il rischio, che compensa i vantaggi di competitività". Gli investitori internazionali sarebbero "scoraggiati" a meno che "non coprano la valuta", hanno aggiunto gli esperti. "Storicamente, un dollaro forte tende a significare una sottoperformance dei mercati non statunitensi".
Azioni Europee: quanto pesa davvero l'incubo dazi?
Da quando Trump è stato eletto presidente degli Stati Uniti per il suo secondo mandato, le azioni europee hanno recuperato parte del terreno perduto nei confronti delle pari americane. I dazi però rappresentano una mina vagante, in quanto arriverebbero in un momento in cui la crescita economica dell'Europa stenta.
La speranza di molti investitori che hanno posizioni aperte sulle azioni europee è che alla fine Trump decida di non usare la mano pesante e torni sui suoi passi rispetto agli annunci roboanti dei giorni scorsi. In un discorso alla Casa Bianca, il tycoon ha confermato che l'Europa sarà colpita dalle tariffe, sebbene non abbia dato una tempistica precisa e non abbia specificato i settori sui quali cadrà la mannaia. Tuttavia, alcuni analisti sostengono che da buon business man, Trump stia cercando di mettere pressione a Bruxelles per ottenere una posizione di vantaggio.
L'esperienza di Canada e Messico potrebbe essere indicativa. Il magnate 78 enne ha annunciato in pompa magna dazi del 25% sui beni importanti dai due Paesi, salvo poi il giorno dopo estendere di un mese l'applicazione degli stessi in attesa di un accordo con le controparti. È possibili quindi che Trump stia spaventando l'Europa per sortire lo stesso effetto? In ogni caso, le azioni europee potrebbero incorporare una buona dose di rischio, rilevano alcuni osservatori finanziari.