Le
azioni Apple hanno ricevuto due declassamenti questa settimana che hanno inasprito il sentiment a Wall Street. Ora
il consensus sul titolo è sceso al minimo del 2020, con "solo" il 55% degli analisti monitorati da Bloomberg che ne consiglia l'acquisto. Il calo della fiducia nei confronti della Big Tech di Cupertino risalta se si fa il paragone con le altre megacap tecnologiche americane.
Nvidia, Microsoft e Amazon hanno tutte rating "buy" per oltre il 90% degli analisti.
L'evento di martedì in cui Apple ha rilasciato l'iPhone 17 e gli aggiornamenti di tutti i dispositivi non ha fatto breccia negli investitori. È vero che solitamente nel breve termine il titolo scende dopo la presentazione nel mese di settembre dei nuovi prodotti, ma si tratta più che altro di una "vendita sulla notizia". Quest'anno, invece, Apple sta pagando il suo ritardo sul fronte dell'intelligenza artificiale, un tema su cui Wall Street è ormai diventata molto sensibile.
Azioni Apple: i motivi dei downgrade
Uno dei declassamenti ricevuti dalle azioni Apple è quello della società di investimento americana D.A. Davidson, che ha portato il giudizio da "buy" a "neutral" pur confermando l'obiettivo di prezzo a 250 dollari. "Sebbene inizialmente fossimo entusiasti delle prospettive del ruolo di Apple nell'ecosistema dell'intelligenza artificiale e del potenziale importante ciclo di aggiornamento, è diventato chiaro per noi che nessuno di questi è probabile che si realizzi nel breve termine", ha scritto l'analista Gil Luria.
Con riferimento ai nuovi prodotti presentati questa settimana, Luria ha detto che "ci hanno lasciato privi di ispirazione". Pertanto, fino a quando Apple non sarà in grado di "ridefinire i suoi prodotti attuali o di svilupparne di nuovi interessanti, riteniamo che la crescita rimarrà limitata dallo status quo", ha aggiunto. Inoltre, Apple sta pagando la concorrenza estera che ha portato a "una manciata di alternative altrettanto valide se non migliori", sottolinea D.A. Davidson. Ciò in un contesto in cui "le turbolenze in Cina continuano a pesare sulla crescita e la mancanza di innovazione di Apple ha reso più forte la concorrenza".
L'altro downgrade è arrivato da Phillip Securities, con il rating passato da "neutral" a "sell" con target price fermo a 200 dollari. Secondo Helena Wang, analista della società finanziaria singaporiana, la prospettiva cauta su Apple è determinata da "ostacoli a breve termine derivanti dalle tariffe, capex elevati e nessuna innovazione significativa nell'AI (Artificial Intelligence, ndr) per superare la persistente debolezza nei prodotti e nel mercato cinese". Tra l'altro, la decisione dell'azienda di assorbire le tariffe e i costi di produzione "probabilmente metterà ulteriormente sotto pressione i margini", ha rimarcato l'esperta.
Nel frattempo Barclays ha aumentato le sue previsioni sulla crescita degli smartphone nel 2025, portandola da un livello piatto all'1%. Tuttavia, a causa della domanda contenuta dei consumatori, ha ridotto le stime per il 2026 dal 2% all'1%. In tale contesto, l'iPhone continuerà ad avere difficoltà. "Continuiamo ad aspettarci una performance modesta per gli iPhone, sebbene riconosciamo che gli impatti dei dazi siano stati più contenuti di quanto inizialmente previsto", ha affermato Tim Long, analista di Barclays.