Dal governo italiano arriva una brutta notizia per le banche: verrà imposta una tassa straordinaria del 40% sugli extraprofitti. Il Consiglio dei Ministri ha approvato una norma speciale che è stata portata avanti dal ministro dell'economia Giancarlo Giorgetti e che è stata definita di "equità sociale".
Il prelievo fiscale riguarderà solamente l'anno in corso ed è previsto un introito per le casse dello Stato di circa 3 miliardi di euro. Questo denaro servirà per coprire l'esborso che il governo dovrà effettuare per la riduzione del cuneo fiscale e per il fondo per i mutui, messi sotto pressione dal rialzo dei tassi d'interessi.
Il provvedimento dovrebbe conciliare alcune forze politiche contrapposte, che hanno visto protagonista il partito dei 5 Stelle, richiedente a gran voce da tempo una extra-tassa per i profitti delle banche italiane. Nel mirino degli esponenti di governo vi è il
modus operandi della Banca Centrale Europea. "Basta guardare i profitti delle banche del primo semestre 2023, risultato anche dei rialzi dei tassi della BCE, per rendersi conto che non stiamo parlando di pochi milioni, ma di miliardi di euro che si possono ipotizzare", ha dichiarato il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Mentre Antonio Tajani, ministro degli Esteri, ha parlato di "conseguenza inevitabile" all'errore fatto dall'Eurotower di alzare così tanto il costo del denaro.
Tassa extraprofitti banche: come avviene il calcolo
Come verrà effettuato il calcolo della tassa sugli extraprofitti delle banche? Si prenderà a riferimento il margine di interesse registrato nel 2022 che eccede il valore dell'esercizio 2023 per almeno il 3%. L'eccedenza sale al 6% se si confronta il 2024 con il 2023.
L'imposta applicata sarà del 40% e dovrà essere versata entro il sesto mese successivo a quello di chiusura dell'esercizio precedente a quello in corso al 1° gennaio 2024 oppure entro il mese successivo a quello di approvazione del bilancio, se questa avviene oltre il termine di quattro mesi dalla chiusura dell'esercizio (alla data di chiusura dell’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2023). La norma spiega anche che qualora l'esercizio non coincida con l'anno solare - prendi il caso di Mediobanca - se il termine di cui ai primi due periodi scade nell’anno 2023, il versamento è effettuato nel 2024 e, comunque, entro il 31 gennaio.
L'ammontare dell'imposta straordinaria non può mai superare il 25% del valore del patrimonio netto e non è deducibile dalle imposte sui redditi e dall'IRAP.
Banche italiane: la reazione in Borsa
Questa mattina all'apertura delle contrattazioni a Piazza Affari, gli investitori stanno vendendo a mani basse le azioni delle banche italiane.
UniCredit crolla del 7%,
Intesa Sanpaolo precipita dell'8%,
Banco BPM scivola dell'8%, mentre
MPS affonda del 9%. Scende vistosamente anche Credem (-7,7%) nonostante il bilancio consolidato abbia chiuso il primo semestre con un utile netto in crescita del 90,3% su base annua a 298,7 milioni di euro (
Azioni Credem: comprare o vendere in Borsa dopo i dati semestrali?).