Le azioni europee della difesa hanno perso decisamente slancio rispetto alla prima parte dell'anno, quando avevano intrapreso un rally poderoso. Gli investitori sono stati attratti dalle società del settore sulla scia delle grandi spese militari previste dai governi a causa dell'inasprirsi delle tensioni tra l'Europa e la Russia di Vladimir Putin, impegnata nel conflitto con l'Ucraina.
Solo la Germania prevede di spendere fino a 160 miliardi di euro entro il 2029, mentre la NATO ha ridefinito l'obiettivo della spesa sul PIL al 3,5% entro il 2035. Quest'ultimo è un target molto impegnativo, considerando che Paesi come Italia e Francia attualmente investono poco più della metà.
Negli ultimi mesi, il contesto generale non è mutato, ma i movimenti azionari del settore della difesa sono stati pressoché laterali o addirittura in calo. "C'è stato un comprensibile calo dei titoli della difesa, dato che sono aumentati, mentre ci vuole tempo prima che la spesa pubblica raggiunga il loro portafoglio ordini (delle società, ndr)", ha detto Delphine Arnaud, gestore di portafoglio di Edmond de Rothschild. "Quindi è normale vedere qualche presa di profitto di tanto in tanto".
Cosa hanno detto le trimestrali
La stagione delle trimestrali non ha fornito grossi spunti agli azionisti, se non qualche sopracciglio alzato sugli utili conseguiti e attesi. Il più grande produttore di attrezzature e mezzi militari della difesa in Europa, la tedesca Rheinmetall, ha confermato la guidance, rassicurando gli investitori per un trimestre più "morbido".
L'italiana Leonardo ha registrato un Ebitda migliore delle attese, ma non ha generato grande reazione sul mercato. La società tedesca Hensoldt ha riportato numeri trimestrali migliori delle aspettative, ma il mercato ha venduto le azioni su una guidance deludente. Stesso discorso per l'appaltatore aerospaziale britannico Rolls-Royce Holdings, che ha presentato utili in linea con le aspettative, però ha mancato sotto il profilo dei riacquisti di azioni proprie, di cui gli investitori si attendevano un'estensione.
Azioni difesa: sono da acquistare?
Gli operatori hanno smarrito quell'impulso ad acquistare le azioni europee della difesa, nonostante gli impegni dei governi a spendere di più siano rimasti vivi. Un po’ i risultati trimestrali, e soprattutto le prospettive con luci e ombre, un po’ il fatto che le valutazioni siano elevate, stanno costituendo un freno agli acquisti. "La spesa per la difesa rimane un tema pluriennale, ma le valutazioni settoriali sono elevate e il posizionamento è affollato", hanno detto gli strategist di UBS Group. "Questo è un rischio quando le revisioni positive degli utili sono diventate piuttosto variabili".
A giugno, le azioni della difesa erano scambiate a un picco di 32 volte i guadagni attesi. Da allora sono scese, ma conservano ancora un premio del 70% rispetto al mercato europeo in generale. Chi investe nei titoli della difesa dovrà quindi avere molta fiducia che nei prossimi trimestri ci sarà un forte balzo degli utili per giustificare i prezzi attuali.
"La visibilità sugli aggiornamenti degli utili, sugli ordini e sulla guidance è diventata il fattore più popolare per gli investitori per aggiungere esposizione alla difesa dell'UE, mentre i piani di spesa per la difesa dei Paesi sono passati in secondo piano rispetto a marzo", hanno detto gli strategist di Morgan Stanley. Arnaud, di Edmond de Rothschild, è ottimista. A suo avviso, gli investitori dovrebbero "posizionarsi per una spinta agli utili in arrivo nella seconda metà del 2026". Quindi, "questo è il momento giusto per tornare alla difesa europea", ha aggiunto.