E' stata una giornata all'insegna delle debolezza quella odierna sui principali mercati azionari europei che, in scia alle vendite presenti sul settore bancario, chiudono le contrattazioni in generale ribasso. In questo contesto il FTSE Mib registra la peggiore performance e con il sell-off del settore finanziaro, dopo la tassa del 40% sugli extraprofitti, vede le quotazioni perdere l'importante soglia dei 28.000 punti. Dal punto di vista operativo fondamentale sarà la ripresa di questi livelli, per evitare un pericoloso indebolimento del quadro grafico con possibili estensione delle vendite verso i 27.750 punti e successivamente in direzione dei 27.500 punti, che rappresentano i minimi dello scorso mese di luglio. Al rialzo nuovi segnali di forza si avrebbero con il ritorno oltre i 29.000 punti e primi obiettivi i massimi degli ultimi 15 anni in area 29.600 punti.
Eli Lilly: utile primo semestre a 3,11 miliardi di dollari
In un clima di risk-off andiamo invece a scoprire i motivi del rally che sta contrasegnando a Wall Street il titolo Eli Lilly. Il produttore di farmaci statunitense ha pubblicato prima dell'apertura dei listini statunitensi i dati riguardante il periodo gennaio-giugno 2023. Grazie alla forte domanda che ha contrassegnato il suo farmaco di punta contro il diabete, Mounjaro, l'azienda ha visto l'utile netto passare dai 2,86 miliardi di dollari agli attuali 3,11 miliardi di dollari, con un utile per attese cha aumenta dai 3,16 dollari ai 3,44 dollari. La performance di Mounjario è riassunta nei numeri dell'ultimo trimestre con vendite che si portano dai 16 milioni di dollari di un anno fa agli attuali 980 milioni di dollari.Nel periodo in corso il fatturato si è attestato a 15,27 miliardi di dollari rispetto ai 14,3 miliardi di dollari dello stesso periodo del 2022.
Nel secondo trimestre l'utile per azione risulta in aumento a 2,11 dollari, sopra le attese degli analisti posti a 2 dollari, mentre il fatturato passa dai 6,5 miliardi di un anno fa agli attuali 8,31 miliardi di euro. Anche in questo caso viene battuto il consensus che era posto a 7,61 miliardi di dollari. Per quanto riguarda le vendite queste hanno visto un aumento del 41% negli Stati Uniti, mentre sono del 9% al di fuori dei mercati statunitensi. Escludendo le vendite degli anticorpi Covid19 e del farmaco per la glicemia Baqsimi, che l'azienda ha venduto all'inzio del secondo trimestre, il fatturato ha visto una crescita del 22% mentre le vendite hanno visto un aumento del 23%
Nel corso della presentazione dei dati il management ha comunicato di aver alzato il dividendo del secondo trimestre che passa dagli 0,98 dollari agli attuali 1,13 dollari. Inoltre grazie agli ottimi dati il colosso farmaceutico ha alzato la guidance per anno in corso. Nel dettaglio l'utile per azione dovrebbe attestarsi nella forchetta tra i 9,2-9,4 dollari, mentre il fatturato dovrebbe essere compreso nel range tra i 33,4-33,9 miliardi di dollari rispetto alla precedente previsione posta tra i 31,2-31,7 miliardi di dollari.
Azioni Eli Lilly: analisi tecnica e strategie operative
Andiamo ora a vedere come sta rispondendo l'azione dopo questi dati. Con un rally di oltre il 15% il titolo Eli Lilly non solo si porta sui massimi di sempre oltre i 530 dollari ma va a rafforzare una struttura grafica di lungo periodo che potrebbe aprire nelle prossime settimane le porte ad ulteriori allunghi rialzisti. Nello specifico una conferma dei prezzi oltre i livelli sopra citati, dovrebbe far proseguire gli acquisti in direzione dei 550 dollari e successivamente spingersi fin verso la soglia psicologica dei 600 dollari. In questo contesto eventuali prese di beneficio in direzione dei minimi dello scorso mesi di luglio situati in area 435 dollari, potrebbero essere viste come occasioni di acquisto per chi non avesse l'azione in portafoglio.
Al contrario una discesa sotto i 435 dollari potrebbe aprire le porte ad una continuazione della correzione verso i 420 dollari, minimi di maggio 2023, e a seguire la soglia dei 400 dollari. Nel caso in cui questi supporti dovessero essere rotti si aprirebbero prime le porte per un test sulla media mobile di lungo periodo in area 383 dollari e successivamente verso gli ex massimi del 2022 situati sui 375 dollari. Ricordiamo però che sarà solo con la perdita dei 350 dollari, dove transita la trendline ascendente che parte dai minimi di ottobre 2020, che si avrebbe un pericoloso indebolimento della struttura grafica di fondo con possibili discese fin verso i minimi del 2023 in area 305-310 dollari.
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