Siamo fatti di contraddizioni. Si può riprendere una frase di Gordon Gekko, personaggio del celebre film Wall Street 2 - Il denaro non dorme mai -, per sintetizzare l'approccio di
Warren Buffett nei confronti delle compagnie aeree. Il leggendario investitore non le ha mai amate, eppure spesso si è fatto tradire dalla tentazione di acquistare le loro azioni, salvo poi pentirsene.
Buffett predilige fare affari senza troppe complicazioni, nel senso di non doversi imbarcare in problematiche che spesso vanno al di là del business in sé. Le linee aeree invece sotto certi aspetti, che vedremo, sono complicate e il ritorno che danno all'investimento, secondo il guru della finanza, non vale lo sforzo di impegnare capitali che potrebbero essere destinati altrove.
Warren Buffett e le compagnie aeree: un rapporto difficile
Le compagnie aeree non fanno soldi. In poche parole è questo il concetto che ha spinto l'oracolo di Omaha ad avere una certa avversione per il settore. Il motivo è che hanno costi fissi troppo elevati, una forte sindacalizzazione del personale e l'esposizione a fattori imprevedibili come i prezzi del carburante.
Buffett espresse il suo pensiero al riguardo nella lettera agli azionisti del 2007. "Il tipo peggiore di azienda è quello che cresce rapidamente, ha bisogno di molto capitale per farlo e poi guadagna poco o nulla. Pensate alle compagnie aeree. Qui un vantaggio duraturo si è dimostrato sfuggente sin dai tempi dei fratelli Wright", scrisse. Wilbur e Orville Wright furono due ingegneri statunitensi, annoverati tra i più importanti aviatori dell'epoca pionieristica, che ebbero il primato di aver fatto volare con successo una macchina motorizzata con un pilota a bordo.
Poi lasciandosi andare a una battuta scherzosa, Buffett aggiunse: "In effetti, se un capitalista lungimirante fosse stato presente a Kitty Hawk (cittadina della Carolina del Nord che ospitò il primo volo, ndr), avrebbe fatto un grande favore ai suoi successori se avesse sparato a Orville".
Un concetto simile era stato argomentato in un'intervista nel 2002. "Il settore delle linee aeree è stato straordinario. Nel secolo scorso si è mangiato capitale come nessun altro tipo di azienda. Si hanno costi fissi enormi, sindacati forti e prezzi da commodity, il che non è una buona ricetta per il successo", disse Buffett.
Gli investimenti nelle linee aeree
Buffett ha maturato il suo pensiero negativo sulle compagnie aeree dopo la prima scottatura presa nel 1989 quando acquistò US Airways. All'epoca si fece convincere dall'allora Amministratore delegato della società, Ed Colodny, che chiese il suo intervento per proteggere l'azienda dall'acquisizione ostile da parte di un hedge fund.
Buffett investì 358 milioni di dollari per acquistare azioni privilegiate a 52 dollari ciascuna, con un tasso di rendimento del 9,25% annuo e un prezzo di esercizio per la conversione in azioni ordinarie di 60 dollari. Le azioni non raggiunsero mai quel valore, prima che il miliardario investitore liquidasse tutto recuperando il capitale ma senza guadagnarci nulla.
Nel 2016 Buffett ricadde nello stesso errore. Con somma sorpresa generale, la Berkshire Hathaway - il conglomerato finanziario che controlla e gestisce dal 1965 - investì il 4,5% del suo portafoglio totale in quattro grandi compagnie aeree americane:
- Southwest Airlines, di cui acquistò 53,65 milioni di azioni del valore complessivo di 2,89 miliardi di dollari;
- Delta Airlines, di cui comprò 70,91 milioni di azioni sborsando 3,75 miliardi di dollari;
- American Airlines, di cui rastrellò 43,70 milioni di azioni pagando 1,20 miliardi di dollari;
- United Airlines, di cui portò a casa 21,94 milioni di azioni del valore di 1,91 miliardi di dollari.
Cosa spinse il re del value investing a smentire quanto affermato alcuni anni prima sulle linee aeree? Un'ipotesi è che si sia lasciato influenzare dai suoi collaboratori nella gestione del denaro, Todd Combs e Ted Weschler. Altri pensano che Buffett si sia fatto conquistare dal consolidamento del settore in atto in quel periodo, pensando che la minore concorrenza sui prezzi dei biglietti aerei avrebbe determinato maggiori rendimenti per gli azionisti.
Qualunque sia la causa, l'investimento fu un disastro perché nel 2020 arrivò il Covid-19 che mise a terra i voli delle compagnie aeree. Nel primo trimestre di quell'anno, la Berkshire smantellò tutto l'investimento fino ad allora effettuato, il che contribuì a una perdita trimestrale di 50 miliardi di dollari, la peggiore in tutta la storia della società di investimenti.
Durante la riunione degli azionisti del 2020, Buffett spiegò che la pandemia lo aveva convinto a vendere tutte le sue partecipazioni, perché la continua incertezza dei viaggi di linea produceva aerei semivuoti, prezzi dei biglietti ribassati e minore redditività.
Qualcuno potrebbe obiettare che di per sé quell'investimento non sia stato un errore dettato da un giudizio sbagliato sulle aziende o sull'idea di business, in quanto le perdite sono arrivate da un evento non prevedibile come la pandemia. Tuttavia, Buffett stesso aveva avvertito che il settore delle linee aeree era molto sensibile a fattori imprevedibili. E il Covid-19 è stato uno di questi.