Uno degli argomenti che più tiene banco quando si parla di azioni cinesi riguarda la possibilità di acquistare o meno il titolo Alibaba. I prezzi attuali di mercato invogliano molti investitori, considerando le potenzialità del gigante e-commerce. Dal valore massimo di 319 dollari di ottobre 2020, le azioni sono sprofondate del 77% a un minimo di 73 dollari a marzo 2022.
La ragione è stata la violenta campagna repressiva che le Autorità cinesi hanno esercitato nei confronti delle big tech nazionali in relazione alla libera concorrenza e all'esercizio di potere dominante. In tale contesto, è saltata la quotazione della controllata fintech Ant Group per motivazioni legate alle autorizzazioni bancarie.
Tutto questo ha scatenato un sell-off sulle azioni del gruppo guidato da Jack Ma senza precedenti.
Dai minimi però il titolo è risalito di circa 30 dollari, ossia del 40%, grazie a un allentamento della repressione normativa, unitamente ai piani di stimolo del Governo e della
People's Bank of China per rilanciare l'economia del Paese e soprattutto le grandi aziende, che ne rappresentano la colonna portante e che in questo ultimo anno e mezzo sono state le più martoriate.
Alibaba: le incertezze sul titolo
Il titolo quindi è pronto per ripartire in maniera definitiva? Se questo sia o meno il momento per entrare in acquisto è ancora parecchio incerto. L'economia cinese è uscita malconcia dalla politica zero Covid del Governo, che ha imposto chiusure e quarantene. E ancora la situazione non è stata risolta, con le attività che stanno riprendendo con molta gradualità.
Inoltre, vi è sempre la questione del possibile delisting delle ADR cinesi da Wall Street se le società non rispettano le regole contabili stabilite da Washington. E infine vi è l'incognita Xi Jinping, ovvero la domanda è: come sarà l'atteggiamento del Governo se Xi dovesse essere riconfermato questo autunno per il terzo mandato? Tutto questo soprattutto in relazione ad aziende come Alibaba, nell'ottica del perseguimento dell'obiettivo della prosperità comune portato avanti come un mantra dal premier cinese.
Alibaba: i gestori patrimoniali puntano sulle azioni
I gestori patrimoniali però non hanno molti dubbi e hanno deciso di puntare sulle azioni Alibaba, pur riconoscendo i rischi del momento. David Herro, gestore dell'Oakmark International Fund, vede i multipli interessanti, con azioni che negoziano a 14 volte i guadagni di quest'anno e 11,5 volte quelli del 2024. Per l'esperto il recente riacquisto di azioni per 15 miliardi di dollari e gli 80 miliardi di dollari in contanti rappresentano un segnale della forza della società in prospettiva. Questo nonostante la strada dell'e-commerce non sia tutta in discesa, dal momento che l'azienda deve affrontare una concorrenza sempre più attrezzata e potrebbe aver ancor a che fare con un Governo tendente a frenarne la crescita.
A giudizio di Caroline Cai, manager del Pzena Emerging Markets Value Fund, certi cambiamenti potrebbero ridimensionare gli investimenti aggressivi da parte di Alibaba, il che non sarebbe un fatto negativo. Questo perché i gestori dei fondi solitamente vedono male progetti che non presentano un percorso chiaro verso la redditività. Anzi, il gruppo sta cercando di rendersi più efficiente tagliando i costi. Inoltre, alcuni suoi investimenti in perdita come la piattaforma e-commerce Lazada nel sud-est asiatico stanno cominciando a mostrare segnali di risveglio, osserva Cai. Per questo la manager ritiene che le azioni Alibaba abbiano ottime prospettive e quindi verranno inserite nel portafoglio d'investimento.
Un altro gestore di portafoglio che punta deciso su Alibaba è Sid Choraria di SC Asia. A suo giudizio la crescita dell'azienda è sana e a doppia cifra per le sue attività di e-commerce e cloud computing. Quest'ultimo è un business che passerà dagli 11 ai 25 miliardi di dollari in tre anni, sostiene il gestore. Inoltre, Alibaba è una delle meno di 10 società a livello globale che generano 15 miliardi di dollari di flusso di cassa gratuito. Pertanto Choraria afferma di investire sul colosso tech per i prossimi 5-10 anni.