Le compagnie aeree hanno finora tenuto una performance record a Wall Street, con l'indice S&P Super Composite Airlines cresciuto di circa il 60% nel 2024, a fronte di un guadagno di circa il 26% dell'S&P 500. Il risultato per il settore è il migliore dal 2014 ed è la prima volta da allora che sovraperforma il benchmark.
Questo clamore intorno ai vettori deriva da una forte domanda combinata con la riduzione delle rotte non redditizie. Le compagnie avevano espanso le rotte per soddisfare il boom della domanda post-pandemica ma, una volta che l'ondata si è assopita, hanno ridotto i piani di crescita. Ne hanno risentito, in particolare, le compagnie aeree low-cost, focalizzate maggiormente sul mercato interno.
Oggi le aziende si stanno più orientando verso le offerte di viaggi premium e l'esposizione internazionale, il che fa aumentare le prospettive di margine. Tali prospettive si stanno riflettendo negli aggiornamenti finanziari delle società. Ad esempio, JetBlue Airways Corp., Southwest Airlines Co. e American Airlines Group hanno alzato le stime sugli utili per il quarto trimestre grazie alla forte domanda dei viaggi per le vacanze, all'aumento delle tariffe aeree e al calo dei prezzi del carburante.
Si tratta di un paradigma non troppo comune per il settore. Ad esempio, uno dei più grandi investitori di tutti i tempi,
Warren Buffett, ha sempre avuto molte riserve sulle compagnie aeree, in quanto le considera poco redditizie, troppo sindacalizzate e molto sensibili a shock di varia natura (vedi la pandemia che ha messo a terra i voli nel 2020).
Compagnie aeree: cosa succederà nel 2025?
I grandi risultati conseguiti nel 2024 possono tracciare un sentiero per l'anno che sta per arrivare? Secondo gli analisti di Barclays, lo scenario fa ben sperare. "Prevediamo un notevole miglioramento dei fondamentali delle compagnie aeree nel 2025, sostenendo una forte prospettiva di margini e utili per molti vettori del settore", hanno scritto in una nota.
La banca londinese stima una crescita dei posti a sedere inferiore al 3% per i vettori statunitensi, al di sotto delle tendenze a lungo termine pre-pandemiche. Inoltre, Barclays ha detto di preferire le compagnie tradizionali come United Airlines e Delta Air Lines per la loro esposizione ai viaggi premium e alle rotte internazionali, nonché Alaska Air Group e Frontier Group Holdings per via dei loro rinnovati programmi frequent flyer.
Attenzione all'effetto-Trump
Il settore potrebbe essere positivamente investito da un contesto normativo favorevole con Donald Trump presidente degli Stati Uniti. La deregolamentazione e la riduzione delle tasse potrebbero creare le condizioni per stimolare la domanda e dare vita un maggiore consolidamento rispetto a quanto accaduto con l'amministrazione Biden. Quest'ultima, ad esempio, ha esercitato pressioni sulle compagnie in merito ai rimborsi automatici, oltre a bloccare la combinazione tra JetBlue e Spirit Airlines.
Sebbene ritenga improbabile che Trump metterà tra le sue priorità quella di dare una scossa ai viaggi aerei, Grace Lee, gestore del Columbia Dividend Opportunity Fund, ha detto di essere "più fiducioso". Inoltre, ha rilevato l'esperto, "molti dei team di gestione con cui abbiamo parlato sembrano essere più ottimisti sul miglioramento delle imprese e dell'attività economica".
Ci sono comunque dei
rischi che bisogna tenere in considerazione, come i costi per il mantenimento degli aerei più vecchi per via dei ritardi nelle consegne di Boeing e la volatilità del prezzo del petrolio. Questo basta per tenere lontani alcuni grandi investitori. Ad esempio,
l'ETF US Global Jets da 1,1 miliardi di dollari – il più grande fondo negoziato in Borsa legato ai viaggi internazionali – ha visto salire lo short interest, segnalando che alcuni gestori di fondi non sono convinti che il suo rally del 36% di quest'anno sia sostenibile.